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Il massiccio di Qalamun e i villaggi cristiani: Maalula , Seydnaya e Mar Musa

Damasco, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Damasco dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Avete mai sentito parlare del villaggio in cui gli abitanti parlano ancora la lingua di Cristo? E’ il piccolo villaggio di Maalula, nel cuore del Qalamun, in cui numerosi linguisti si sono recati per studiare il fenomeno. Maalula significa "ingresso" in aramaico. Il famoso villaggio si trova a un’altitudine di 1650 m, ad una cinquantina di chilometri a nord di Damasco. La regione, una fertile vallata racchiusa tra due catene montuose, offre anche altre attrattive: antiche chiese in magnifici paesaggi, case scavate nella roccia e importanti mete di pellegrinaggio – Nostra Signora di Seydnaya e il monastero di Santa Tecla a Maalula – che testimoniano la vitalità del cristianesimo orientale.

Una visita da non perdere: il monastero di Mar Musa, una fortezza costruita su un orrido risalente all’XI secolo e rioccupata da qualche anno da una comunità animata da un dinamico sacerdote italiano.

Come arrivare? Da Damasco, il modo più facile per arrivare è disporre di un’automobile privata per un’escursione di una giornata alla scoperta dei principali siti del Qalamun. Da qui si potrà tornare nella capitale o proseguire verso nord per Hama. Ma si può anche limitare la visita a Seydnaya e Maalula. Dal centro di Damasco, seguire le indicazioni per Homs/Aleppo e prendere verso Seydnaya all’uscita della città. Se desiderate visitare solo Maalula, seguite la strada statale di Aleppo fino al bivio, procedendo a sinistra per Maalula. Attenzione: l’8 settembre si celebra la festa della Vergine a Seydnaya. A Maalula, il 14 settembre si festeggia l’Esaltazione della croce; il 24 settembre si festeggia Santa Tecla e il 7 e 8 ottobre San Sergio.

Maalula
Raramente si passa per la Siria senza visitare Maalula, 43 chilometri a nord di Damasco. Consigliamo di dedicare almeno due ore di cammino per visitare l’incantevole villaggio dalle casette cubiche intonacate di giallo, violetto e blu aggrappate alla falesia. Si scorgono qua e là delle scale che permettono di passare da una casa all’altra dalle terrazze. All’entrata del villaggio, una giara gigante segna il punto in cui la strada si divide. Seguendo il circuito classico, si può fare a piedi il giro della falesia. Prendendo a destra, si raggiunge una piazzetta che permette di sostare all’entrata del convento di Santa Tecla. Il Mar Takla, una costruzione moderna e riservata al culto greco ortodosso, dà accesso a una grotta (dedicata alla santa che porta lo stesso nome) in cui gocciola dal soffitto acqua ritenuta miracolosa, perché in questo punto la santa si dissetò. All’uscita dal convento, la gola di Salta Tecla si percorre a piedi.

La montagna ha una storia singolare, in quanto avrebbe salvato Santa Tecla. Seguace di San Paolo perseguitata dai soldati romani, la santa trovò rifugio sulla montagna, che si spaccò in due sbarrando la strada ai persecutori. Santa Tecla passò il resto della sua vita in questa grotta, importante meta di pellegrinaggio. All’estremità della gola si raggiunge un altopiano spoglio che circonda il monastero, su cui si trovano numerose tombe scavate nella roccia. Si arriva quindi ad un secondo convento cattolico dedicato a San Sergio. Il Mar Sarkis comprende elementi che risalgono all’epoca bizantina e custodisce icone del XIII secolo. Si tratta probabilmente della più antica chiesa in attività, fondata intorno al 320.

Seydnaya
Aperto tutti i giorni. Entrata libera. E’ consuetudine fare un’offerta.
26 chilometri a nord di Damasco, abbarbicato su un picco roccioso, il convento di Seydnaya colpisce il visitatore, dietro alle alte mura del XII secolo. Situato un po’ fuori dal borgo, il convento porta un nome che in siriano significa « Nostra signora », ed è dedicato alla Vergine Maria.
Fu meta di pellegrinaggio molto famosa, forse tra le più famose dell’Oriente cristiano dopo Gerusalemme. Ancora oggi la sua icona, che si dice fu dipinta da San Luca evangelista, attira pellegrini cristiani, ma anche musulmani. L’icona miracolosa sarebbe comparsa all’imperatore Giustiniano nel punto in cui oggi sorge Nostra Signora di Seydnaya, e gli avrebbe ordinato di costruire una chiesa. Alla cappella miracolosa si accede scalzi.
Il convento è da sempre occupato; oggi ospita religiose di culto greco-ortodosso che si prendono cura di orfani di tutte le provenienze.
A 8 chilometri, sulla via di Maalula (a sinistra seguire « deir », monastero in arabo) si arriva al convento dei Cherubini di Seydnaya. Si tratta di un monastero minore, ma il panorama sull’altopiano, a più di 2000 metri, è straordinario e assolutamente magico alla luce del sole del mattino o della sera.

Mar Musa
Prendere la via di Nabek (da Yabrud); qui, dalla piazza principale, la direzione di Mar Musa è indicata benissimo. Si può parcheggiare ai piedi della falesia di Mar Musa. La strada lastricata in salita che porta al monastero in una ventina di minuti non è difficile, ma è piuttosto aspra.

Mar Musa è sicuramente il luogo più bello della regione: allo sbocco di una gola, un monastero domina la steppa (a 1320 metri) che si estende a est. Più che dall’escursione in sé, rimarrete sicuramente colpiti dall’incontro con la comunità. Il monastero è risorto nel 1991 grazie alla tenacia di una dinamica comunità di monaci e monache di clausura, animata da padre Paolo, un gesuita italiano ordinato sacerdote di rito siriano cattolico.
Si può rimanere poche ore, una notte o alcuni giorni. Questo luogo coinvolgente e fuori dal tempo vi farà sicuramente dimenticare la via del ritorno. Non è richiesto nessun contributo finanziario a chi si trattiene un po’ di tempo, ma è consuetudine portare delle provviste e aiutare nei lavori quotidiani (piatti, cucina ecc.) Si dice che il monastero sia costruito su una delle torri di guardia romane. Gli eremiti cristiani decisero di stabilirvisi e di fondare un centro monastico nel XV secolo. Le prime strutture della chiesa all’interno del monastero, ampliate nel XV secolo, risalgono all’XI secolo. Gli affreschi che ornano la chiesa rappresentano il punto di interesse principale della visita.

Nella regione, potrete visitare anche Qara (a 16km da Nabek, un’ora di visita), all’estremità del massiccio del Qalamun. La visita a Qara permette di vedere gli affreschi della chiesa dei Santi Sergio e Bacco, dipinti intorno all’anno 1000, il convento di San Giacomo, tra i più antichi della regione, e la Grande Moschea, un tempo cattedrale di San Nicola, di cui si può vedere la facciata, magnifico esempio dello stile delle chiese bizantine di Siria. Foto wikipedia, cortesia: M.Manske,Jerzystrzelecki

Ministero del Turismo della Repubblica Araba di Siria
 
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 Pubblicato da - 05 Marzo 2009 - © Riproduzione vietata

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