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Guida all'Expo 2015 con i bambini: cosa fare, sapere e quali attrazioni vedere

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Expo 2015 somiglia ad un luna park, ma è molto di più di un grande parco giochi, perché permette di fare il giro del mondo e dei suoi sapori in poche ore. La maggior parte dei padiglioni è poi pensata per i bambini, o con percorsi paralleli a quello “per i grandi”, o con innovazioni tecnologiche accattivanti che faranno subito presa sulla curiosità del vostro baby esploratore.

Intanto due suggerimenti: siccome il biglietto non ha prezzi popolarissimi e siccome l’esposizione è davvero vasta, probabilmente deciderete di dedicare un solo giorno (intero) alla visita. In questo caso, fondamentale sarà selezionare i percorsi. In alternativa si può optare per un biglietto diurno la prima volta e poi tornare per incursioni notturne, con biglietto ridotto le volte successive.

OCCHIO AL BIGLIETTO
Il biglietto “base” adulto a data aperta costa 39 euro, ma esistono ticket per famiglie: 84,50 euro per due genitori e un bimbo, 99 se i bimbi sono due. Il biglietto serale costa 5 euro per tutti. Fino a 3 anni si entra gratis, dai 4 ai 13 il biglietto è solo in abbinamento ad un genitore a 16 euro o con family pack, mentre gli studenti fino ai 25 anni pagano 33 euro. Sempre considerando l’opzione della data aperta. Lo spettacolo serale AllaVita del Cirque du Soleil ha un prezzo a parte che varia dalle 12,50 alle 35 euro.

ATTENTI AL BUS
(Leggi anche Come arrivare ad Expo) Il Decumano su cui svetta la maggior parte dei 152 padiglioni è lungo poco meno di 2 km che, se percorsi avanti e indietro, fanno già un bel numero di passi. Senza contare l’avvicinamento. Arrivando, infatti, con il treno dalla nuova stazione di Rho Fiera ( 2,20 euro a tratta da Milano) si cammina di meno. Poco più lungo è il percorso di accesso via metrò ( costo 2,50 euro a tratta da e per Milano centro). Treno e metrò arrivano agli accessi ovest di Fiorenza e Triulza, quest’ultimo quello in assoluto più vicino ai cancelli di Expo. In auto bisogna parcheggiare ad Arese, Rho Fiera o in via Novara a Milano al costo di 12,20 euro al giorno, cosa che dunque conviene, rispetto ai mezzi pubblici e considerando anche la benzina, solo se si è almeno in 4 a viaggiare sullo stesso veicolo. Lasciata l’auto si attendono le navette gratis che in 20 minuti conducono “vicino” al sito, o a Fiorenza, o ad altri due ingressi ad Est di Expo, Roserio e Merlata. Da Roserio servono anche 15 minuti a piedi per scavalcare l’autostrada sul nuovo ponte. Un po’ di meno a piedi si impiega dall’altro ingresso di Merlata. A questo punto, soprattutto se si arriva in auto con bimbi, la prima cosa da fare è dotarsi di una mappa che riporta anche le fermate del “people mover” l’efficiente servizio di navetta interna che corre ininterrottamente dalle 10 alle 23 lungo il perimetro di Expo, in modo da tagliare sui tempi e sui trasferimenti. Per farsi tutto il decumano a piedi con un bimbo, diversamente si possono impiegare anche più ore, considerando le attrazioni (dei padiglioni), le tentazioni (dei gadgets e degli spuntini) e la stanchezza come nemici e rallentamenti al tour. Il “Mover”, con le sue 10 fermate, sarà un preziosissimo alleato contro la stanchezza e pro - portafoglio.

PASSAGGIO A OVEST
Considerando di entrare da uno degli ingressi Ovest (Triulza e Fiorenza, serviti da treno, metro e dalle navette di chi ha parcheggiato in fiera) ecco quindi un itinerario ragionato a misura di bimbo. Una guida ad Expo 2015 che basterà ribaltare qualora l’ingresso avvenga da est, Roserio o Merlata. Il consiglio, sia in un senso sia in un altro è di portarsi, soprattutto per i bimbi, qualche cosa da sgranocchiare: per carità il tema di Expo 2015 è proprio il cibo è sarà appassionante far assaggiare ai bimbi tante cucine diverse, ma bisogna pur mettere in conto qualche coda, l’appetito imprevisto e anche i prezzi per decidere che sì, magari un pasto si può fare seduti nel mondo di Expo, ma per gli spuntini della giornata non sarà sbagliato optare per un pic nic, magari seduti sui prati che circondano le zone verdi, lungo il perimetro di Expo dove, fra l’altro, si concentra anche la maggior parte di chioschi e food truck, i camioncini – cucina dove “tamponare” l’acquolina con focacce, gelati e leccornie più “banali e nostrane” e meno esotiche, ma pur sempre nutrienti. In ogni caso per spuntini più rapidi (sempre code permettendo) meno impegnativi (dal punto di vista economico) e tradizionali (dal punto di vista della proposta) ogni dieci padiglioni circa, ci sono delle zone ristoro con snack, toilette e spazi all’ombra, per sostare anche con pranzo al sacco, come in una sorta di autogrill per pedoni. Siccome fra gli sponsor di Expo non mancano le muti nazionali, poi, ricordate che Mc Donald’s c’è e se ne sta sul decumano vicino all’ingresso est, mentre il bellissimo padiglione della Coca Cola è sul cardo, dal lato opposto del Padiglione Italia. (Leggi anche cosa e dove mangiare ad Expo)

PADIGLIONE ZERO E MADONNINA

Entrando dagli ingressi ovest è impossibile non vedere le sue colline e la grande quercia che svetta uscendo dal tetto. “Divinus halitus terrae”, il respiro divino della terra, è il claim del padiglione zero dell’Onu che è un po’ come la “genesi” per la Bibbia. Questo è uno dei pochi padiglioni che è bello dentro e fuori e che contiene anche “oggetti” preziosi. Sembra davvero un museo, ma di nuova generazione, grazie a grandi pannelli luminosi con fotografie giganti di ogni frutto della terra e grazie ad un’intera parete dove riconoscere molte spezie. Anche la sala con gli animali del mondo plasmati a grandezza naturale, e con i pesci appesi al cielo, è perfetta per i bambini che vi potranno camminare in mezzo, a differenza di quanto si fa in museo tradizionale dove il “contenuto” è tenuto a “distanza” rispetto al visitatore, rinchiuso e protetto da teche. Qui ci sono anche importanti reperti archeologici, dai piatti greci ai bicchieri romani e altri manufatti del mondo arabo, il tutto accomunato quindi dal tema della cucina e dagli utensili per il cibo. Dopo questo padiglione che, oltre che da vedere è anche (in parte) da toccare, sarà difficile portare ancora i nostri figli in musei più tradizionali, magari con oggetti antichi e preziosi, ma costretti e sacrificati per via di allestimenti ormai datati. Speriamo che l’esempio “zero” serva e faccia scuola. Poco oltre non mancate una visita almeno all’esterno del padiglione della Veneranda fabbrica del Duomo dove una riproduzione a grandezza naturale della Madonnina di Milano, impone almeno una foto e una sosta per i più piccoli, non solo milanesi, che magari non l’hanno mai vista se non in fotografia.

DAL BRASILE A SAVE THE CHILDREN

Non servirà convincerli: quando i vostri bimbi vedranno qual è la via d’accesso al padiglione del Brasile, sarà amore a prima vista per quell’enorme rete elastica che simboleggia il “precario” compito di salvaguardare la natura e che loro inevitabilmente scambieranno per un gioco. Balzi e passetti, foto ricordi sospesi a diversi metri da terra: il Brasile per loro potrebbe chiudersi qui. Ed è giusto così. Questa è davvero una delle attrazioni più gettonate dell’intera Esposizione universale. Poco oltre, il padiglione di Save the children organizza molti eventi: non perdete di vista il calendario.

FAR EAST

Pochi passi lungo il decumano ed eccovi nell’Estremo Oriente: da non perdere sono almeno quattro assaggi diversi di quella fetta di mondo. Il padiglione della Corea del Sud è uno di quelli più amati dagli adulti, ma le suggestioni “fluorescenti” di otri che si illuminano e di macchine enormi che affettano la frutta (in foto) e la tagliano, lasciano a bocca aperta ad ogni età. Se poi pensate che i vostri bimbi siano pronti per sperimentare cibi esteri, nel ristorante e nel bar coreano si possono fare gustosi assaggi rigorosamente usando le bacchette per mangiare.

Seconda tappa orientale è la Malesia, uno dei più originali padiglioni visti dall’esterno grazie alla sovrapposizione di quattro grandi semi. La cosa più divertente per i bimbi è il primo ”seme” dove i grandi apprezzeranno, invece, soprattutto i comodissimi divani che ne fanno quasi un cinema di ultima generazione. Il film? Tutta la bellezza della Malesia narrata in pochi minuti grazie ad un video molto ben orchestrato. Uscite e dirigetevi subito in Thailandia e fate presto perché qui, intorno al padiglione sta crescendo davvero il riso e quando sarà pronto si potrà raccogliere. Le piantine hanno “età” diversa e per i bambini è molto istruttivo coglierne la diversa maturazione.

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PAUSA AL CHILDREN PARK
Siete ora giunti a metà del decumano. Da un lato si apre la corte di Eataly con i sui ristoranti regionali, ma dall’altro lato, a cinque minuti a piedi ( vicino alla fermata 3 del people mover) ecco uno spazio disegnato solo per i bimbi. E’ il “children park” pensato da Reggio children per i visitatori under 10 e strutturato su 8 aree tematiche, fra grandi mele e giochi dove ritemprarsi dalle visite con i grandi. Qui sono frequenti anche laboratori animati da personale specializzato e c’è anche un orto gestito dalla Fiera di Bologna dove i piccoli possono “familiarizzare” con zappe e roncole.

MILLE E UNA NOTTE
Ritornando sul decumano, sono tre le tappe da non perdere per i più piccoli prima di arrivare al cardo e quindi all’incrocio principale di tutta Expo che, venendo da ovest, significa aver coperto già due terzi della visita. La prima tappa tocca uno dei padiglioni più griffati, quello degli Emirati Arabi Uniti. Firmato da Norman Foster e ispirato ai canyon scavati dagli antichi fiumi nel deserto del Medio oriente e dei Paesi arabi, le sue linee piaceranno a mamma e papà. Per i più piccoli, invece, irresistibile è la storia di Sara, una bimba che si ritrova in pieno deserto, vestita “solo” dei suoi Armani junior e imparerà ( anche a tempo di rap) a cavarsela, fra mille peripezie.

Seconda tappa e siamo già in Kazakhstan, la nazione che ospiterà la prossima Esposizione universale, in calendario nel 2017 nella capitale Astana. Questo è uno dei Paesi più “divertenti” almeno secondo il suo padiglione qui ad Expo. Un piccolo quiz con delle ruote girevole introduce alle conoscenze base sullo sterminato paese asiatico: anche così i inganna la coda. All’interno i bambini apprezzeranno soprattutto gli allestimenti e i tablet che penzolano, come mele dagli alberi, per fornire spiegazioni a misura di bimbo. Per grandi e piccoli è, invece, l’emozione in 3D che si vive, come al cinema, con tanto di occhialoni, durante il video finale. Da brivido.

In Europa si torna in pochi passi e la Spagna ha un allestimento accattivante dove spicca, per i più piccoli, un’intera sala “tappezzata” di piatti che variano colore. Nel suo tapas bar, inoltre, si può far fare al bimbo, la sua prima esperienza di street food con spuntini, tapas e pinchos per respirare aria di “erasmus” e della gioventù che ( per lui) deve ancora arrivare.

UBER ALLES
Questa volta la partita non finisce 4 -3 per l’Italia, ma la vincono nettamente i tedeschi che hanno realizzato uno dei padiglioni più costosi, ma anche più belli ed intelligenti di Expo 2015, capace di divertire i piccoli e stupire i grandi anche i più “saputi”, grazie ad un percorso che alterna il divulgativo allo scientifico. Il padiglione ha un motto “stay active”, un inno alla brillantezza mentale oltre che fisica, ed è un vero “Campo di idee”. Si può visitare a vari livelli di “attenzione”, ma a tutti serve la “lavagna” magica con cui interagire con le varie “stazioni” del padiglione dedicate all’acqua, alla terra, al clima, alle piante antiche e all’allevamento. Intanto grandi alberi sono alimentati da pannelli solari flessibili di ultima generazione studiati proprio in Germania. Il “progresso” sfila accanto alla tradizione di un gioco senza tempo: è il telefono senza fili “rivisitato” con cui si può cercare dal primo piano, di attirare l’attenzione degli amici o dei visitatori che stanno già all’ultimo piano. Un’idea simile c’è anche in centro a Milano, a Porta nuova nella nuova piazza Gae Aulenti, ma non è dato sapere chi l’abbia pensata prima. Proseguendo, il percorso, presenta delle “campane” sotto le quali i bambini possono muovere le cose e avere informazioni sul clima solo muovendo la loro mano come fosse un grande mouse. Poco oltre si pensa a sensibilizzare i visitatori nell’acquisto consapevole, attraverso la “lettura” delle etichette. Ed ecco che un grande carrello, da far scorrere sulla parete, permette ai più piccoli di sapere che cosa si mette nel cestello della spesa. Al piano superiore si attraversa un vero giardino che ricorda quello che “Della principessa “ a Berlino con oltre 200 essenze. Poi si può optare per uno show musicale o passare direttamente all’esterno sulla terrazza dove riposarsi fra birra, salsicce e baghel oppure continuare a stupirsi con altri effetti speciali che riproducono i vari dialetti del Paese. Non vi basta? Ricordate allora che le scarpe delle hostess sono biodegradabili e finita Expo saranno piantate, dato che le suole contengono semi.

MAROCCO E QATAR
Ancora uno sforzo per due padiglioni dalle mille sorprese. Il padiglione del Maghreb è una vera città fortificata di quelle che si vedono, scolpite nel fango, nell’interno del Marocco. Intorno un giardino profumato si alimenta grazie all’irrigazione di vere cataratte proprio come nella valle del Draa a sud di Marrakech. L’interno di questa Qasbah trapiantata nell’hinterland milanese è una vera gioia per i bambini. Fiori e frutta marocchina, dai datteri alle spezie, alle rose, sono tutti a portata e anche il clima si adegua di stanza in stanza, passando dalle gelide brezze dell’Atlante al caldo folgorante delle dune, al confine con l’Algeria, come a Merzouga. Fuori dal padiglione, poi, un piccolo suq permette di crogiolarsi fra spuntini, tattoo all’hennè e artigianato. Anche nel Qatar hanno pensato “in piccolo”, per i baby visitatori, attraverso un percorso intelligente e accattivante che permette di costruirsi una tavola su misura, scegliendo fra cibi locali che si imparano a riconoscere e cibi stranieri.

ALBERO DELLA VITA E FOODY

A questo punto avrete percorso l’intero decumano e tornando a ritroso (con people mover fermata 5) la visita non può che proseguire con due dei simboli principali dell’intera Expo 2015. Il primo è quell’”albero della vita”, ideato da Marco Balich ed ispirato alla torre di Babele. Se ne sta immerso nella “lake arena” e la sera propone uno spettacolo di suoni e luci che fa un po’ Las Vegas, un po’ cerimonia dei Giochi olimpici. In fondo un po’ atleti lo si è diventati, soprattutto nel mezzofondo di questa camminata. Una sosta sulle scalinate del lago, a contemplare l’albero o sulle poltroncine rosse è d’obbligo, prima di dirigersi al prossimo appuntamento con l’altro ”testimonial” di questa Expo. Lui è Foody, l’allegra mascotte che con zucchine, verdure e compagnia cantante se ne va in parata, due volte al di (alle 16 e alle 19), lungo il decumano. La mascotte si ispira ad un quadro di Giuseppe Arcimboldo, pittore rinascimentale che amava dipingere volti realizzati con ortaggi e frutta. Una delle sue tele è al Padiglione Italia, si chiama l’”Ortolano” e arriva da Cremona, ma non sarà purtroppo visibile al pubblico perchè è conservata fino a fine agosto nelle sale di rappresentanza ( chiuse ai visitatori) del padiglione. Foody ne è comunque una colorata rilettura moderna, in attesa di poter vedere ancora l’originale a Cremona dal prossimo settembre.

CACAO MERAVIGLIAO
Risalendo per il decumano si può fare ancora un sosta in uno dei cluster, ovvero quei padiglioni collettivi che hanno unito alcuni paesi basandosi su un medesimo tema espositivo, dal riso, al caffè, dalle spezie al cacao. Ed è proprio il cluster del cacao ad essere il più interessante per i bimbi, grazie a numerosi choco lab che si ripetono ogni giorno. Se col cioccolato vi sentirete appesantiti, niente paura. Ad affinare la forma, che di sicuro, con questa bella camminata, non avrete perso, pensa Technogym, uno degli sponsor di Expo, che lungo il percorso mette a disposizione dei visitatori più audaci tapis roulant e cyclette da provare in loco, pensando anche ai più piccoli con dei mini percorsi curati da Kinder per combattere l’obesità infantile. Se riuscirete a fare tutto questo in un giorno con i vostri bimbi, vostra sarà l’Expo 2015 e la soddisfazione di dire, “Io c’ero!”. E soprattutto: “Ce l’ho fatta”.

 Pubblicato da il 11/05/2015 - - ® Riproduzione vietata

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