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Caldogno di Vicenza: le chiese e la visita alle ville venete

Caldogno, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Caldogno dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La tutt’altro che piccola Caldogno – popolata da oltre 11.000 anime – s’erge fiera in provincia di Vicenza, spiccando in una placida pianura bagnata dal fiume Timonchio. Il nome si lega strettamente alla famiglia che ne assunse la proprietà intorno all’anno Mille, appunto i Caldogno, rappresentati dal valente Calderico, consigliere militare e compagno d’armi dell’imperatore Federico Barbarossa: si deve a lui l’imposizione del simbolo dell’Aquila, presente ancora oggi sullo stemma comunale.

Non è altresì un caso che il monumento principe della località sia Villa Caldogno, realizzata dall’architetto Andrea Palladio e talmente bella da essere inserita nel 1996 nei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Le sue caratteristiche strutturali sono di evidente pregio: la facciata si distingue per la presenza di tre grandi archi della loggia dell’atrio d’ingresso, risaltati da una cornice in bugnato rustico fatto di mattoni, sopra al quale svetta il frontone triangolare.

L’aspetto estetico esterno fa da preludio a una ricchezza che si esprime più propriamente all’interno, con salone principale e stanze affrescati secondo i criteri della cosiddetta “architettura illusoria”, tuttavia a catturare l’attenzione del turista pensa lo stanzino dei Carpioni, un’ampia e accurata decorazione che mostra episodi tratti dal poema pastorale Il pastor fido di Giovanni Battista Guarini.

La villa – utilizzata oggi come sede di eventi culturali e proprietà del comune – costituisce l’epicentro di un complesso che annovera anche le tre barchesse (edifici rurali tipici dell’architettura veneta) seicentesche del Pizzocaro, un bunker tedesco risalente alla Seconda Guerra Mondiale e un parco molto esteso.

Villa Caldogno si trova in ottima compagnia e divide il territorio con altri stupendi esempi di eccellenza edile locale: parliamo del Municipio Vecchio nel centro storico, Villa Todescato (residenza costruita nel 1934 nell’ambito della ristrutturazione del primigenio castello), Villa Fogazzaro-Arnaldi (usata come residenza estiva dello scrittore Antonio Fogazzaro), Villa Ghellini-Piovene, Villa Curti e Villa Floriani-Pagani. Al Municipio Vecchio si contrappone quello odierno, che ha le fattezze di un’antica tenuta la cui origine permane ignota, acquistata dal comune nel ‘700.

Procedendo invece con la lunga lista di edifici religiosi, pare opportuno iniziare citando il convento, struttura così chiamata dagli anziani del luogo per la sua fisionomia, contraddistinta da finestre murate e cornici intonacate, un piccolo cortile intestino ed eleganti caminetti interni, purtroppo perduti, una stalla, un fienile e un deposito per la legna.

L’architettura sacra si arricchisce di ulteriori emblemi rappresentati dalle chiese di San Giovanni Battista (risalente con tutta probabilità al V secolo e custodente il sepolcro di Felice Ponso, parroco di Caldogno dal 1901 al 1908), Sant’Urbano (neoclassica parrocchiale di frazione Cresole), San Bartolomeo (parrocchiale di frazione Rettorgole), San Michele (chiesetta del cimitero locale), Maternità di Maria e Sant’Antonio (oratorio in frazione Villaverla).

La manifestazione più partecipata nella località è la Sagra di San Giovanni Battista, patrono di Caldogno. Si tratta di un’intera settimana di festa - volta a omaggiare il santo e a salutare l’estate - scandita da grigliate all’aria aperta, sessioni di pesca di beneficienza, spazio bimbi, musica e spettacoli. Non mancano gli stand gastronomici con le tipicità del luogo, aperitivi e balli elettrizzanti accompagnati da concerti live ed esibizioni canore.

La mattina della domenica è delegata a ospitare la Santa Messa Solenne in onore del patrono, inserita nel contesto del giubilo generale. Da segnalare la folcloristica sfilata dei cani “bovaro del bernese” e la “Rassegna d’arte Festività San Giovanni Battista”, che conta un’interessante mostra statica di attrezzi agricoli, trattori d’epoca e calessi. La sagra si chiude con un mirabolante tripudio di fuochi d’artificio.
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