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Piazza dei Miracoli a Pisa: la visita ai 4 capolavori di arte monumentale medievale

Il perché si chiama Piazza dei miracoli lo si capisce quando ci si trova in questo luogo: il complesso monumentale di Pisa (Torre Pendente, il Camposanto, il Battistero e il Duomo) è un miracolo architettonico che non ha eguali nel mondo.

“L ’Ardea roteò nel cielo di Cristo, sul prato dei Miracoli.” Era il 1910 quando Gabriele D’annunzio scrisse la sua opera "Forse che sì, forse che no", regalando, a quella che prima era semplicemente la piazza, la più bella piazza di Pisa, un nome speciale che evocasse la sua bellezza, rara e poetica, raccontando, attraverso un unico lemma, quel preponderante misticismo religioso che è il tratto distintivo del monumento.

Piazza dei Miracoli, con la sua bellezza imponente e franca, accarezza Pisa nel suo lato nordoccidentale, addormentata poco al di là delle mura, lontano dal centro storico in cui si susseguono gli affanni di una movimentata vita urbana e lontana dal lungo fiume che ne segue i contorni. Forse scelta non fu più azzeccata: oggi chi dal centro città attraversa il varco della cinta muraria e giunge sino ai piedi del complesso, rimane splendidamente stupito dalla maestosità di quei giganti vestiti di candore, adagiati, in un unico dolce e possente tocco, in un smagliante tappetto verde. Un vero miracolo d'architettura che bene s'addice al nome particolare della piazza, anche conosciuta come Piazza Duomo.

La piazza, che era un importante centro religioso già in periodo etrusco, è un intriso di religione e misticismo, in cui nulla è lasciato al caso, ma dove tutto è così armoniosamente pensato per raccontare qualcosa. La piazza è immersa in una simbologia attenta e vincente che fa dei suoi monumenti un susseguirsi ininterrotto di allegorie; i tre complessi rappresentano infatti le tre principali tappe della vita di ogni uomo: il Battistero la nascita, la Cattedrale di Santa Maria Assunta la vita, mentre il Camposanto allude inevitabilmente alla morte. Le esuberanti fattezze della Torre pendente, la cui siluette armoniosa cattura ogni giorno milioni di turisti, rappresenta invece il campanile del duomo, figlio di una scelta architettonica unica, nata dal desiderio di scomporre l’arte nei suoi elementi costitutivi.

L’edificazione della Piazza nella sua forma attuale risale al periodo dell’alto medioevo, in cui Pisa, città marinara di instancabile fascino, ridisegnò le pagine della sua storia, raggiungendo la nota più alta del suo splendore. Numerose imprese vittoriose portate avanti via mare, infusero un orgoglio tale che Pisa, piccola città boriosa adagiata sul fiume, voleva raccogliere in sé tutte le glorie di Roma. Per non essere da meno della capitale, che per sontuosità e maestosità non aveva uguali, investì tutto il bottino della guerra anti-saracena di Palermo per la costruzione della Cattedrale di Santa Maria, iniziata nel 1064. L’edificio, “di marmo bianco come la neve”, rappresenta la massima espressione del romanico pisano, levigato dalle dolci sfumature di uno stile più arzigogolato, quello di matrice islamica. Il Duomo, con la sua imponenza attenta e decisa, e con la maestosità del grifone arabo che svetta al culmine del tetto, come un osservatore ardito in cerca di una preda, impone il suo dominio su tutta la piazza, diventandone la regina assoluta, quella sui cui passi si delineano le altre forme del grande monumento.

Poco distante dalla cattedrale, seguendo le sue forme tondeggianti, si erge la famosa Torre Pendente, sotto la cui ombra i turisti si susseguono in un andirivieni ininterrotto di sorrisi e flash, riuscendo quasi a scalfire la magia di una piazza così intimamente mistica.
La sua pendenza, forse il motivo primario della sua fama mondiale, è dovuta al territorio sottostante, soggetto a continui cedimenti, che rende la torre un monumento in bilico continuo tra la vita e la morta. Con i suoi 55 metri di altezza, e la sua pendenza di 5° verso sud, è un luogo imperdibile da cui godere di una meravigliosa vista sull’intera Piazza dei Miracoli, ed assaporare, da vicino, la maestria di quel gioco armonioso di colori, forme e decori.

Nel 1152 lo spessore della piazza venne ampliato per far spazio alla costruzione del Battistero che venne adagiato davanti alla Cattedrale, seguendone il diametro passo dopo passo. Il battistero, che vanta il primato di essere il più grande d’Italia, si perde in un elegante stile gotico, arricchito da una loggia e da una cupola emisferica. L’interno è valorizzato dalla Fonte Battesimale, opera di Guido Bigarelli da Arogno, e dal Pulpito di Nicola Pisano che racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre le colonne rappresentano le Virtù.

Lungo la parte nord della Piazza, si erge Il Campo Santo, un antico cimitero monumentale iniziato nel 1277 dall’ architetto Giovanni di Simone. Secondo la leggenda, il monumento fu edificato sopra una gran quantità di Terra Santa proveniente dal luogo in cui fu crocifisso Gesù. Nel prato al centro del chiostro si conservano numerosi sarcofagi e tombe di origine romana che ospitano le spoglie di uomini prestigiosi, mentre nel pavimento del corridoio troviamo tombe di nobili pisani. Di fronte lo Spedale Nuovo costruito appena vent'anni prima del Camposanto e che oggi ospita il Museo delle Sinopie.

Le ultime modifiche della piazza sono stata apportate in epoca fascista, con l’aggiunta della statua della Lupa di Roma e con i 17 cipressi che, disposti a est della piazza, furono eretti in memoria dei militanti morti in guerra. Una curiosità: molti confondono il nome di piazza dei Miracoli con il Campo dei Miracoli di Pinocchio, il celebre racconto di Collodi, in realtà il nome particolare della piazza è stato dato dai pisani per distinguerla dalle classiche piazze del duomo in Italia, che la considerano più bella in assoluto, un vero miracolo d'architettura.

Piazza dei Miracoli è un luogo maestoso con quelle sue monumentali vestigia di un passato lontano e con quella sua superbia tinta di grandiosità, al confronto della quale ci si sente piccolissimi. La Piazza è un ritrovo poetico a metà strada tra terra e cielo, dove ci si potrebbe perdere ore intere, immersi in quell’atmosfera magica, cullati dalla tranquillità estatica di quei colori sobri, da quel candore mistico che infonde pace e serenità; un piccolo eden dai tratti fiabeschi, con quegli immensi angeli bianchi che danzano tra i suoi prati.

 Pubblicato da il 12/04/2015 - 16.578 letture - ® Riproduzione vietata

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