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Donnavventura 2011: con Chiara in Madagascar, Dubai e Oman (10 pagine)

Gran Raid Donnavventura 2011 alla scoperta dell'Oceano Indiano.

Tour del sud del Madagascar, Antsirabem Morondava i parchi naturali di Kirindy e Zingy

La carovana è ormai partita alla scoperta del sud del Madagascar, un paese ricco di ambienti e paesaggi molto diversi fra loro, le persone invece, per quando appartenenti a ben diciotto etnie, sono tutte simili nella gentilezza, la disponibilità ed i sorrisi che ci riservano. Da Tana ci siamo spostati verso Antsirabe per poi raggiungere la costa occidentale nei pressi di Morondava. Abbiamo dormito nel parco di Kirindy dove abbiamo incontrati i fossa, i predatori più grossi del Madagascar e… alcune delle loro prede, come il lemure rosso o il bianco lemure sifaka, capace di balzi prodigiosi da un ramo all’altro. Il fossa, simile per conformazione ad un piccolo puma, per potersi aggiudicare un pasto, ha dovuto adattarsi a rincorrere questi funambolici primati tra gli alberi, sviluppando un’agilità eccezionale.

Dal Kirindy poi abbiamo imboccato una pista diretta a nord, verso il parco degli zingy, conformazioni rocciose a dir poco spettacolari. Lungo le piste abbiamo incrociato molti villaggi con capanne realizzate in legno e paglia. Lo stile di vita delle persone è estremamente semplice, non sempre elettricità ed acqua corrente sono a disposizione, certo nei centri più piccoli non se ne parla nemmeno. Anche il lavoro dei campi è svolto quasi del tutto a mano. Si vedono aratri rudimentali trainati dagli zebù e governati da giovani malgasci dallo sguardo attento, contadini che dissodano l’arido terreno servendosi solamente della vanga e delle esotiche mondine che si occupano del trapianto delle piantine di riso con i piedi ed i polpacci a mollo nell’acqua. Fuori dalle case piccole porzioni di riso appena colto vengono lasciate ad essiccare su teli stesi a terra, per poi essere pestate e separate dall’involucro diventato ormai secco. Le donne lavano i panni al fiume e li stendono sull’erba perché si asciughino, i ferri da stiro sono scaldati dal carbone.

Non appena la carovana si ferma in qualche villaggio un nugolo di bambini ci circonda chiamando vazaha vazaha, che significa straniero. Cercano di attrarre la nostra attenzione in ogni modo, senza però essere invadenti. Bambini di sei/sette anni accudiscono i fratelli più piccoli. Grandi e piccoli portano il lamba, un telo tradizionalmente usato come indumento, per avvolgere delle cose o per legarsi in grembo o sulla schiena gli zazakely, i bimbi molto piccoli. Mercati e bancarelle si sviluppano quasi ovunque. Una dimensione affascinate ed un paese ancora tutto da scoprire mora mora, piano piano come dicono qui, con Donnavventura.
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