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Battistero degli Ariani: la storia e le opere del sito UNESCO di Ravenna

Difficile fare un riassunto del battistero degli ariani, la cui storia risale ai tempi di Teodorico. Da non confondere con i vicini Battisteri degli Ortodossi (o Neoniano). Pregevoli i suoi mosaici con raffigurazioni degli Apostoli e battesimo di Gesł.

Fatto innalzare da Teodorico il Grande accanto alla Cattedrale degli Ariani, dopo la riconquista bizantina l’omonimo Battistero di Ravenna venne confiscato assieme ad altri edifici religiosi di fede ariana e riconsacrato al culto ortodosso diventando un oratorio dedicato alla Vergine Maria.

Dopo essere stato ribattezzato dai monaci di San Basilio con il nome di Santa Maria in Cosmedin, per via della ricchezza delle sue decorazioni, nell’XI° secolo aprì le sue porte ai benedettini che contribuirono a renderlo ancora più prestigioso rimanendovi sino al 1441. Dalla metà del XV° secolo papa Eugenio IV° affidò l’edificio religioso al cardinale Bessarione di Trebisonda, incarico che passò poi successivamente ai fratelli Baldassarre e Corrado Grassi di Bologna.

La sua fisionomia architettonica originaria andò perduta per lungo periodo quando a metà del XVII° secolo gli fu addossato nella parte occidentale un edificio che prese il nome di Oratorio della Croce. Ceduto nell’Ottocento a proprietà private, solo nel 1914 è diventato un bene dello stato: da allora, grazie a numerosi interventi di restauro, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna ha cercato di riportare il monumento al suo stato originario.

Situato a sud ovest della Cattedrale degli Ariani, il Battistero si presenta come un edificio a pianta ottagonale realizzato in mattoni e costituito da 4 lati piani alternati ad altrettanti lati provvisti di abside fra cui quella ad oriente che è la più grande di tutte. Come altri edifici storici di Ravenna anche questo monumento non può essere ammirato nelle sue proporzioni reali in quanto ha subito un interramento di oltre due metri.

Come emerso da scavi archeologici effettuati fra il 1916 e il 1919, il Battistero doveva presentare un’architettura molto più complessa rispetto a quella che ci è pervenuta oggi in quanto un tempo doveva essere avvolto da un ambulacro, una sorta di grande corridoio largo quasi due metri che correva lungo sette lati lasciando libera solo l’abside principale, quella rivolta ad est. Di questo corridoio rimangono visibili solo alcuni attacchi al muro perimetrale fatti costruire peraltro durante gli scavi proprio per simularne l’antica presenza.

L’interno dell’edificio ha una muratura completamente spoglia in quanto non vi sono più stucchi, marmi e mosaici rinvenuti però in grande quantità durante alcuni scavi effettuati nel 1969 sotto all’attuale pavimentazione. L’unica parte ad essere ancora decorata è la cupola del Battistero rivestita da mosaici che prendono ispirazione da quelli del Battistero della Cattedrale Neoniana anche se molto più semplici forse per motivi di spazio.

La figura di Cristo, rappresentato da giovane e senza barba, è immersa sino a metà busto nelle acque del Giordano personificato da un anziano con lunghi capelli: seduto accanto ad un’anfora capovolta da cui esce l’acqua, colui che simboleggia il fiume tiene in mano una canna di palude e sul capo le chele di un gambero, segno della divinità acquatica. A sinistra di Cristo c’è San Giovanni Battista con indosso una pelle di cammello e con una mano poggiata sul capo del Signore.

Fra le decorazioni più suggestive risalta quella degli Apostoli, divisi in due schiere, capeggiati da Pietro, con le chiavi in mano, e da Paolo che tiene il rotolo della legge divina.

In base ad un attento esame tecnico effettuato sui mosaici si è potuto stabilire che appartengono a due epoche diverse: la scena del battesimo di Cristo, le figure di San Paolo e San Pietro sono di età teodoriciana mentre gli altri Apostoli dovrebbero risalire alla metà del VI° secolo come viene dimostrato dallo stile e dai differenti materiali utilizzati.

Inserito anch’esso fra i monumenti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1996, il Battistero degli Ariani rappresenta un unicum nel suo genere poiché nessuna altra città del mondo tardo antico conserva un edificio religioso dedicato al culto ariano con una decorazione a mosaico che permette di evidenziare le differenze fra questa dottrina religiosa e quella ortodossa. Ricordiamo inoltre che il Battistero è situato nel quartiere goto della città ravennate, in una zona ben distinta da quella cattolica, ad indicare proprio la netta divisione fra le due comunità religiose all’epoca di Teodorico.

Dal punto di vista architettonico si differenzia inoltre dagli altri battisteri a pianta ottagonale per via della presenza dell’ambulacro che in origine doveva probabilmente servire a fini liturgici anche se non ci è possibile documentarlo con precisione per la mancanza di fonti attendibili.

Sicuramente lo schema generale del Battistero degli Ariani riflette quello Neoniano anche se si possono facilmente individuare alcune differenze sostanziali che riguardano principalmente i concetti basilari delle due fedi religiose. Le decorazioni a mosaico rispecchiano le concezioni politico religiose dell’epoca fra cui spicca il principio dell’arianesimo secondo cui la natura divina di Gesù sia sostanzialmente inferiore a quella di Dio.

Gli Apostoli vengono raffigurati per la prima volta con le aureole e con i volti frontali, hanno figura appiattita e rigida con contorni molto marcati oltre ad una gamma di colori piuttosto ristretta. Sono separati fra loro da plame stilizzate che indicano lo svolgersi della scena in Paradiso e raffigurati mentre avanzano con gli stessi gesti e la stessa posa. Nel Battistero degli Ariani sono ritratti mentre rendono omaggio ad un grande trono gemmato che deve essere considerato come espressione della fisicità di Cristo e della sua sofferenza sulla croce in quanto creatura umana proprio come vuole la dottrina ariana in contrapposizione a quella ortodossa che ribadisce invece la natura umana e divina di Cristo.

Il fondo blu indaco del Battistero degli Ortodossi lascia qui spazio ad uno sfondo color oro su cui le figure sembrano quasi essere rappresentate in forma astratta.

Situato in Vicolo degli Ariani 1, il Battistero è aperto tutti i giorni in orario 8.30-16.30 ad eccezione del 1° Gennaio, 1° Maggio e 25 Dicembre chiuso per festività. L’ingresso è gratuito.

Per raggiungere il Battistero degli Ariani, nella zona pedonale di Ravenna, si può lasciare l’auto nell’area parcheggio distante 100 metri oppure prendere i mezzi pubblici (vanno bene tutte le linee) che fermano a poco più di 100 metri dall’edificio religioso. Accessibile ai portatori di diversità motorie.

Informazioni allo 0544. 543711e su http://www.turismo.ra.it

 Pubblicato da il 14/04/2015 - 14.123 letture - ® Riproduzione vietata

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