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La Moschea Blu (Sultanahmet Camii): la sfida di Ahmed I a Santa Sofia

La moschea blu chiamata da turchi come Sultanahmet Camii, si trova a fianco di Santa Sofia e domina la parte centrale dell'Ippodromo. Fu voluta ad Ahmed I che fece largo uso delle piastrelle di Iznik, da cui le tinte bluastre degli interni.

Si chiama Sultanahmet Camii, ma per tutti è la Moschea Blu, il vero capolavoro ed una delle migliori attrazioni di Istanbul, voluta da Ahmed I, che volle costruire una moschea a fianco di Aya Sofya (Santa Sofia o Haghia Sophia), cercando di superarla in bellezza. Se forse Santa Sofia rimane comunque più elegante dal punto di vista architettonico, e non dimentichiamo che fu fatta più di 1000 anni prima, la Moschea Blu rimane comunque un capolavoro dell'arte ottomana e una moschea da includere assolutamente nel proprio programma di viaggio ad Istanbul.

Il nome di Moschea Blu deriva dal massiccio uso di ceramiche di quel colore usato per rivestire l'interno dell'edificio. Ahmed I insediatosi giovanissimo come sultano (era ancora minorenne) volle un edificio che dimostrasse la potenza e la maestria ottomana, nonostante alcune sconfitte militari che avevano segnato il suo ingresso al comando. L'edificio venne costruito con grande sforzo economico, e facendo largo uso di piastrelle di Iznik, le ceramiche più famose dell'impero, e la quantità utilizzata fu talmente elevata che il Sultano fu costretto a ricorrere ad altri produttori, dato che a Iznik la produzione non riusciva a soddisfare l'enorme domanda.

La Moschea fu completata nel 1616 e inaugurata l'anno dopo, ma Ahmed I non riuscì a goderne dato che morì giovannismo quell'anno (aveva 27 anni) dopo aver contratto il tifo. Ora è sepolto nello specifico Mausoleo che si trova sul lato nord della Moschea Blu, e con lui si trovano i due figli, anch'essi divenuti sultani, Osman II e Murad IV.

La Moschea Blu si trova nell'Ippodromo, e la sua costruzione fu eseguita sul sito dove si trovava il Gran Palazzo di Costantinopoli, che era stato distrutto con la presa di città da parte di Mehmet II il conquistatore (Maometto II). Per erigerla furono utilizzati anche materiali provenienti dallo sfendone , la gradinata bizantina a curva che si trovava lungo il tracciato delle corse dei cavalli. Per la costruzione fu incaricato l'architetto Mehmet Aga, allievo del celebre architetto Sinan. Il progetto sviluppato da Aga è sicuramente di grande eleganza, ricco di cupole e linee curve, e rappresenta un ottimo esempio di stile misto, a metà strada tra l'arte bizantina e ottomana. Tra l'altro il progetto fu considerato molto ambizioso per l'epoca, quasi irriverente nei confronti della Mecca, dato che anche qui erano previsti 6 minareti anziché i classici 4. Ahmed I superò elegantemente il problema fornendo i soldi per la costruzione del 7° minareto alla Mecca, che ora ne possiede ben 9.

Consigliamo comunque di osservare il complesso dai giardini del Parco di Sultanahmet, che trovandosi a metà strada tra Santa Sofia e la Moschea Blu consente di ammirare entrambi gli edifici, permettendo il confronto diretto. Una volta entrati nel grande cortile della moschea, nella stagione estiva l'ingresso nell'edificio per i turisti rimane separato da quello principale utilizzato dei fedeli, ed è situato sul lato settentrionale dell'edificio.

L'ingresso principale è comunque quello più interessante, con una serie di cupole che danno profondità verticale alla vista, e preparano il fedele all'ingresso e alla vista delle cupole dell'interno. L'interno è magnifico, e i riflessi blu-azzurri delle piastrelle forniscono una luce magica che avvicina sicuramente alla preghiera. Diversamente da Santa Sofia qui la cupola è sorretta da quattro enormi pilastri a “zampa di elefante”, soluzione meno spettacolare di quella delle colonne nascoste di Aya Sofya. Le dimensioni della cupola sono leggermente più piccole di quelle della basilica bizantina, segno che 1000 anni prima si erano comunque raggiunti livelli d'eccellenza in architettura. La magia delle luminose cupole all'interno, decorate con dei dipinti raffiguranti arabeschi, viene “disturbata” dall'imponente sistema di illuminazione con i grandi lampadari ottomani che scendono fino a 3 metri da terra con una miriade di fili, che spezzano non poco l'armonia degli interni. Notevoli le piastrelle in ceramica che potrete osservare da vicino lungo i muri dell'edificio, mentre le altre architetture della Mosche Blu, come il Mihrab, il pulpito (mimber) e la loggia imperiale rimangono nella zona riservata ai fedeli. Sul Mihrab si trova un frammento della Kaaba la pietra nera sacra ai musulmani, che si trova alla Mecca.

L'esterno della moschea di notte è molto suggestivo, grazie alla potente illuminazione che ne fa risaltare il profilo in modo molto più netto rispetto a quella di Santa Sofia. Almeno di notte la Moschea Blu vince la sfida tra monumenti! E' facile vedere alla sera i gabbiani che volanno intorno ai grandi minareti, e la cosa fornisce una magia aggiuntiva alla scena che si può ammirare dall'Ippodromo.

Sito ufficiale: non disponibile
Indirizzo: Ippodromo di Istanbul
Ingresso: gratuito.
Orari: chiusura durante gli orari delle preghiere (5 volte al giorno per mezz'ora circa) Note: essendo una moschea si devono lasciare le scarpe all'esterno e le donne devono indossare un velo. Alle donne, se sprovviste di fazzoletti o foulard o se vestite in modo troppo succinto, vengono forniti velo e/o tunica, nel caso fare un offerta.

Nota: un'offerta viene chiesta a chi visita il Mausoleo di Ahmet I, che si trova esterno alla moschea sul lato nord.

 Pubblicato da il 05/03/2011 - 40.860 letture - ® Riproduzione vietata

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