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Parc Monceau: a Parigi il parco di Monet

Amato da Monet che qui trasse ispirazione per numerosi quadri il Parco Monceau è uno dei polmoni verdi di Parigi. E' raggiungibile utilizzando la stazione metro omonima.

E’ uno dei parchi pubblici più eleganti di Parigi tanto da aver ispirato i capolavori di artisti famosi come Monet (6 delle sue tele realizzate fra il 1876 e il 1878 ritraggono il giardino), Caillebotte, Eugène Atget e Willy Ronnis, quest’ultimi due maestri della fotografia.

Ma il Parco Monceau è celebre anche per aver ospitato il primo lancio della storia effettuato con il paracadute. Era il 22 ottobre 1797 quando l’inventore parigino André-Jacques Garnerin scelse proprio quest’oasi verde dell’8° arrondissement per compiere la prima discesa con un paracadute, precipitando (illeso) verso terra da un’altezza di mille metri.

Storia

La storia del giardino, che deve il suo nome a un piccolo villaggio inglobato a suo tempo nella città di Parigi, risale al lontano 1769 quando il duca di Chartres acquistò alcuni terreni da destinare alla costruzione di una struttura architettonica inizialmente immersa in un giardino alla francese. Pochi anni più tardi però, lo scrittore e architetto Louis Carrogis, noto con lo pseudonimo di Carmontelle, si occupò della realizzazione di questo parco inserendovi padiglioni e edifici di diversi stili e di tutte le epoche. I sentieri e i boschi di Monceau ospitarono così una fattoria svizzera, un mulino olandese, un minareto, i resti di un tempio dedicato a Marte e di un castello in stile gotico, una pagoda, una tenda tartara e una piramide egizia.

La Naumachia

A completare l’area verde, sino agli anni della Rivoluzione Francese scenario di feste e spettacoli per nobili e facoltosi della capitale, non mancarono neppure due ruscelli creati per alimentare un laghetto artificiale circondato da colonne corinzie. La Naumachia (nel mondo antico romano indicava il bacino in cui si svolgevano gli spettacoli delle battaglie navali) venne così costruita utilizzando le colonne della tomba che Caterina de’ Medici aveva pensato per il marito Enrico II°: situato al di fuori della basilica parigina di Saint Denis, questo sepolcro incompiuto venne smantellato nel 1719 prima di essere recuperato da Philippe Egalité. Divenuta di proprietà dello Stato francese, la struttura fu in seguito utilizzata per edificare il maestoso colonnato che si riflette sulle acque del piccolo lago della ville lumière.

Ridotto lo spazio occupato dal giardino per via della costruzione di nuove mura, furono però aggiunti il Pavillion de Chartres, opera di Claude-Nicolas Ledoux, suggestivo padiglione neoclassico in cui venivano educati i figli del duca di Orléans, e qualche anno più tardi una serra calda e il giardino d’inverno, su progetto del giardiniere scozzese Thomas Blaikie.

Confiscato dopo la rivoluzione, il parco cambiò più volte di proprietà fino a tornare alla famiglia degli Orléans prima di essere abbandonato e lasciato in stato di degrado. Furono solo gli interventi di ristrutturazione voluti da Napoleone III° e affidati al barone Haussmann a riportare all’antico splendore questo angolo verde di Parigi così come la città intera, riammodernata urbanisticamente. L’amministrazione parigina vietò la costruzione nel giardino di locali pubblici per non comprometterne la bellezza seppur conservando intatti alcuni edifici preesistenti (padiglione e colonnato in primis); furono infine aggiunti due percorsi carrozzabili di cui uno proiettato in direzione del Bois de Boulogne su progetto di Jean-Charles Alphand. Il parco venne recintato e chiuso da quattro imponenti cancelli in ferro battuto (il cui costo rappresentò quasi la metà dell’intera ristrutturazione) realizzati da Gabriel Davioud, autore anche del grazioso ponte in stile veneziano.

Il parco Monceau fu anche teatro di episodi storici incresciosi quando negli anni della Comune ospitò esecuzioni pubbliche di massa ordinate dal generale Mac-Mahon: a ricordo di questi fatti, Parigi farà ricostruire nel giardino una delle arcate originali del Municipio cittadino andato distrutto nel 1871.

Gli alberi del Parco Monceau

Frequentata oggi da parigini e qualche turista, questa bella area naturale è considerata una delle più romantiche e chic della capitale grazie ai pittoreschi scorci che offre a chi passeggia lungo i suoi sentieri. Gli attuali 8 ettari e poco più ospitano statue in marmo fra cui i busti di Maupassant, Chopin, Musset e Pailleron, fiori di ogni tipo, alberi secolari e una grande varietà faunistica ad iniziare da germani reali, carpe e pesci rossi. Il parco accoglie un sicomoro gigante dai rami contorti del 1853, il più grande del quartiere con i suoi oltre 4 metri di diametro nonché il più alto (30 metri); pini della Corsica, alberi di Giuda, piante di paulonia, tigli argentati, piccoli arbusti e composizioni floreali di ogni forma e colore.

Dal 2012 la parte nord del viale che attraversa Monceau, per un tratto di circa duecento metri, è intitolata a Michel Berger, interprete, compositore e direttore artistico che ha fortemente caratterizzato la cultura popolare francese dagli anni ’60 alla fine del 1980.

Il Museo Cernuschi

Sul parco si affacciano palazzi signorili e un interessante museo dedicato all’arte dell’Asia orientale: Musée Cernuschi (7 di avenue Vélasquez) espone opere provenienti da Cina, Giappone, Corea, Vietnam e altri paese dell’Estremo Oriente. Inaugurato nel 1898, questo spazio museale conserva qualcosa come 12 mila opere di cui oltre mille bronzi, dipinti della dinastia Ming e Qing, maschere funerarie e ceramiche. Il pezzo più pregiato è il colossale bronzo del Buddha di Meguro, quartiere di Tokyo, risalente al XVIII° secolo. Sito ufficiale www.cernuschi.paris.fr

Informazioni utili, come arrivare e orari del Parc Monceau

A questo parco parigino si può accedere da boulevard Courcelles (civico 35), avenue Vélasquez, avenue Van Dyck e avenue Ruysdael. Mezzi di trasporto pubblico: metropolitana linea 2 con fermata Monceau. Noleggio biciclette (disponibili 7 giorni su 7 e 24 h su 24) nelle stazioni Vélib in rue de Thann 4, rue de Lisbonne 39 e rue Alfred de Vigny 2.

Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 22 con ingresso gratuito.

Accessibile, ad eccezione di alcuni spazi, a persone con ridotte capacità motorie. Per i più piccoli sono disponibili aree giochi appositamente attrezzate.

 Pubblicato da il 06/03/2017 - 5.644 letture - ® Riproduzione vietata

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