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L'Abbazia di San Galgano in Toscana

La chiesa senza tetto della Toscana: cosė viene chiamata l'abbazia di San Galgano a Chiusdino .

L’Abbazia di San Galgano è indubbiamente nel novero delle meraviglie architettoniche presenti nell’area tutt’intorno a Siena entro un raggio di 30 km. A detenerne la maggior vicinanza in esclusiva è Chiusdino, che abbraccia il sito dove la cistercense donzella convive insieme all’eremo unanimemente conosciuto come Rotonda di Montesiepi.

La Storia dell'Abbazia

La struttura ecclesiastica, o per lo meno quanto ne rimane considerate le sottrazioni operate da secoli di deterioramento, è intitolata a San Galgano: molto forte si rivela il culto di questa enigmatica personalità che, secondo miti e leggende tramandati nei tanti anni trascorsi, scelse di convertirsi dopo una vita turbolenta e optare per un ritiro eremitico nel 1180, un anno prima della morte. Nel momento della conversione, egli conficcò la sua spada (oggi protetta da una teca in plexiglas) nel terreno sul colle di Montesiepi per ricreare così il simbolo cristiano della croce. Inevitabile il sorgere di parallelismi rimandabili direttamente all’epopea di re Artù, ai cavalieri della Tavola Rotonda e alla spada nella roccia.

Un luogo pieno di fascino e mistero il presidio cistercense entro i cui confini venne ai primordi eretta una piccola cappella, poi un vero e proprio monastero e infine la grande Abbazia di San Galgano, un’influente istituzione molto rispettata già nel XIII secolo, fulcro religioso della Toscana meritevole di molteplici privilegi concessi dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV, Federico II e persino papa Innocenzo III. Il vanto assoluto dell’ordine cistercense divenne però bersaglio nel ‘300 di ruberie e assalti ripetuti da parte di bande scorazzanti per il territorio, cosa che debilitò non poco il coeso gruppo di monaci, falcidiati e costretti dunque ad affidare la gestione del complesso monasteriale ad abati commendatari, complici di scriteriate operazioni di depauperazione e di un degrado inarrestabile e indifferente a qualunque tentativo di restauro. Si deve a questa tremenda gestione la mancanza odierna del tetto, copertura in piombo che venne addirittura venduta. Progressivamente si frantumarono le vetrine istoriate, crollarono le volte e pure il campanile, acciocché il destino avverso portò la chiesa a essere sconsacrata e abbandonata sul finire del Settecento. Dopo un secolo di stesure di progetti restaurativi, nel 1924 Gino Chierici intervenne a scopo conservativo, sicché quanto oggi è visibile si deve alla volontà di preservare i resti, senza alcuna implementazione o integrazione.

Cosa vedere all'Abbazia di San Galgano

Appare dunque come un luogo di culto compreso di mura ma vuoto all’interno, con abside rivolta a est e facciata a doppio spiovente che non ha mai potuto ospitare il portico previsto nei piani dei monaci ma non realizzato. Nella sua pianta a croce latina, l’abbazia presenta una chiara ridondanza di archi a tutto sesto e un’oculata alternanza di monofore, bifore e trifore.

Non c’è più traccia del chiostro, cuore della vita abbaziale, a eccezione di un flebile tracciato che ne ricalca almeno l’andamento. La sacrestia, coperta da due ampie volte a crociera, è l’unico ambiente in grado di palesare un accenno consumato di affreschi, assenti invece nella sala capitolare e nello scriptorium, in passato adibito a spazio per la copia meticolosa dei manoscritti da parte dei monaci, i quali potevano poi usufruire degli altri locali, il dormitorio, le cucine, le latrine, il refettorio e i magazzini per le scorte alimentari.

L’abbazia è una “vuota eccezionalità” che colpisce i visitatori sia per la mancanza di copertura che per il terreno esposto, senza nessuna pavimentazione. Nelle belle stagioni spunta persino l’erba e tutto assume una veste davvero pittoresca, ai limiti del grottesco. I media vi hanno individuato una location ideale per le loro produzioni: qui sono stati infatti ambientati il film "Nostalghia" (Andrej Tarkovskij, 1983), "Il paziente inglese" (Anthony Minghella, 1996) e il finale de "Il riposo del guerriero" (Roger Vadim, 1962), oltre al videoclip "La casa del Sole" dei Pooh e le pellicole "Sole a catinelle" di Checco Zalone e "La ragazza di lillà" di Flavio Mogherini.

Nella grande Abbazia di San Galgano è possibile sposarsi ma con rito civile (ricordiamo che è sconsacrata), come hanno fatto il pilota di Formula 1 Kimi Raikkonen e la moglie Minttu Virtanen, un matrimonio di certo indimenticabile.

Informazioni utili, orarie prezzi biglietti per visitare l'abbazia

Abbazia di San Galgano
Dove: Località San Galgano – Chiusdino (SI)
Orari di visita: tutti i giorni da novembre a marzo con orario 9.00-17.30, aprile, maggio e ottobre dalle 9.00 alle 18.00, giugno e settembre dalle 9.00 alle 19.00, luglio e agosto dalle 9.00 alle 20.00
Sito di riferimento: www.sangalgano.info/abbazia_it.html
Tariffa ingresso: € 3.00 intero, € 2.50 ridotto (tra i 6 e i 18 anni, over 65, gruppi > 20 persone, famiglie di almeno 4 elementi), gratis per bambini under 6, accompagnatori di disabili e guide turistiche.

Come arrivare a San Galgano

Da Siena bisogna imboccare in auto la SS 73 e deviare per Chiusdino, raggiungibile anche con la SS 223 di Paganico fra Costalpino e Grosseto; la stazione ferroviaria più vicina si trova a Roccastrada; l’aeroporto di riferimento è quello di Siena. Una volta giunti a Chiudino, si può raggiungere l’abbazia attraverso la SS 223 Siena-Grosseto.

 Pubblicato da il 30/04/2017 - 5.905 letture - ® Riproduzione vietata

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