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Tra i quartieri di Londra, alla scoperta dell'anima multietnica della cittą (5 pagine)

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Da Notting Hill al Tate Modern e la notte brava al Fabric

L’ultimo giorno, essendo domenica, si decide di visitare Notting Hill ed in particolare Portobello Road, dove ogni settimana si ripete il tradizionale mercatino di antiquariato. In realtà, lungo la strada dove tra gli altri visse anche George Orwell, le bancarelle sono imbandite di ogni genere di prodotto e anche qui occorre un po’ di attenzione nel discernere tra le botteghe caratteristiche, che da anni incarnano l’essenza del mercato, ed i tanti negozietti tutti uguali di scarso interesse.

Stanchi per la camminata, riprendiamo la metro e scendiamo a St Paul’s, la fermata ai piedi dell’omonima cattedrale progettata in seguito al tragico incendio del 1666 da Sir Christopher Wren. Uscendo dalla metro, superato il piazzale antistante alla facciata della chiesa, ci si immette nel breve rettilineo che la separa dall’imbocco di un’altra opera di grande valenza architettonica: il Millenium Bridge. Nonostante le problematiche legate ai costi ed alla stabilità della struttura, il ponte disegnato da Norman Foster è un ottimo esempio di architettura contemporanea e consente ai turisti di raggiungere comodamente l’altra sponda del Tamigi, dove svetta in tutta la sua imponenza la Tate Modern.

Ricavata all’interno della vecchia Bankside Power Station da un lungimirante progetto di riqualificazione degli architetti Herzog & De Meuron, la Tate Modern ospita decine di capolavori di arte moderna di artisti del calibro di de Chirico, Dalì, Boccioni, Kandinsky, Mondrian e Picasso, solo per citarne alcuni. Pur avendolo già visitato in passato questo museo mi fa innamorare ogni volta di più per la perfetta tensione che intercorre tra il contenitore, la vecchia centrale termoelettrica magistralmente recuperata, e il contenuto, le splendide opere che nella prima metà del Novecento hanno cambiato il modo di intendere l’arte. Sbattuti letteralmente fuori dalla Tate in procinto di chiusura serale ci troviamo davanti a un bivio; il volo di ritorno partirà domani mattina all’alba: ce ne torniamo in ostello e andiamo a letto presto per essere sicuri di non perderlo o usciamo e facciamo la “dritta”? E’ un plebiscito. Dopo un breve passaggio in camera a predisporre gli zaini per la partenza, riprendiamo la metro diretti al Fabric, il tempio della musica elettronica di Londra.

Alle 5.00 del mattino, usciti dal locale già in netto ritardo sulla tabella di marcia che ricordava impietosamente come alle 8.00 l’aereo sarebbe partito con o senza di loro, i tre leoni dimenatisi in pista fino a poco prima hanno lasciato posto ad altrettante pecorelle smarrite. Da questo momento in poi è una corsa serrata contro il tempo che li vede prendere la metro, tornare in ostello, caricare gli zaini, riprendere la metro in direzione London Bridge, prendere il treno per Gatwick, superare la dogana e correre all’imbarco. Miracolosamente l’aereo di esyJet per Bologna è ancora con le ruote ben piantate per terra quando, trafelati per l’interminabile corsa, i tre ne varcano l’ingresso, prendono posto e cadono in un sonno profondo costellato di sogni che gli ricordano il magnifico soggiorno appena concluso, grazie ad Expedia!

 Pubblicato da il 10/04/2013 - 28.910 letture - ® Riproduzione vietata

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