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Uzupis e la sua Repubblica: il quartiere bohemien di Vilnius

Quartiere giovane di Vilnius famoso per la sua Repubblica pacifista con tanto di costituzione.

Užupis, che in lituano significa “dall'altra parte del fiume”, è il quartiere bohemien per eccellenza di Vilnius, popolato da circa settemila persone, buona parte delle quali artisti. Aldilà dell'aspetto pittoresco delle sue vie o degli angoli più nascosti, Užupis vanta in realtà una storia piuttosto turbolenta, essendo stato a lungo un quartiere malfamato dove vivevano prostitute e malviventi, che avevano occupato gli edifici abbandonati durante la Seconda Guerra Mondiale dalla locale popolazione ebraica, che qui risiedeva prima di subire terribili angherie ed essere deportata nei campi di concentramento nazisti.

Vilnius, moderna capitale lanciata con entusiasmo verso una dimensione sempre più europea, ha evidentemente compiuto passi da gigante rispetto agli anni Novanta, quando usciva, assieme a tutta la Lituania, dalla sfera d'influenza dell'ormai disciolta Unione Sovietica. E' proprio nei primi anni dell'indipendenza lituana che si situa la nascita della Repubblica di Užupis, sulla scia di altre esperienze simili come la Città Libera di Christiania a Copenaghen, tra le tante nel mondo.
A differenza della cittadella danese, Užupis è forse meno politicizzata e più incentrata sull'aspetto artistico; la comunità di artisti che vi risiedeva decise, nel 1997, di proclamare la propria indipendenza e di fondare una repubblica autonoma dotata di tutti gli elementi del caso: una bandiera che cambia colore a seconda delle stagioni, una moneta (l'Eurouz), un governo basato su un'originale Costituzione (Qui tutti gli articoli) e addirittura un proprio sgangherato esercito, formato da dodici “soldati” che si esibiscono per le vie della città come musicisti di strada.

Si può decidere di prendere seriamente o meno questa realtà, ma è indubbio che Užupis offra una prospettiva diversa sulla società: la sua Costituzione, affissa sulla pubblica via, si sviluppa in 41 brevi articoli che espongono diritti e responsabilità dei cittadini. Anche in questo caso, il visitatore che si prende il tempo di una lettura (i pannelli sono tradotti in varie lingue), è portato istintivamente a ragionare sulla vita e sulla società nella quale viviamo tutti: l'articolo 37, ad esempio, ricorda che “tutti hanno il diritto di commettere errori”, il n°32 ricorda invece che “tutti sono responsabili della propria libertà”, l'articolo 9 suggerisce che “tutti hanno diritto ad oziare”, mentre gli articoli n°16 e 17 sanciscono rispettivamente che “tutti hanno diritto di essere felici” e “tutti hanno diritto di essere infelici”; il n°3, infine, ricorda che “tutti hanno diritto di morire, ma non è obbligatorio”.

Il quartiere è oggi frequentato da turisti e curiosi, ma è sempre attivo dal punto di vista artistico, grazie anche ai due rinomati centri artistici che qui hanno sede; molti abitanti di Užupis, va da sé, sono eclettici artisti ed intellettuali, ma anche abili lavoratori artigiani. A differenza di quanto si potrebbe credere, nonostante il rifiuto di molti aspetti della società moderna, il quartiere – o meglio, la Repubblica – interagisce con la città circostante, e propone attività frequentate da tutti, anche dallo stesso sindaco di Vilnius – Artūras Zuokas – il quale, peraltro, vive proprio a Užupis.

Nella piazzetta che si trova all'incrocio tra le vie Užupio e Malunų si trova il simbolo del quartiere, la statua dell'Angelo Gabriele che suona la tromba, che da alcuni anni ha rimpiazzato una statua di un uovo gigante.
Sul ponte che separa Užupis dal resto della città si trovano, come del resto praticamente ovunque, tanto a Roma come a Francoforte, migliaia di lucchetti simbolo di promesse d'amore.
Il quartiere è, in ogni caso, un vero gioiello architettonico, nel quale sorgono alcuni edifici caratteristici come la chiesa di Sant'Anna, costruita in stile gotico sul finire del XV secolo, od il convento delle suore bernardine, il primo in assoluto in Lituania.
Užupis è però anche un luogo eccellente per sedersi in un bar e bere qualcosa in assoluta tranquillità sulle sponde del fiume, chiacchierando magari d'utopia o di letteratura, e contemplando gli edifici circostanti appartenenti, come per assurdo, ad un'altra Repubblica.

 Pubblicato da il 25/04/2013 - 21.707 letture - ® Riproduzione vietata

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