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La Cattedrale della Natività di Riga, la chiesa ortodossa più importante della Lettonia

La Cattedrale della Natività di Cristo di RIga è il più importante tempio ortodosso della Lituania. Costruito nel 19° secolo in stile neo bizantino per un periodo venne trasfarmata in chiesa luterana dai tedeschi invasori.

La Cattedrale della Natività di Cristo (in lettone Kristus Piedzimšanas pareizticīgo katedrāle) di Riga, è la chiesa madre della chiesa ortodossa della Lettonia nonché la sede dell'eparchia di Riga, eretta nel 1850 per decisione del Sinodo della Chiesa ortodossa russa, di cui fa ancora parte. È anche la chiesa ortodossa più grande nelle tre nazioni baltiche.

La cattedrale è stata costruita tra il 1876 e il 1183, su iniziativa del governatore locale, il vulcanico generale Pyotr Bagration, statista ma anche scienziato al punto da essere stato il primo a realizzare una cella galvanica a secco, e del vescovo Veniam Karelin, col benestare dello Zar Alessandro II. Il progetto, in stile neo-bizantino, è stato realizzato dal russo Nikolai Chagin, per quasi 40 anni il più influente architetto nella non lontana Vilnius e probabilmente il massimo esponente di questo stile revivalistico, e dal baltico-tedesco Robert Pflug ma venne cambiato in corso d'opera, anche per far spazio al campanile voluto (e pagato) da Alessandro II.

La storia dell'edificio religioso è piuttosto travagliata. Durante la prima guerra mondiale le truppe tedesche occuparono Riga e trasformarono la cattedrale ortodossa in una chiesa luterana. Quando nel 1918 la Germania si arrese, venne proclamata l'indipendenza ma occorsero i due anni della Guerra d'Indipendenza Lettone per impedire alla Russia bolscevica di riprendersi i territori ceduti con la resa. Dopo che l'indipendenza venne riconosciuta anche dall'ingombrante vicino, grazie al decisivo intervento dell'arcivescovo Janis Pommers che contrastò il governo lettone tutt'altro che ben disposto nei confronti della Chiesa, la cattedrale tornò nel 1921 al suo ruolo primigenio di cattedrale del culto ortodosso.

Nell'agosto 1940, anche a seguito del famoso patto Molotov-Von Ribbentrop che poneva la Lettonia nella sfera d'influenza sovietica, il paese venne occupato dall'Armata Rossa e, destino comune a quello degli altri stati baltici, divenne una delle repubbliche dell'Unione Sovietica. Per un ventennio la Chiesa della Natività mantenne il suo ruolo ma era solo questione di tempo prima che la potenza occupante, intenzionata non solo ad estirpare la religione ma anche osteggiare le velleità indipendentiste lettoni, ne volesse minare il ruolo simbolico. Difatti, nel 1960 i crocefissi vennero segati, le campane fuse per utilizzarne il metallo e l'edificio religioso adibito a planetario sotto il nome di Casa della Conoscenza. In una delle cappelle laterali trovava posto un caffè.

Quando nel 1991 il paese riconquistò l'indipendenza al dissolvimento dell'Unione Sovietica, la cattedrale venne restaurata – operazione che continua tutt'ora, anche con fondi pubblici - e le venne restituito il ruolo di maggiore chiesa ortodossa lettone, anche se ora pare essere diventata il simbolo al quale più si aggrappa la popolazione di lingua russa a cui un referendum ha negato la possibilità di riconoscere il russo quale lingua nazionale assieme al lettone. In ogni caso una tra le principali attrazioni di Riga.

Dall'esterno la cattedrale, circondata da un bel parco alberato, presenta un corpo molto mosso dal colore prevalente giallo, esaltato dalle striature color mattone, sovrastato da cupole di varie grandezze e arricchito da colonne che racchiudono le tradizionali finestre delle chiese ortodosse, caratterizzate da piccoli vetri circolari. Gli interni sono una tempesta di tutti i colori della tavolozza, con larga profusione di pittura dorata e di ariosi archi decorati con vero horror vacui. Su tutto spicca la maestosa iconostasi, con i pregevoli ritratti dei Quattro Evangelisti, opera dell'Accademia di San Pietroburgo. La chiesa è rinomata anche per le pregiate icone, alcune eseguite da Vasily Vereschchagin, uno dei più apprezzati maestri di questo genere pittorico.

Essendo un luogo di culto tutt'ora in funzione, l'ingresso è gratuito, anche se le fotografie sono vietate ed è richiesto un abbigliamento adeguato che non prevede gambe scoperte, né per uomini né per donne, con queste ultime che dovrebbero avere il capo coperto.

 Pubblicato da il 19/03/2016 - 7.676 letture - ® Riproduzione vietata

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