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La Tomba di Dante a Ravenna, visitare il sepolcro del sommo poeta

Un epitaffio in latino celebra il ricordo di Dante, la cui tomba si trova nella cittą di Ravenna. Fu a Ravenna che Dante concluse i canti del Paradiso, completando il suo capolavoro, la Divina Commedia.

Città d’arte, di cultura e di mare, di torri campanarie, chiostri monastici e splendidi monumenti paleocristiani. Ma soprattutto città di mosaici e di Dante che proprio in questo angolo di Romagna trascorse gli ultimi anni della sua vita componendo le cantiche conclusive del Paradiso.

Percorrendo il cuore storico di questo centro, fra i più celebri e singolari di tutt’Italia, si raggiunge via Alighieri nella cosiddetta zona dantesca dove si incontra il sepolcro del grande poeta costruito dall’architetto Camillo Morigia nel 1780 su richiesta del cardinale Luigi Valente Gonzaga nei pressi della Basilica di San Francesco.

In stile neoclassico, il tempio che custodisce le spoglie di Dante ha pianta quadrangolare ed è coperto da una cupola sormontata da una pigna. La facciata esterna è molto semplice; tramite una porta, su cui troneggia lo stemma arcivescovile del cardinal Gonzaga e la scritta “Dantis poetae sepulcrum” sull’architrave, si accede all’interno del monumento funebre dichiarato monumento nazionale. Il sarcofago rivestito di marmi e stucchi è di età romana e riporta inciso un epitaffio in latino di Bernardo Canaccio datato 1366: "I diritti della monarchia, i cieli e le acque di Flegetonte (gli Inferi) visitando cantai finché volsero i miei destini mortali. Poiché però la mia anima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor più beata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui sto racchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cui generò Firenze, madre di poco amore".

Proprio a Ravenna il sommo poeta morì la notte fra il 13 e 14 Settembre 1321: la salma fu a lungo contesa fra la città romagnola e Firenze la cui rappacificazione è testimoniata dalla lampada che pende dal centro del soffitto del sepolcro e in cui arde l’olio d’oliva dei colli toscani offerto dai fiorentini ogni seconda domenica di settembre in occasione della ricorrenza della morte del letterato.

Al di sopra del monumento funebre si trova il bassorilievo scolpito da Pietro Lombardo nel 1483 e che ritrae Dante immerso nella lettura di fronte ad un leggio oltre la croce d’oro donata da papa Paolo VI° nel 1965. Ai piedi del sarcofago si trova invece una ghirlanda in bronzo che i reduci della Grande Guerra donarono nel 1921.

Una lapide in marmo collocata sulla parete destra della tomba riporta i vari restauri realizzati nel corso dei secoli; va inoltre ricordato che tra il 2006 e il 2007 la facciata dell’edificio è stata ridipinta mentre il sarcofago ha subito un consistente intervento di ripristino.

I funerali di Dante si svolsero nell’attigua chiesa di San Francesco, una sobria quanto elegante costruzione del X°-XI° secolo che deve il nome attuale ai frati conventuali che vi si insediarono nel 1261. Gli stessi religiosi costruirono anche il monastero munito di due chiostri poi riedificati in età rinascimentale e altri ambienti in cui oggi sono ospitati la biblioteca e il museo dantesco istituito nel 1921 per celebrare il sesto centenario della morte del poeta.

A destra della tomba di Dante si trova una cancellata in ferro da cui si può accedere ad un giardino che ospita il Quadrarco di Braccioforte, antico oratorio sotto cui si trovano due sarcofagi. Secondo una leggenda il nome di questo monumento deriverebbe dall’invocazione fatta da due persone che per suggellare un loro contratto richiesero a garante il “braccio forte” del Signore.

Tumulato nel sarcofago che ancora oggi ne accoglie le spoglie, ma all’epoca collocato all’esterno di Braccioforte, il corpo di Dante fu poi spostato sulla parte ovest dello stesso chiostro per volere di Bernardo Brembo. In seguito i fiorentini reclamarono le reliquie di Dante sino a quando papa Leone X° non concesse ai toscani di portarle a Firenze ma quando il sepolcro venne aperto all’interno le ossa non vennero trovate. A toglierle con un sotterfugio furono i frati francescani che, saputa la decisione del pontefice, fecero un buco nel muro e nel sarcofago stesso dal limitrofo chiostro proprio per salvare le spoglie del sommo poeta considerato uno di loro. Custodite in una cassetta, furono poi ricollocate nell’urna originaria solo nel 1781 quando l’architetto Morigia costruì il mausoleo attuale. Rimosse nuovamente dal loro sepolcro tra il 1944 e il 1945 per timore di danni causati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, le spoglie furono sepolte sotto un tumulo ricoperto da vegetazione poco distante dal monumento funebre, luogo oggi indicato da una lapide.

La tomba di Dante è aperta al pubblico tutti i giorni dell’anno dalle 10 alle 16 e il 1° Gennaio dalle 14 alle 16. Chiuso il 25 Dicembre. L’ingresso è gratuito.

Per raggiungere il monumento che si trova in via Alighieri Dante al civico numero 9, nella zona centrale e pedonale di Ravenna, si può prendere una qualsiasi linea bus della città che ferma a 20 metri dall’edificio. Chi viaggia in auto può invece parcheggiare nell’area sosta situata a 100 metri da via Alighieri.

Una curiosità: da qui parte il trekking del Cammino di Dante che in poco più di 200 km conduce a Firenze.

Info su www.turismo.ra.it e allo 0544.215676

 Pubblicato da il 27/03/2015 - 28.663 letture - ® Riproduzione vietata

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