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Il Quartiere Francese di New Orleans: la storia e cosa vedere

Il French Quarter: Famoso per il jazz, e le leggende di streghe e vampiri, il quartiere francese di New Orleans, french quarter, č l'anima storica della cittā della Lousiana.

Il Quartiere Francese è il nucleo storico di New Orleans, la maggiore città dello stato della Louisiana, fondata agli inizi del Settecento dal colonizzatore di origine francese Jean-Baptiste Le Moyne de Bienville. L'intero quartiere costruito a scacchiera, ricco di edifici storici e unici nel panorama architettonico nordamericano, è inserito nell'elenco dei Monumenti Storici Nazionali. Detto anche Vieux Carré o più semplicemente il Quartiere, è compreso tra il fiume Mississippi fino a Canal Street e alla Esplanade Avenue da un lato e fino a North Rampant Street dall'altro, per un totale di 78 isolati. 

La sua aurea di mistero, legata alle leggende della comunità haitiana e "caraibica" che popolano il quartiere fin dalla fine del 18° secolo, e che hanno introdotto spiritualità animiste e la pratica del voodoo, rendono oggi famoso the French Quarter come il quartiere delle streghe e dei vampiri, oltre che alla sua fama universale di quartiere dissoluto dove jazz e sensualità si mescolano in un connubio esplosivo.

La nascita del French Quarter

Nel 1717 Bienville scrisse al Direttore della Compagnia del Mississippi per chiedere il permesso per costruire un insediamento su un'ansa a mezzaluna del fiume Mississippi che riteneva al riparo dalle maree e dagli uragani, richiesta che fu accolta. Un paio d'anni più tardi in loco vi era già un sufficiente numero di capanne e magazzini per consentirgli di spostare qui vettovaglie e truppe dalla non distante Mobile, di cui Bienville era stato uno dei co-fondatori.

Bienville diede incarico ad Adrien de Pauger di disegnare i piani della nuova città e si vide consegnare un progetto che prevedeva un rettangolo costituito di 11 per 7 isolati per lato, che però dai coloni venne abbastanza ignorato. Bienville, che fu nominato governatore della città per più mandati, diede alla città il nome di Nuova Orléans in onore di Filippo II, all'epoca Duca di Orléans e reggente del Regno di Francia, ma l'aria che si respirava in città era decisamente meno aristocratica: gli abitanti di questa zona, circondata da paludi malariche ricche di animali pericolosi come i caimani, erano più che altro ex-galeotti, avventurieri, cacciatori d'oro e donne di malaffare.

Col Trattato di Fointainebleau del 1762, tenuto inizialmente nascosto e rivelato solo col successivo Trattato di Parigi del 1763 che mise fine alla Guerra dei Sette Anni, la Francia cedette la Louisiana alla Spagna come pagamento delle perdite subite. La transizione non fu per niente facile: il primo governatore spagnolo morì di malattia l'anno seguente, lasciando il controllo a un ufficiale francese. Le cose peggiorarono col successivo governatore iberico Ulloa, alle cui spalle tramarono i commissari della Louisiana, francesi che avevano mantenuto il proprio ruolo anche sotto gli spagnoli, per scatenare una rivolta che lo cacciò dalla città nel 1768.

L'anno successivo gli spagnoli tornarono in forze e ripresero il controllo della situazione, facendo giustiziare alcuni dei responsabili della sommossa. La Louisiana rimase di proprietà spagnola fino al 1800, quando tornò per un breve periodo sotto il controllo francese prima che Napoleone Bonaparte, nel 1803, la cedette definitivamente agli Stati Uniti in cambio della cancellazione dei debiti francesi.

Il Grande Incendio di New Orleans 

A dispetto del nome di Quartiere Francese, in realtà fu il periodo di regno spagnolo, e il primo successivo all'acquisto americano, quello che ha dato al centro storico gli edifici più interessanti e il suo aspetto caratteristico. Ciò si deve anche al fatto che nel 1788 scoppiò quello che è passato alla storia come il Grande Incendio di New Orleans, a cui ne seguì un altro nel 1794, che mandò in cenere la maggior parte degli edifici coloniali costruiti in epoca francese. I disastrosi eventi, inevitabilmente, crearono l'opportunità della ricostruzione, che i possidenti spagnoli sfruttarono per erigere palazzi dai gusti più moderni.

Scottati dai roghi precedenti, gli Spagnoli imposero rigide norme antincendio nella costruzione degli edifici che prevedevano la costruzione di paratie antifuoco, l'abolizione degli appuntiti tetti francesi di legno a favore di piatti tetti piastrellati e il divieto dei rivestimenti in legno in favore di stucco resistente al fuoco, dipinto nei colori a pastello in vigore all'epoca. Ne seguì un fiorire di pareti e tetti colorati, ingentiliti da balconate in ferro battuto e gallerie, persiane in legni e ampi cortili nascosti, uno stile che venne utilizzato fino agli inizi del secolo successivo, quando ormai la Louisiana era diventata territorio statunitense, e che faceva sembrare New Orleans più un porto caraibico che una città nordamericana.

Quando gli americani anglofoni cominciarono ad affluire in città, andarono ad abitare altri quartieri e il Vieux Carré divenne una specie di territorio neutro in cui le due diverse culture, quella creola francofona e quella americana, s'incontravano pacificamente per fare affari, divenendo nel tempo, grazie alla sua mescolanza di influenze americane, europee, africane, cajun e indiane, uno dei prototipi del melting pot statunitense. Un personaggio emblematico di questi tempi fu il creolo francofono Barthelemy Lafon, architetto, ingegnere, pianificatore urbano e noto filantropo ma anche, in seguito, pirata e contrabbandiere.

Prima ancora della Guerra di Secessione (1861-1865), i creoli francofoni erano ormai in minoranza anche nel Quartiere Francese e verso la fine del secolo molti emigranti provenienti dall'Europa vi si stabilirono, soprattutto Italiani e Irlandesi, al punto che nel 1905 il console italiano stimò che quasi la metà degli abitanti del centro fosse di origine italiana, mentre l'area dell'Esplanade venne chiamata il “Canale Irlandese”.

La storia moderna del Quartiere Francese di New Orleans

Nel 1917 il quartiere a luci rosse detto Storyville, creato per regolamentare la prostituzione dilagante in una città che era un importante porto e zona di basi militari, fu chiuso e molti di coloro che prima vi vivevano e lavoravano cercarono posto in centro, spingendo le residue famiglie creole a spostarsi nella zona universitaria. Quando nel 1919 la French Opera House andò distrutta da un incendio, venne a mancare anche l'ultima traccia francese sul quartiere. Ma non tutto il male viene per nuocere e la pessima fama, unita all'economicità degli affitti, contribuì negli anni Venti a farne il quartiere prediletto dagli artisti bohémien, che furono i primi a preservare i fascinosi antichi edifici. Una commissione per la tutela architettonica del Quartiere Vecchio nacque in quest'epoca, nel 1925 e, anche se inizialmente i suoi compiti erano più che altro simbolici, da allora vigila sugli edifici storici che non possono essere demoliti e devono essere conservati preservandone lo stile architettonico storico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per via delle tanti basi militari della regione, molti americani in servizio passarono per New Orleans, il Quartiere Francese divenne meta di molte visite e la città acquisì fama di luogo di divertimento sfrenato, nonostante l'inasprimento delle sanzioni contro gli eccessi della vita notturna.

Più che gli eccessi del popolo della notte, fu la paventata costruzione della strada sopraelevata detta Riverfront Expressway a mettere a rischio il Quartiere Francese negli anni '60. Quando, nel dicembre 1965, il quartiere venne inserito nell'elenco dei Monumenti Storici Nazionali, i difensori dell'area portarono la causa davanti alla Corte Federale che decretò il divieto di costruire la temuta autostrada. Ma non fu l'ultima insidia, perché negli stessi anni, approfittando della popolarità acquisita dal centro cittadino, molti nuovi alberghi aprirono i battenti, pur rispettando le norme sullo stile architettonico esterno, al punto che un gruppo di cittadini preoccupati che il quartiere perdesse il proprio fascino, fece sì che nel 1969 venisse emessa un'ordinanza comunale che vietò l'apertura di nuovi alberghi nell'area storica. Non si poté però evitare il proliferare di multiproprietà e bed and breakfast, oltre che di alberghi a molti piani appena fuori dai confini del Vieux Carré. A ciò si aggiunse che, anche a causa dell'Expo del 1984 che si tenne in città, molti residenti non potevano più permettersi gli affitti sempre più cari e cambiarono zona.

La vita notturna e gli eventi del Quartiere Francese

Il Quartiere Francese è considerato il centro del divertimento trasgressivo degli Stati Uniti e ospita molti locali dove si suona musica dal vivo – è pur sempre la città in cui è nato il jazz, benchè si possano ascoltarvi tutti i generi musicali -, ristoranti dove gustare il particolarissimo gumbo ed è uno dei pochi posti in tutti gli Stati Uniti dove è possibile consumare alcool all'aperto. È anche per questo che New Orleans è la città del Mardì Gras, il carnevale più famoso e anticonformista degli Stati Uniti, benché le sue sfilate non percorrano più le strade del quartiere storico dal 1972, a causa delle strade strette e degli ostacoli aerei che impediscono ai carri allegorici il passaggio.

La strada in cui si riversano i turisti e i festaioli è Bourbon Street, costellata di bar e pub – fra cui il Lafitte's Blacksmith Shop, il più antico come attività di tutti gli Stati Uniti essendo in funzione dal 1772 - e animatissima sia di giorno che di sera. Non a tutti piace perché è molto turistica e la sera, con tutto l'alcool che scorre a fiumi nei locali, non è improbabile imbattersi in qualcuno che ha alzato troppo il gomito ma è uno spettacolo da non perdere e, comunque, la polizia è molto presente ed efficace nel risolvere sul nascere eventuali situazioni spiacevoli.

Un altro dei siti più caratteristici è Jackson Square, esattamente al centro del Quartiere Francese, che, a dispetto del nome, è un parco pubblico dove, da quasi un secolo, si ritrovano artisti di vario tipo, dai pittori locali ai caricaturisti, come in una piccola Monmartre d'oltreoceano. A dominare la skyline del parco la caratteristica Cattedrale di St. Louis, uno dei simboli della città

Nonostante sia situato al livello del mare, il Quartiere Francese ha subito pochi danni dal disastroso passaggio dell'uragano Katrina, che invece ha sommerso altre altre zone della metropoli della Louisiana, che qui si è limitato ad allagamenti minori di alcune strade e ha causato danni principalmente causati dal forte vento. Essendo rimasto quasi intatto, il Quartiere Francese non ha subito lo sciacallaggio di altre aree della città, e un mese dopo il catastrofico evento meteorologico ha riaperto i battenti.

 Pubblicato da il 20/03/2016 - 9.818 letture - ® Riproduzione vietata

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