Menfi (Sicilia): il mare, le spiagge, il vino e cosa vedere
Menfi, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Menfi dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Basta prendere qualche colle morbido e disporlo a 3 km dalla costa lucente della Sicilia, incorniciarlo con il corso argenteo dei fiumi Belice e Carboj, e agghindare la zona con i templi dorici di Selinunte e gli scavi archeologici di Eraclea: con questa ricetta sofisticata si ottiene lo scenario magico che accoglie Menfi, paese siciliano di quasi 13 mila abitanti della provincia di Agrigento. Appollaiato sul litorale sud-occidentale sul mare della Sicilia, Menfi è incastonato tra i comuni di Montevago, Santa Margherita Belice, Sambuco di Sicilia e Castelvetrano, ma soprattutto è accarezzato dallo sciacquio turchese del Mediterraneo.
Qui, dove Menfi incontra il mare, ci sono degli scorci naturalistici interessanti, arricchiti da qualche borgata affascinante e pittoresca: vi si trovano il villaggio marinaro di Porto Palo, con la sua zona balneare e il Lido dei Fiori, ma anche la riserva naturale della foce del fiume Belice. Da vedere le “solette di Porto Palo”, una zona costiera di 25 ettari di grande interesse ambientale, lungo il Vallone Gurra di mare, dove si possono osservare la tamerice, il giunco pungente e il papavero cornuto.
Il “Serrone Cipollazzo” è invece una collina, simile a una grande duna perché coperta di sabbia fino ai 60 metri di altezza, ma culminante con un fitto canneto. Infine la collina “Capparrina di Mare” è rigogliosa di palme nane e altre piante tipiche mediterranee, affiancata da una caletta silenziosa popolata da tartarughe marine e gabbiani reali. Ma la bellezza di Menfi non risiede soltanto nelle meraviglie del paesaggio: la cittadella è nata come borgo rurale nel 1638, e nel tempo ha mantenuto inalterate le caratteristiche più pittoresche, con un tessuto abitativo semplice e grazioso costellato di chiese, palazzi eleganti e corti segrete.
Le costruzioni civili non sono da meno. Accano alla torre Federiciana si erge il Palazzo Baronale Pignatelli, creato per volere di Diego Aragona Tagliavia secondo gli schemi feudali, con un cortile centrale e i vani per gli animali e le derrate agricole. Il settecentesco Palazzo Ravidà è all’interno di un cortile nobiliare, e si distingue per la facciata sontuosa, con il portico a colonne doriche in pietra arenaria, ma ancora più antico è il Palazzo di Tito, nella centralissima Via della Vittoria.
Il vecchio saggio di Menfi è però il Castello Svevo, che risale al lontano 1238 ed era proprietà di Federico II di Svevia. Originariamente si trattava di una costruzione imponente, ma oggi ne resta soltanto la Torre Federiciana, composta da due edifici quadrangolari a quattro piani, alti quasi 19 metri e di forma irregolare. L’età avanzata di Menfi, oltre a regalare tante testimonianze storiche preziose, fa sì che le tradizioni paesane siano particolarmente ricche e colorite, legate ai riti pagani agricoli, ai riti cristiani antichi e al folklore contadino.
Molto sentiti sono anche i riti religiosi della Settimana Santa e della Madonna delle Grazie: quest’ultima si tiene a Porto Palo l’ultima domenica di luglio e comprende la tradizionale antenna a mare, un antico gioco che permetteva ai giovani di un tempo di imparare il mestiere dei marinai. Infine il secondo fine settimana di agosto si celebra la Festa di San Giuseppe, che per una giornata raccoglie in paese tutti gli emigrati di Menfi: per tre giorni si fondono componenti sacre e profane, e i visitatori assistono alle corse dei “berberi”, i cavalli montati dai fantini che percorrendo Via Boccaccio disputano il Palio Millusiano. Il sabato c’è un grande concerto, mentre la domenica culmina con uno spettacolo pirotecnico grandioso.
Di nuovo il vino protagonista a settembre con il Mandrarossa Vineyard Tour.
La costa, le spiagge e le colline
Ad accogliere il centro c’è il paesaggio solare del Meridione, ospitale e radioso come pochi: i pini marittimi e la macchia profumano di fresco, e i gabbiani che sorvolano la costa cantano con le loro voci allegre. Menfi se ne sta a metà strada, tra la vegetazione rigogliosa e il litorale, e possiede una fascia costiera di circa 10 km caratterizzata da una sabbia fine e candida, interrotta qua e là dagli scogli. La linea dorata è resa sinuosa dalla presenza delle dune, che si spingono nell’entroterra per alcune centinaia di metri.Qui, dove Menfi incontra il mare, ci sono degli scorci naturalistici interessanti, arricchiti da qualche borgata affascinante e pittoresca: vi si trovano il villaggio marinaro di Porto Palo, con la sua zona balneare e il Lido dei Fiori, ma anche la riserva naturale della foce del fiume Belice. Da vedere le “solette di Porto Palo”, una zona costiera di 25 ettari di grande interesse ambientale, lungo il Vallone Gurra di mare, dove si possono osservare la tamerice, il giunco pungente e il papavero cornuto.
Il “Serrone Cipollazzo” è invece una collina, simile a una grande duna perché coperta di sabbia fino ai 60 metri di altezza, ma culminante con un fitto canneto. Infine la collina “Capparrina di Mare” è rigogliosa di palme nane e altre piante tipiche mediterranee, affiancata da una caletta silenziosa popolata da tartarughe marine e gabbiani reali. Ma la bellezza di Menfi non risiede soltanto nelle meraviglie del paesaggio: la cittadella è nata come borgo rurale nel 1638, e nel tempo ha mantenuto inalterate le caratteristiche più pittoresche, con un tessuto abitativo semplice e grazioso costellato di chiese, palazzi eleganti e corti segrete.
Cosa vedere a Menfi
Tra i monumenti da non perdere c’è la Chiesa Madre di Sant’Antonio da Padova, danneggiata nel 1968 ma in seguito ristrutturata. Fondata nella seconda metà del Seicento, la chiesa divenne parrocchia nel 1705, e insieme alla torre Federiciana e al Palazzo Pignatelli è da tempo uno dei gioielli che incorniciano la piazza centrale del paese. Altri edifici di culto interessanti sono la settecentesca chiesa di San Giuseppe, la chiesa del Purgatorio di poco successiva, la chiesa dell’Addolorata del 1813 e la chiesa di San Rocco del 1851, con le paraste eleganti sulla facciata e le trabeazioni doriche.Le costruzioni civili non sono da meno. Accano alla torre Federiciana si erge il Palazzo Baronale Pignatelli, creato per volere di Diego Aragona Tagliavia secondo gli schemi feudali, con un cortile centrale e i vani per gli animali e le derrate agricole. Il settecentesco Palazzo Ravidà è all’interno di un cortile nobiliare, e si distingue per la facciata sontuosa, con il portico a colonne doriche in pietra arenaria, ma ancora più antico è il Palazzo di Tito, nella centralissima Via della Vittoria.
Il vecchio saggio di Menfi è però il Castello Svevo, che risale al lontano 1238 ed era proprietà di Federico II di Svevia. Originariamente si trattava di una costruzione imponente, ma oggi ne resta soltanto la Torre Federiciana, composta da due edifici quadrangolari a quattro piani, alti quasi 19 metri e di forma irregolare. L’età avanzata di Menfi, oltre a regalare tante testimonianze storiche preziose, fa sì che le tradizioni paesane siano particolarmente ricche e colorite, legate ai riti pagani agricoli, ai riti cristiani antichi e al folklore contadino.
Eventi, sagre e manifestazioni
Una delle occasioni più note è Inycon, la Festa del Vino, che si svolge tra la fine di giugno e l’inizio di luglio e celebra la squisitezza dei vini di Sicilia, con musica, spettacoli e degustazioni da leccarsi i baffi.Molto sentiti sono anche i riti religiosi della Settimana Santa e della Madonna delle Grazie: quest’ultima si tiene a Porto Palo l’ultima domenica di luglio e comprende la tradizionale antenna a mare, un antico gioco che permetteva ai giovani di un tempo di imparare il mestiere dei marinai. Infine il secondo fine settimana di agosto si celebra la Festa di San Giuseppe, che per una giornata raccoglie in paese tutti gli emigrati di Menfi: per tre giorni si fondono componenti sacre e profane, e i visitatori assistono alle corse dei “berberi”, i cavalli montati dai fantini che percorrendo Via Boccaccio disputano il Palio Millusiano. Il sabato c’è un grande concerto, mentre la domenica culmina con uno spettacolo pirotecnico grandioso.
Di nuovo il vino protagonista a settembre con il Mandrarossa Vineyard Tour.