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Moustiers Sainte-Marie: la cittą della ceramica nelle Gole del Verdon

Moustiers-Sainte-Marie, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Moustiers-Sainte-Marie dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Le Gorges (gole) du Verdon, fiume e affluente della Durance che solca le rocce raggiugendo una profondità di 700 metri, sono una delle attrattive naturali più suggestive di tutta la Francia. All’estremità occidentale del tortuoso tragitto che accompagna alla scoperta di questo itinerario panoramico si trova Moustiers Sainte Marie, antico borgo incastonato in uno splendido paesaggio rupestre che si innalza a 630 metri di altitudine ai margini di una profonda gola. Con i suoi 700 abitanti, questo paesino del dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza è uno dei più caratteristici villaggi francesi grazie anche alla particolare posizione geografica che lo vede all’incrocio fra le gole del Verdon e la Strada della Lavanda.

Le scogliere su cui è stato costruito il villaggio ne hanno garantito una difesa naturale nei secoli anche se attorno a Moustiers, come nella migliore tradizione del Medio Evo, erano state innalzate imponenti mura difensive.
Come ogni paese provenzale, le sue strade sono adornate da fontane d’acqua potabile dove uomini e animali si fermavano a dissetarsi e ancora oggi le piazzette del borgo ospitano antichi lavatoi in pietra che un tempo accoglievano le lavandaie intente a sciacquare i panni.
Percorrendo in salita strette viuzze acciottolate si raggiuge a piedi il centro storico, impreziosito da ben 20 mila ulivi che crescono rigogliosi ai lati del ruscello di montagna che lo attraversa. L’acquedotto prende acqua dal torrente per distribuirla ai mulini più a valle, oggi preziosa testimonianza di quello che un tempo fu un complesso sistema di irrigazione.

Con i suoi atelier e laboratori, Moustiers è uno dei principali centri francesi per la produzione della ceramica. Il prestigioso Musée de La Faïence, creato nel 1929 dalla locale Accademia, è stato allestito in una cripta scavata dai monaci di Lérins e racconta la storia della maiolica provenzale esponendo una ricca collezione di stampi, manufatti e utensili d’epoca.

Sinonimo di ceramica, faïence è la traduzione francese del nome Faenza: il procedimento faentino di lavorazione delle maioliche consisteva nell’applicare i colori prima della cottura direttamente su una superficie coperta di vernice bianca opaca. Questa tecnica artistica venne introdotta a Moustiers Sainte Marie da Pierre I Clérissy nel 1679. Successivamente tre editti reali emanati nel 1689, 1699 e 1709 imposero alla nobiltà di donare il vasellame d’oro e d’argento alle casse del regno favorendo così anche la diffusione di queste nuove opere d’arte.

Nel Settecento Moustiers vide fiorire fornaci, atelier e grandi talenti come i Clérissy, gli Olérys e i Laugiers che nel 1738 introdussero la policromia basandosi sulle tecniche spagnole del gran fuoco sino ai fratelli Ferrat che si ispirarono ai decori delle manifatture di Stasburgo. Le ceramiche iniziarono ad essere esportate a Parigi, a San Pietroburgo e nel Québec anche se poi nel 1840 la moda della porcellana inglese compromise la produzione locale tanto che nel 1874 l’ultima fornace del paese fu costretta a chiudere i battenti. A partire dal 1927, grazie alla riapertura di un laboratorio, l’arte della ceramica è tornata ad essere una delle principali attività artistiche di Moustiers.

Nei numerosi atelier del centro storico del borgo si possono osservare le tecniche di lavorazione della ceramica oltre che acquistare le riproduzioni delle opere create dagli antichi maestri ceramisti.

Proseguendo la passeggiata, dopo aver attraversato un piccolo ponte in pietra su cui si affacciano dimore e costruzioni con splendide facciate fiorite, si raggiunge una piazzetta dove si trova la chiesa parrocchiale, monumento storico dal 1913, che mostra orgogliosa il suo campanile romanico considerato uno fra i più belli di tutta la Provenza. Questa bella torre in tufo quadrata si innalza per 22 metri suddivisi in quattro piani con due aperture. Nel 1336, in occasione degli interventi di ampliamento della chiesa, non venne però rispettato il vecchio asse della navata: non se n’è mai saputa con certezza la motivazione anche se fra le più accreditate ci sarebbe la scelta di posizionare il coro in direzione di Gerusalemme o di ricordare la posizione della testa di Cristo sulla croce. L’attuale altare è un sarcofago in marmo bianco del IV secolo che rappresenta il passaggio del Mar Rosso.

Dopo la visita alla chiesa parrocchiale ci si può arrampicare su un sentiero che parte da Rue de la Bourgade e che conduce alla cappella di Notre Dame de Beauvoir: la deliziosa chiesetta trecentesca, abbarbicata a uno dei due versanti della montagna, si raggiunge tramite un ripido percorso di 262 scalini (un tempo erano 365) che si percorre in circa mezz’ora venendo adeguatamente ricompensati dalla meravigliosa vista offerta quando la si raggiunge. Il panorama, che spazia sino al Lac de Sainte Croix, permette anche di ammirare da vicino la stella del cavaliere.

I sette santuari che fiancheggiavano il percorso sulla collina nel 1860 hanno lasciato il posto alle 14 stazioni della Via Crucis successivamente decorate con maioliche di Simone Garnier. Costruita alla fine del XII secolo sui resti di un tempio mariano del V secolo, la cappella è un perfetto connubio di stili romano e gotico. Come altri edifici dell’arco alpino, il santuario di Notre Dame (dal 1921 monumento storico) è conosciuto per le sue “suscitations”: nel XVII secolo, i bambini nati morti riprendevano vita con il battesimo qui ricevuto salendo in cielo.

Nella gola sottostante l’edificio religioso è tesa una catena di ferro lunga 227 metri al centro della quale è stata appesa una stella dorata a cinque punte del peso di 400 chili. Nonostante sia stata rinnovata nel 1957, la leggenda vuole che a farla issare per la prima volta fra le due pareti di roccia sia stato nel XII secolo il cavaliere Balcas a ringraziamento della Vergine per essere stato liberato dalla prigionia durante la Settima Crociata di San Luigi. Ancora oggi, la stella svetta sulle teste degli abitanti scintillando al sole del tramonto.

Per tornare in paese si può ripercorrere lo stesso sentiero oppure addentrarsi in un altro percorso che riporta nel cuore di Moustiers Sainte Marie passando attraverso i boschi (troverete le indicazioni dal sagrato della chiesa).

E se vi capita di visitare il borgo l’8 Settembre non perdetevi la caratteristica celebrazione liturgica in onore della natività che si conclude con una simpatica colazione in piazza per tutti.

Informazioni al sito http://www.moustiers.eu
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