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Il Museo Etnografico Lettone di Riga

Il Museo Etnografico Lettone di Riga si trova a pochi chilometri dal centro e offre un'interessante spaccato sulla storia vita rurale in Lettonia.

Il Museo Etnografico Lettone di Riga, è un museo all'aperto realizzato in un parco situato a ridosso del Lago Juglas, a circa 15 km dal centro della capitale della Lettonia. Uno dei più grandi e antichi parchi di questo genere, imperdibile tra le attrazioni della Capitale della Lettonia, è raggiungibile in meno di mezz'ora se dispone di un'automobile o meno di un'ora se prendete il bus n. 1 dall'angolo tra Merkela e Terbatas.

Chiaramente ispiratosi dal grande successo avuto dal Museo Skansen aperto nella non lontanissima Stoccolma a fine '800, il Consiglio Lettone dei Musei nel 1924 emise l'ordine di creare un museo all'aperto anche a Riga che, come il riuscitissimo esempio scandinavo, raccogliesse in uno spazio unico i vari tipi di abitazioni tradizionali – e conseguentemente anche le tradizioni artigianali locali - tipiche delle quattro regioni del paese: Curlandia, Zemgale, Vidzeme e Latgale. Era anche un modo per conservare quelle tradizioni e quelle architetture che durante il primo conflitto mondiale erano state largamente distrutte.

La storia del museo Etnografico Lettone

Il primo passo fu quello di individuare il terreno su cui costruire il museo, che venne individuato nelle dune sabbiose nei pressi del Lago Juglas, a poca distanza dal centro della città. Nel 1928 ci fu la prima acquisizione: un antico fienile venne smantellato nella parrocchia di Vestiena e ricostruito da capo nel terreno del museo. Nel 1932, quando erano stati ricostruiti sei edifici, tra cui la tipica casa colonica del Vidzeme, il museo aprì le porte al pubblico. Spinti dal successo di pubblico, i progressi furono continui, al punto che nel 1939 gli edifici visitabili erano già 40 e ogni regione del paese era rappresentata a dovere. Il museo divenne presto un sito molto frequentato e la popolazione partecipava attivamente al suo sviluppo, segnalando edifici meritevoli ma anche con cospicue donazioni.

La Storia però aveva altri progetti in mente e, allo scoccare della Seconda Guerra Mondiale, le cose cambiarono. Il parco fortunatamente non subì danni nel corso del conflitto, ma il personale che prima della guerra si occupava del museo, era in guerra o era espatriata e quindi il museo venne praticamente abbandonato a sé stesso. In questo funesto periodo, molti documenti andarono perduti. Quando la guerra terminò e la Lettonia divenne una delle repubbliche sovietiche, le cose non migliorarono: l'Unione Sovietica lo considerava un museo “ideologicamente non corretto” e non fece nulla per recuperarlo.

Per fortuna, non fece nulla nemmeno per distruggerlo, e le strutture rimasero in uno stato di più o meno pronunciato abbandono. Verso la fine degli anni '60, il vento cambiò e si dedicò al museo l'attenzione che meritava: gli edifici vennero restaurati, migliorarono i rapporti con i paesi confinanti, lo spazio dedicato alla struttura venne ampliato e diversi nuovi oggetti di valore vennero raccolti. Quando la Lettonia riconquistò l'indipendenza nel 1990, il museo cerco di recuperare il tempo perduto approfondendo il periodo storico tra gli anni '20 e gli anni '30, quello in cui la riforma agraria lettone aveva ridisegnato la campagna del paese. Il risultato fu che nel 1997 vennero installate delle nuove fattorie tipiche degli anni '30.

Cosa vedere nel Museo Etnografico Lettone di Riga

Il museo si estende in un territorio di 87 ettari pieni di alberi e accoglie 118 edifici tipici, all'interno dei quali sono esposti più di 3000 oggetti come mobili antichi, lampadari, culle, telai, tessuti, giocattoli, attrezzi e macchinari agricoli che sono parte della collezione di circa 150.000 pezzi tradizionali del museo.

Prenotando, è possibile visitare gli oggetti non esposti al pubblico all'interno dei vari edifici. La maggior parte degli edifici sono di tipo rurale e risalgono all'epoca che va dal XVII secolo agli anni '30 del '900: fattorie, granai, stalle, fienili, mulini a vento, capanne di pescatori ma anche chiese, laboratori artigianali, perfino saune, tutte splendidamente realizzate in legno, la materia prima prediletta per costruire in queste terre costellate di foreste, e con tetti di lamelle di legno o ricoperti da spessi strati di canne.

Il pezzo più pregiato è la stupenda chiesa protestante, anch'essa smontata e rimontata pezzo per pezzo, con soffitto dipinto e panche chiuse. Notevoli anche i tre mulini a vento, diversi l'uno dall'altro. Oltre alle strutture e tradizioni dei paesani lettoni delle quattro regioni, sono esposte anche quelle di minoranze etniche come i Vecchi Credenti, discendenti di una setta russa fuggita nel '600 dalla madre patria perché perseguitata, e i Liiv, pescatori della Curlandia.

Il personale vestito con abiti tradizionali che accoglie i visitatori in alcuni edifici o che utilizza le antiche tecniche artigianali contribuisce a dare l'idea di un viaggio nel tempo. Visitando i vari edifici, oltre a farsi un'idea dello stile di vite semplice ma decoroso che conducevano i lettoni fino a inizio secolo scorso, i visitatori più attenti possono cogliere alcuni aspetti come la maggior ricchezza dei fattori della Curlandia rispetto ai contadini del Latgale ma anche le differenze sociali dell'epoca, come ad esempio il posto in chiesa vicino all'altare riservato ai proprietari terrieri, mentre i braccianti sedevano sulle panche.

Eventi e manifestazioni

Il museo organizza anche diversi eventi culturali, come concerti di musica popolare o festival sull'artigianato tradizionale – che spazia dalla ceramica alla lavorazione del legno, dai cesti ai giochi tradizionali, dal miele ai tessuti - ma anche di culture vicine, come quella dei Sami (noti anche come Lapponi). Attraverso queste manifestazioni, i museo promuove la cultura e lo stile di vita tradizionale della Lettonia. L'evento più importante che vi si svolge è la Fiera dell'Artigianato Tradizionale, organizzato ininterrottamente fin dal 1971, capace di attirare decine di migliaia di visitatori ogni anno. E se proprio non vi interessano gli edifici tradizionali, potete sempre godere del verde e dei tanti spazi ombreggiati per un piacevole pic-nic estivo.

Informazioni utili per visitare il Museo Etnografico di Riga

Il museo è aperto tutti i giorni, dalle 10:00. Gli edifici rimangono aperti al pubblico fino alle 17:00, mentre il parco fino alle 20:00 (nel periodo estivo). Il biglietto costa 4,00 € per gli adulti, 2,50 € per i pensionati, 2,00 € per gli studenti, 1,40 € per gli scolari e i disabili. Le famiglie (massimo due adulti e massimo 4 minorenni) pagano 8,50 € e i gruppi di almeno 10 persone 3,50 € a componente. C'è anche la possibilità di un biglietto serale, dopo le 17:00, del costo di 3,50 €. I bambini in età prescolare e altre categorie entrano gratuitamente. Il sito del museo è in lettone, tranne questa pagina in inglese dove si trovano i prezzi e gli eventi in cartellone:  Il museo dispone addirittura di una propria app, che trovate qui

 Pubblicato da il 08/04/2017 - 5.803 letture - ® Riproduzione vietata

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