Rivello (Basilicata): il Sovereto e la visita al borgo vicino a Maratea
Rivello, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Rivello dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Uno dei borghi più suggestivi dell’intera Basilicata è certamente Rivello, piacevole tumulto di esemplarità urbane da visitare in ogni stagione dell’anno così da osservarne i climatici cambiamenti, i dinamismi paesaggistici e in generale la bellezza conferitale da una storia antica quanto fervente. L’abitato è completamente arroccato su un’altura dominante la Valle del Noce entro una perfetta posizione geografica che include in provincia di Potenza i crinali dei colli Motta, Serra e Poggio spalmandosi con estrema suadenza. Un’armonia semplicemente disarmante offre enfasi favolistica a un paese sfumato che fa del suo corredo architettonico il motivo di maggior vanto pur inserendosi in un comprensorio meraviglioso che di fatto lo contiene come fa una cornice con un’opera d’arte.
Sarà forse questo il motivo per cui oggi l’ameno paesello rivela un caleidoscopio di tradizioni, usi e costumi riuniti in un sincronismo invidiabile e ricco sotto il profilo folcloristico. Vi contribuirono peraltro i Normanni e poi gli Angioini prima ancora dei Sanseverino, feudatari di riconosciuto polso. All’alba dell’Ottocento, Rivello si ritrovò prediletta ancella di una florida economia basata sullo sfruttamento delle risorse convertite in prodotti compiuti attraverso un fine artigianato applicato a più livelli. Le botteghe andavano per la maggiore di pari passo a un’agricoltura fiorente che esprimeva il massimo nella produzione di olio e vino, date olive e uva di grandissima qualità. Tanto fu fortunato il XIX secolo, quanto depauperante si rivelò il XX, secolo della decadenza della cultura bottegaia e della massiccia emigrazione di giovani in cerca di occupazione altrove. Oggi comunque le sorti di Rivello hanno incontrato una seconda primavera sposando principalmente la logica del settore terziario ma insistendo sul processo di proficua industrializzazione tale per cui nuovi incentivi si continuano a ottenere in riferimento alla produzione più specificamente enogastronomica, con il settore manifatturiero e la branca turistica in fortissima ascesa.
L’opulenza legata alla presenza nell’abitato di edifici religiosi sconcerta a dir poco: se ne contano almeno 23 ubicati nel centro storico: un tale corteo immobile e magnifico è presieduto dalla Chiesa Madre di San Nicola, datata XI secolo e pronta a fregiarsi di una poderosa Cripta dalle pregevoli volte a crociera (oltre ad ammirevoli arredi e tele illustri come la Pentecoste di Francesco Oliva e l’Adorazione dei pastori di Salvatore Ferrari). Se c’è lei nella parte alta di Rivello, in quella bassa spunta fiera la Chiesa di Santa Maria del Poggio, custode di un fonte battesimale cinquecentesco e un bel polittico seicentesco. Trovano inoltre posto all’interno una Deposizione del 1720 realizzata da Salvatore Ferrari e l’Ultima Cena di Luca Giordano, dipinta sempre nel ‘700. Che dire poi del Convento di Sant’Antonio da Padova, sorto nel 1512 e struttura esemplare che conserva stupendi affreschi di Girolamo Todisco e la sontuosa Ultima Cena del Pietrafesa. Segue una miriade di cappelle che rimpinguano sensibilmente il corredo sacro, come già detto formato da un totale di 23 edifici tutti da visitare.
Escursioni outdoor possono essere tranquillamente fatte all’ombra dell’insanabile voglia di esplorare il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, il Lago Sirino, i boschi collinari e i compendi balneari della vicina Maratea.
Storia
In tal caso il quadro cittadino è completo e ad animarlo ci pensa una vivace popolazione di poco più di 3.000 persone. Rivello sembra sia nato come borgo siffatto intorno al VIII d.C. in sostituzione della vecchia città di Velia, andata distrutta a causa delle tremende scorrerie saracene. Si può dunque affermare in toni un po' storici e un po' mitologici che Rivello sia la "Velia rediviva", plasmata nel tempo da fieri occupanti quali i Longobardi e i Bizantini, per un certo periodo conviventi nella stessa area e dunque diffusori di due culture alquanto differenti l’una dall’altra (permangono ancora oggi i due nuclei distinti seppur facenti parte del medesimo contesto).Sarà forse questo il motivo per cui oggi l’ameno paesello rivela un caleidoscopio di tradizioni, usi e costumi riuniti in un sincronismo invidiabile e ricco sotto il profilo folcloristico. Vi contribuirono peraltro i Normanni e poi gli Angioini prima ancora dei Sanseverino, feudatari di riconosciuto polso. All’alba dell’Ottocento, Rivello si ritrovò prediletta ancella di una florida economia basata sullo sfruttamento delle risorse convertite in prodotti compiuti attraverso un fine artigianato applicato a più livelli. Le botteghe andavano per la maggiore di pari passo a un’agricoltura fiorente che esprimeva il massimo nella produzione di olio e vino, date olive e uva di grandissima qualità. Tanto fu fortunato il XIX secolo, quanto depauperante si rivelò il XX, secolo della decadenza della cultura bottegaia e della massiccia emigrazione di giovani in cerca di occupazione altrove. Oggi comunque le sorti di Rivello hanno incontrato una seconda primavera sposando principalmente la logica del settore terziario ma insistendo sul processo di proficua industrializzazione tale per cui nuovi incentivi si continuano a ottenere in riferimento alla produzione più specificamente enogastronomica, con il settore manifatturiero e la branca turistica in fortissima ascesa.
Cosa vedere a Rivello
Quest’ultimo dato non stupisce se si pensa che il patrimonio culturale di Rivello appare veramente ampio, incastonato in un nucleo urbano ch’è un pittoresco reticolato di vicoli, gradinate e piccole gallerie da percorrere con reale entusiasmo e ammirazione. In esso s’instillano bellezza ed eleganza di Palazzo Megale, monumento architettonico medievale (risale all’anno Mille) che accorpa due cappelle, una gentilizia, l’altra intitolata alla Madonna del Rosario. Il soffitto affrescato è certamente un valore aggiunto e in esso campeggiano i dipinti aventi come soggetto le Belle Arti.L’opulenza legata alla presenza nell’abitato di edifici religiosi sconcerta a dir poco: se ne contano almeno 23 ubicati nel centro storico: un tale corteo immobile e magnifico è presieduto dalla Chiesa Madre di San Nicola, datata XI secolo e pronta a fregiarsi di una poderosa Cripta dalle pregevoli volte a crociera (oltre ad ammirevoli arredi e tele illustri come la Pentecoste di Francesco Oliva e l’Adorazione dei pastori di Salvatore Ferrari). Se c’è lei nella parte alta di Rivello, in quella bassa spunta fiera la Chiesa di Santa Maria del Poggio, custode di un fonte battesimale cinquecentesco e un bel polittico seicentesco. Trovano inoltre posto all’interno una Deposizione del 1720 realizzata da Salvatore Ferrari e l’Ultima Cena di Luca Giordano, dipinta sempre nel ‘700. Che dire poi del Convento di Sant’Antonio da Padova, sorto nel 1512 e struttura esemplare che conserva stupendi affreschi di Girolamo Todisco e la sontuosa Ultima Cena del Pietrafesa. Segue una miriade di cappelle che rimpinguano sensibilmente il corredo sacro, come già detto formato da un totale di 23 edifici tutti da visitare.
Il Sovereto
Meta di pellegrinaggi è il Il Santuario della Madonna di Sovereto, che si trova ad ovest del borgo storico, che venne edificato nell'800 e all'interno del quale viene venerato il simulacro della Madonna Nera, originariamente trovata in Puglia, vicino a Terlizzi.Escursioni outdoor possono essere tranquillamente fatte all’ombra dell’insanabile voglia di esplorare il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, il Lago Sirino, i boschi collinari e i compendi balneari della vicina Maratea.