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Burano (Venezia), l'isola del merletto e dei mille colori

Burano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Burano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La Laguna di Venezia, che in autunno si vela di una coltre di nebbia, è per eccellenza l’angolo magico dell’Italia Settentrionale: nel respiro argenteo dell’acqua e della brezza si stagliano le sagome di monumenti senza tempo, i contorni di persone a passeggio, i profili sinuosi delle gondole e le schiene inarcate dei ponti.

Qui, accanto alla celebre Serenissima, una costellazione di isolotti dà vita a un regno incantato, dove ogni borgata ha le proprie tradizioni e il proprio sapore. È il caso di Burano, manciata di isole su cui sorge l’abitato omonimo, località del Comune di Venezia: collegato all’isola di Mazzorbo mediante un ponte, situata a nord-est di Murano, Burano è un gioiello tra le tante gemme del luogo.

Circondata da specchi lacustri come la palude di Santa Caterina e quella di Burano, accarezzata dal canale dei Borgognoni, la cittadella è collegata a Murano tramite il percorso navigabile Bisatto-Canale Carbonera-Scomenzera San Giacomo. Guadagnata la sponda di Burano, ci si immerge nel piccolo centro e subito ci si accorge di aver a che fare con una sorta di opera d’arte galleggiante, un dipinto a cielo aperto incorniciato dal’acqua: come pennellate arlecchinesche e campiture bizzarre, le case se ne stanno allineate con i loro colori squillanti, contrastanti con la foschia o ancor più luminosi nelle giornate di sole.

Composta da quattro isole, separate tra loro dal Rio Pontinello, dal Rio Giudecca e dal Rio Terranova, Burano porta ancora evidenti le tracce delle sue tradizioni e del suo primo assetto urbanistico: in origine le sue abitazioni erano poste su palafitte, con muri fatti di canne e fango, ma dall’anno Mille comparvero le prime dimore in mattoni ed è ormai da lungo tempo che le case presentano le caratteristiche pareti variopinte. Sulle origini di questa abitudine circolano diverse ipotesi: c’è chi dice che ad ogni colore corrispondesse una diversa famiglia, visto che ancora oggi nella cittadina ci sono pochi cognomi molto diffusi; altri sostengono che fosse un aiuto per i barcaioli, in modo che anche con la nebbia fitta potessero remare sino alla propria casa. Certo è che la tinta degli edifici fosse un aspetto molto importante, tant’è vero che per tutto il periodo del Regno d’Italia, se si voleva mutare colore a una cosa, bisognava chiedere l’autorizzazione a un sovrintendente.

Ma non finiscono qui i tratti caratteristici della città lagunare: la località veneziana, infatti, è molto conosciuta anche per la lavorazione artigianale dei merletti, cui è dedicato un vero e proprio museo. Secondo la leggenda fu un pescatore ad avviare l’eterna tradizione artigiana, avendo resistito al suadente canto delle sirene in nome della sua amata che l’aspettava a Burano: come ricompensa la regina dei flutti gli avrebbe fatto dono di una corona di schiuma, da regalare alla sua sposa. Le amiche di lei, invidiose del magnifico accessorio, cercarono di imitarlo realizzando merletti sempre più raffinati.

Benché le storie misteriose e gli scorci pittoreschi delle viuzze colorate siano le bellezze più vere di Burano, nella cittadella non mancano architetture degne di nota: cuore dell’abitato è la piazza Baldassarre Galuppi, sola piazza del paese, sulla quale si sporge la chiesa di San Martino. Baldassarre Galuppi, nato qui e vissuto dal 1706 al 1785, soprannominato ‘il buranello’, fu un geniale compositore italiano del genere comico. Pare che il suo primo maestro fu il padre, che nonostante praticasse la professione del barbiere aveva una passione incontenibile per il violino e il teatro della commedia.

Qui si erge la chiesa di San Martino, che dall’esterno pare essere priva di un ingresso principale: vi si accede, infatti, mediante una porta rinascimentale spostata su un lato, accanto alla Cappella di Santa Barbara. Conquistato l’accesso, ci si trova nel mezzo di un ampio atrio, con una bella statua della Madonna probabilmente realizzata nel XVII secolo da Girolamo Bonazza. L’interno, a croce latina con tre navate, è in stile lombardo-barocco e presenta una cappella al culmine di ciascuna navata. Oltre all’elegante pavimentazione, in pietre rosse e bianche, meritano uno sguardo attento l’altare maggiore, con colonnine di marmo rosso di Francia e marmo orientale antico, e le statue laterali di Sant’Albano e San Martino, entrambe scolpite da Girolamo Bonazza.

Ma la particolarità più interessante della chiesa è forse il suo campanile pendente, ben visibile dal Ponte di Terranova. Eretto nel XVII secolo, a pianta quadrata, presenta elementi rinascimentali e neoclassici, benché non siano mancati i consistenti restauri col passare degli anni, specie nella parte alta. La particolare inclinazione della struttura è dovuta a un cedimento del terreno. Alla sommità della torre in origine c’era un grande angelo, che cadde nel 1867 a causa di un temporale e fu sostituito da una croce di ferro, tuttora presente.

Eppure gli aspetti più magici di Burano restano le sue tradizioni, da assaporare soprattutto durante le feste e gli eventi cittadini. Ogni occasione è buona per gustare il tipico dolce locale, il ‘bussolà’, un biscotto a forma di ciambella preparato con tuorlo d’uovo, farina e burro. Per assaggiare questa e altre delizie si può prender parte al ‘Carneval de Buran’, che ha ottenuto una certa notorietà specialmente dagli anni Sessanta del Novecento, oppure assistere alla sfida di Voga alla Veneta, usanza secolare che la prima e la terza domenica di settembre vede gareggiare uomini e donne sulle classiche ‘mascarete’ o sulle gondole.

Raggiungere Burano non è difficile, trovandosi nel territorio comunale del capoluogo veneto. A Venezia si può arrivare in aereo, in treno o in auto, e da qui ci si può servire di una linea regolare di vaporetti che ogni mezz’ora la collega Venezia Fondamente Nuove all’isola, su cui ci si sposta a piedi.

Giunti a destinazione ci si immerge in un clima temperato, continentale/marittimo, con inverni freddi, estati calde e nebbie frequenti. Il mese più freddo è gennaio, con temperature medie comprese tra una minima di -1°C e una massima di 6°C, mentre in luglio e agosto, i mesi più caldi, si va dai 18°C ai 28°C. Le precipitazioni, abbastanza diffuse tutto l’anno, toccano il picco massimo in agosto e in novembre, con una media di 85 mm di pioggia al mese.
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 Pubblicato da - 21 Marzo 2016 - © Riproduzione vietata

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