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Christiansted la storica cittą di St. Croix, Isole Vergini americane

Christiansted, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Christiansted dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Una delle più belle attrattive dell’isola di St.Croix – la maggiore dell’arcipelago delle US Virgin Islands - è la storica cittadina di Christiansted, una rara testimonianza d’armonia architettonica perfettamente preservata, con flair coloniale europeo. La sua visita accompagna attraverso il dominio danese, che fece la fortuna della corona per oltre due secoli grazie allo sfruttamento della colonia nel Mar dei Caraibi. Ci sono molteplici opportunità per esplorare l’intero patrimonio coloniale danese disponibile e ben conservato a St. Croix. Ma chi desidera concentrarsi sulla storica cittadina di Christiansted, la St. Croix Heritage Tours offre settimanalmente dei walking tour di Christiansted così come dell’altra cittadina isolana, Frederiksted. Ogni tour dura circa 1 ora e mezza. Tel.: 340-778-6997 skype. I tour di Christiansted iniziano alle 9:30 ogni martedì al Gazebo del Forte e costano US$ 12, - includendo tutti gli accessi ai palazzi ed edifici storici ed un drink fresco; metà prezzo per i bambini sotto i 10 anni.

Christiansted National Historic Site fu creato nel 1952 e s’stende in circa 3 ettari urbani comprensivi di cinque edifici storici: Fort Christiansvaern (1738), la Danish West India & Guinea Company Warehouse (1749), lo Steeple Building (1753), la Danish Custom House (1844), e la Scale House (1856). I tour guidati dai Ranger possono essere disponibili per individuali e gruppi facendone richiesta alla stazione del Parco a Fort Christianvaern.

Fondata su un’antica fondamenta francese conosciuta con il nome di Bassin, la cittadina coloniale danese di Christiansted fu disegnata e sviluppata nel 1734 da Frederik Moth, che fu il primo Governatore danese sull’isola. La storia ci narra che prima dell’insediamento francese a St.Croix, Bassin probabilmente fu il luogo di un insediamento olandese poi frutto di contesa tra spagnoli ed inglesi. Queste le chiare tracce di una cultura coloniale europea stratificata sull’isola di St.Croix. Un conflitto da parte dei francesi fu iniziato nel 1650 quando decisero di vendere la colonia ai Cavalieri di Malta. Bassin non fiorì e non divenne una cittadina cosmopolita, ma fu piuttosto una agglomerato di capanne fin quando giunsero i danesi. La città fu ufficialmente fondata nel 1735 dalla Danish West India and Guinea Company per conto della monarchia di Danimarca.

Nel 1671, King Christian V garantì alla Danish West India and Guinea Company l’autorizzazione a stabilirsi anche a St. Thomas e nelle altre vicine isole della West Indies. La Company capitalizzò il suo dominio tramite esplorazioni, sfruttamento, occupazione, commercio e vendita di capitali e divenne lo strumento principale della colonizzazione danese nella West Indies. Tra i principali soci proprietari il Re di Danimarca, l’amministrazione della corona e prominenti rappresentanti dell’aristocrazia danese.

Nel 1672 la Company si stabilì a St. Thomas, e in seguito a St. John tra il biennio 1717-18. Qui crearono piantagioni basate sullo sfruttamento degli schiavi neri, collegandosi al mercato europeo dei beni manifatturieri e dell’alimentazione. La Company ottenne lavoratori prigionieri dai trading post che mantenevano sulla costa occidentale africana. Il tutto per aumentare le proprie ambizioni commerciali nella colonie. St. Thomas fiorì, ma intorno agli anni 1680 cominciò il declino. In cerca di nuovi introiti per le casse del tesoro danese, la Company donò nel 1685 in leasing alla Brandernburg Company la parte del west end del St. Thomas Harbor. Di conseguenza St. Thomas divenne il maggior porto di transito per i cargo di schiavi africani nelle West Indies. Centinaia di schiavi neri africani arrivarono direttamente dall’Africa e da altre isole dei Caraibi per essere venduti a mercanti stranieri.

Nel 1697, la Danish West India and Guinea Company s’impadronì del mercato degli schiavi per il proprio business. Nel 1733 la Company acquisì St. Croix dalla corona francese per aumentare i propri profitti così come fecero a St. Thomas e St. John. Volevano espandere i commerci, creare nuove finanze e sfruttare gli schiavi africani non pagati.

La creazione di un porto fortificato, attraverso il quale le merci potessero essere esportate ed importate e che – al contempo – proteggesse la popolazione dei bianchi da minacce interne ed esterne fu essenziale nel raggiungere gli scopi ambiziosi. La città di Christiansted fu creata da Frederik Moth e appunto chiamata Christiansted in onore del sovrano regnante King Christian VI, e a all’epoca non fu certo facile costruire una città partendo da zero. Concepì Christiansted come un grande città simile a Christiania (oggi Oslo) in Norvegia, con boulevard, passeggiate e graziosi edifici allineati.

Christiansted prese forma in un momento liberatorio in architettura: lo stile neoclassico del 1700 cominciò le isole danesi, rispecchiando al contempo il benessere accumulato nel primo secolo coloniale. Il neoclassico delle West Indies è al suo culmine, solido e funzionale negli edifici con archi ritmici, luminosi con interni spaziosi, spesso arredati con mobilia di mogano, marciapiedi forniti di arcate per proteggere i pedoni dal sole e dalla pioggia, gallerie per raccogliere le brezze degli alisei e tetti a che raccolgono l’acqua piovana in cisterne. I mattoni gialli arrivavano a bordo dei vascelli dal Vecchio Mondo.

Ovviamente i lavoratori furono tutti schiavi africani importati a St. Croix per la costruzione della città. Infatti il vecchio post office nel downtown di Christiansted era il luogo di raduno per migliaia di schiavi africani. Oggi questo luogo è un landmark ed é gestito dalla giurisdizione del Virgin Islands National Park. Con schiavi liberi e prigionieri Christiansted rapidamente s’espanse nell’ultimo periodo del 18° secolo, riflettendo la prosperità ottenuta con le piantagioni di canna da zucchero. La Company fu responsabile della costruzione dei palazzi governativi, tra questi anche edifici sia commerciali sia residenze, soprattutto quelli per l’elite dei ricchi soci proprietari.

Nel 1740, la West India Company impiegava quattro lavoratori schiavi africani a Christiansted e nel 1744 se ne contavano 34 - tra cui cinque mastri scalpellini e sei carpentieri - a Christiansted. Tutti contribuirono a costruire i magazzini della Company, Fort Christiansvaern ed altri edifici tutti costruiti dagli schiavi neri. Tra il 1750-51, la Company impiegò 62 schiavi per costruire lo Steeple building, che oggi è un landmark storico a Christiansted. Lo Steeple fu completato nel 1752 insieme ad edifici della Company in prossimità del Forte. Durante questo periodo c’erano circa 1100 schiavi liberati ed altri non, residenti africani a St.Croix e ben 168 case che s’allineavano sulle strade. Nel 1755 Christiansted divenne la capitale della Danish West Indies. Il Re di Danimarca possedeva ed impiegava ben 64 schiavi africani in città. Il porto di Christiansted fiorì con i trasporti di barili, ed altre mercanzie mentre la popolazione aumentò fino a 5284. La crescita fu resa possibile dal lavoro dei neri così come da quello dei ricchi piantatori bianchi che li impiegarono. Schiavi africani, liberati e creoli - Abraham, Cuffee, Domingo, Emanual, Goliath, Simon, Andreas, Alexander e tanti altri - resero Christiansted la città che oggi ancor possiamo ammirare, patrimonio storico nazionale.
Fonte: U.S.Virgin Islands - Ufficio del Turismo
Ufficio Stampa Thema Nuovi Mondi srl
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 Pubblicato da - 15 Giugno 2010 - © Riproduzione vietata

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