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Il Graben di Vienna, shopping tra i monumenti della Innere Stadt

Il Graben è una delle vie dello shopping di Vienna. Interamente pedonale il percorso lastricato si collega alla via Kohlmarkt che di fatto fa unire la zona dello Stephansdom con l'Hofburg. Da non perdere la Pestsaule, il Judisches Museum e il Dorotheum.

Oltre a Karntnerstrasse, la via della “movida” viennese è il Graben e la sua naturale prosecuzione nella Kohlmarkt, che mette in comunicazione l’Hofburg con lo Stephansdom. Entrambe chiuse al traffico e contraddistinte da un incessante viavai di pedoni, le due strade commerciali hanno però conservato un aspetto esclusivo non riscontrabile in Karntnerstrasse. I loro negozi, molti dei quali agghindati come se l’Impero esistesse ancora, vantano filiali da tempo defunte in località quali Karlsbad, Lipsia e Praga, mentre altri sfoggiano ancora l’emblema “K.K.” o “k.u.k.”, equivalente austriaco del “Fornitore di Sua Maestà la Regina” mostrato dai negozi della Londra che conta. Tra questi negozi fuori moda ci sono molti edifici Art Nouveau e diverse gioiellerie progettate dal decano dell’architettura moderna austriaca: Hans Hollein. Graben, “fossato” in tedesco, che si estende a nord-ovest dell’incrocio formato da Stock-im-Eisen-Platz e Karntnerstrasse, era per l’appunto un fossato scavato dai romani in difesa del loro accampamento, mentre oggi è una via fiancheggiata da negozi di lusso, edifici Jugendstil e palazzi storici.

Particolarmente imponente è il neorinascimentale Equitable Palais, che presenta un bel cortile interno rivestito da ceramiche ungheresi Zsolnay, ma degne di nota sono anche la neoclassica Erste Osterrichische Sparkasse, situata all’incrocio con Tuchlauben e decorata da un’ape dorata che simboleggia la vita frugale e laboriosa, ed il Grabenhof, preceduto da un pittoresco loggiato di marmo rosso progettato da Otto Thienemann e costruito da Otto Wagner. Da non perdere anche la Pestsaule (1), la “Colonna della Peste”, di Fischer von Erlach, una torreggiante massa amorfa di nuvole turbinanti, santi e cherubini ricoperta da una ragnatela di reti metalliche disposte per tenete lontano i piccioni. Oltre alla colonna, tutto ciò che rimane dell’età barocca di Graben è il Palazzo Bartolotti-Partenfeld, realizzato da Johann Lukas von Hildebrandt all’angolo con Dorotheergasse. La Pestsaule è affiancata da due fontane, che servivano  la zona del Graben nella difesta contro gli incendi, una piaga del centro storico di Vienna, nel passato. Le due fontane sono chiamate Josefbrunnen e Leopoldsbrunnen e sono dedicate rispettivamente a San Giuseppe e San Leopoldo, come testimoniano le statue che le sormontano.

Leggermente indietro rispetto a Graben, e per questo non conteggiata tra le sue bellezze barocche, si erge la Peterskirche (2), quasi del tutto ultimata da Hildebrandt nel 1708. Trovandosi su una piccola piazza, lo spazio entro il quale l’architetto dovette progettare la chiesa dalle due torri gemelle era molto ridotto, ragion per cui l’edificio a prima vista può apparire in qualche modo schiacciato dalla sua grandiosa cupola ovale. All’interno, l’affresco della cupola, l’Assunzione della Vergine Maria di Johann Michael Rottmayr, è difficile da distinguere a causa dei colori smorzatisi con gli anni, ma da comunque un contributo incommensurabile al complessivo senso di teatralità dovuto alla mole di stucchi color ocra e dorati impiegati un po’ dappertutto. L’altare maggiore altobarocco e il favoloso dipinto della cupola nel coro sono opera degli scenografi teatrali Galli-Bibiena, un gruppo di artisti bolognesi dei primi del ‘700 specializzati nel trompe l’oeil. Il sontuoso pulpito dorato è altrettanto magnifico, ma l’opera più sensazionale è il monumento d’oro e d’argento raffigurante San Giovanni di Nepomuk posto di fronte ed eseguito da Lorenzo Mattielli.

Tornando su Dorotheergasse, tra l’altro sede di molte famose istituzioni viennesi, una delle attrattive principali è il Judisches Museum (3), il “Museo Ebraico”, ospitato all’interno del Palais Eskeles. Il primo museo di questo genere aperto al mondo (1895), fu ampiamente saccheggiato nel corso della seconda guerra mondiale, e l’esposizione attuale non è che una metà di quella originale. Al piano terra, il cortile aperto è dominato da una vetrina gigante piena di materiale storico ebraico, con citazioni incise provenienti dalla Torah e da altre fonti. Nel complesso i curatori hanno voluto evitare la solita ripetizione di vetrine statiche, paludate, e di foto da cinegiornale sulle atrocità del passato. Nelle interessanti mostre temporanee al primo piano, infatti, l’accento è posto sulla vita degli ebrei viennesi di oggi, e sull’esposizione di opere di artisti e fotografi ebrei della comunità locale. Le mostre speciali occupano parte del secondo piano, che accoglie anche le mostre permanenti del museo, mentre il terzo piano contiene lo Schaudepot, ovvero il deposito.

Più avanti, dopo il Judisches Museum, c’è l’istituzione dalla quale prende il nome la strada: il Dorotheum (4), la prima casa d’aste cittadina, fondata nel 1707 dall’imperatore Giuseppe I come banco di pegni per i ricchi. Oggi le aste si svolgono tutti i giorni e in vendita si può trovare praticamente di tutto: dalle opere d’arte si seconda scelta, che costano quattro soldi, a mobili Jugendstil e opere minori di artisti del calibro di Klimt e Schiele, per i quali dovrete essere pronti a fare un mutuo. Non fatevi comunque intimidire dall’ingresso lussuoso: chiunque può entrare e guardare gratuitamente gli oggetti esposti. La linea dell’antico fossato romano scende giù per la stretta strada di Naglergasse, ma la maggior parte dei passanti gira a sinistra alla fine di Graben imboccando Kohlmarkt, dove un tempo si teneva il mercato della legna e del carbone. Per prima cosa vale la pena di ammirare la vista mozzafiato verso la cupola verde del Michaelertor che sottolinea l’ingresso principale dell’Hofburg dalla Innere Stadt, uno scorcio bello come pochi altri in città.

Proseguendo a piedi si arriverà ad uno dei negozi più amati della capitale austriaca: il caffè Demel, una delle migliori caffetterie di Vienna, che serve ottime torte ed un caffè fantastico. Un’altra istituzione viennese è l’Artaria Haus, un edificio Jugendstil che rimane un po’ in disparte rispetto alla strada, ma che è caratterizzato da una bella facciata in marmo eseguita da Max Fabiani nel 1901. I lastroni bullonati al primo piano anticipano la Postsparkasse di Wagner, mentre al piano terra si trova la libreria degli esperti cartografi Freytag & Berndt.

(1) Pestsaule si raggiunge in metro (U1, U3 Stephansplatz) e in autobus (1A, 2A, 3A)
(2) Peterskirche è aperta da lunedì a venerdì dalle 7.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 19.00. L’ingresso è libero / metro: U1, U3 Stephansplatz / bus: 1A, 3A / phone: 533 6433 / web: www.peterskirche.at
(3) Judisches Museum è aperto da lunedì a mercoledì, venerdì e domenica dalle 10.00 alle 18.00, il giovedì dalle 10.00 alle 20.00. Il biglietto di ingresso costa 5 € (intero) e 2.90 € (ridotto) / metro: U1, U3 Stephansplatz / phone: 535 0431 / web: www.jmw.at
(4) Dorotheum è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, il sabato dalle 9.00 alle 17.00. L’ingresso è gratuito / metro: U1, U3 Stephansplatz / phone: 515 60-200 / web: www.dorotheum.com

 Pubblicato da il 12/04/2011 - 19.316 letture - ® Riproduzione vietata

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