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Punjab, viaggio nello Stato Indiano di Ludhiana e Amritsar

Punjab, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Punjab dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La regione dei cinque fiumi, nonché la terra dei sikh, è il Punjab, uno stato dall’atmosfera assai diversa da quella del resto dell’India. Ciò non significa che i visitatori non vi troveranno alcune peculiarità che rendono il viaggiare in India complicato, ma allo stesso tempo divertente e emozionante, senza contare che molte componenti della cultura punjabi, dal pollo al burro alla musica bhangra, colpiscono proprio perché tipicamente indiane. Fortunatamente la modernità non ha cancellato il passato, e con esso usanze e tradizioni secolari che ancor’oggi fanno strabuzzare gli occhi agli sparuti turisti che si muovono per lo stato zaino in spalla; a conferma di ciò basta recarsi presso uno dei tanti siti come ad esempio il Golden Temple di Amritsar, il luogo di culto più sacro della religione sikh, nonché uno degli edifici più belli di tutto il paese.

Il retaggio sikh è l’aspetto più noto della storia del Punjab, ma gli scavi archeologici hanno rivelato che oltre 4.000 anni fa l’area faceva parte della civiltà della Valle dell’Indo fondata dagli harappani. Parallelamente sono state rinvenute reliquie buddhiste presso siti associati alla dinastia più tarda dei Maurya a Snghol, nei pressi di Ludhiana, senza contare che il distretto di Kurukshetra ospita all’incirca 360 siti storici in un raggio di soli 92 kmq. Più tardi, le campagne indiane del re persiano Dario e di Alessandro Magno raggiunsero il Punjab prima di ritirarsi, tuttavia furono i Moghul a riportare maggior successo, invadendo la regione ripetutamente. Durante il processo di divisione dell’India del 1947, il Punjab fu teatro di un’orrenda carneficina che vide cadere centinaia di morti, mentre nel 1984 la decisione assai controversa del primo ministro Indira Gandhi di allontanare con la forza i separatisti sikh fece scoppiare cruenti scontri tra hindu e sikh.

Il capoluogo del Punjab è Chandigarh, un’anomalia nel panorama urbano indiano progettata in maniera del tutto innovativa dall’architetto modernista Le Corbusier. Le strade dritte e pulite di questa città di quasi 1.000.000 di abitanti sono un susseguirsi di nuovi alberghi, grandi magazzini, caffè ed altri esercizi frequentati soprattutto da giovani indiani sempre in movimento, che cercano di emulare gli occidentali abbracciando la modernità e spendendo allegramente i propri guadagni. Le emozioni suscitate da Chandigarh ai visitatori sono le più disparate, con alcuni che rimangono sostanzialmente indifferenti all’aspetto non tradizionale dell’insediamento ed altri che trovano in questa città geometrica e verdeggiante un piacevole diversivo dal caos che attanaglia la maggior parte delle altre metropoli indiane, lanciandosi all’esplorazione dei suoi tanti siti di interesse e immergendosi nella sua frizzante vita notturna. Tra le attrattive da non perdere spiccano il Capital Complex, un’imponente struttura in cemento che comprende la High Court, il Secretariat e la Vidhan Sabha, il Nek Chand Fantasy Rock Garden, un enorme giardino di 20 ettari, e i tanti musei del centro, tra cui ricordiamo il City Museum e il Natural History Museum.

La città più importante del Punjab settentrionale, nonché il principale centro economico e culturale della regione, è Amritsar, fondata nel 1577 dal quarto guru Ram Das, che ospita il luogo di culto più santo della religione sikh: il Golden Temple. L’edificio, una maestosa costruzione in marmo bianco sormontata da una cupola di rame rivestita di lamine d’oro nel 1803, è il cuore pulsante dell’insediamento, particolarmente vitale anche grazie ai diversi bazar sparsi per tutta la città vecchia. Luogo sacro per i sikh, che lo considerano il Darbar Sahib (Palazzo di Dio) o Hari Mandir (Tempio di Dio), il tempio è decorato all’interno e all’esterno da composizioni floreali intarsiate con marmi policromi e pietre semipreziose; al primo piano i fedeli leggono il Granth Sahib tutti i giorni dalle 5 alle 16 seduti attorno a un sacerdote, cantandone i versetti accompagnati dal suono di soavi strumenti a corda. Altre attrattive interessanti sono i parchi Jallianwala Bagh e Ram Bagh, e i templi Mata Temple e Sri Durgiana Temple.

Non lontano da Chandigarh c’è Sirhind, una piccola cittadina che conta tre attrattive principali, la più importante delle quali è l’Aam Khas Bagh, un giardino moghul cinto da mura fatto costruire dall’imperatore Akbar e successivamente ampliato dall’imperatore Jehangir nel XVII secolo. Le fontane e i pozzi sono praticamente asciutti, ma offrono comunque uno spettacolo notevole, senza contare la meravigliosa cornice disegnata dal diroccato palazzo di Jehangir e le camere invernali dell’edificio, alcune delle quali dotate di incredibili accorgimenti ingegneristici come ad esempio un sistema di ventilazione dal pavimento. A 20 minuti di cammino si trova un importante sito di pellegrinaggio sikh, il Gurdwara Fatehgarh Sahib, le cui cupole dorate ricordano il martirio, avvenuto nel 1704, dei due figli minori del decimo guru Gobind Singh, fatti seppellire vivi dai Moghul per essersi rifiutati di convertirsi all’Islam. Oggi i due giovani vengono onorati con lo Shaheedi Jor Mela, una festa di tre giorni che si tiene presso il tempio ogni dicembre. Proseguendo a piedi per un’altra decina di minuti si incontra il Rauza Sharif, il mausoleo in marmo del santo musulmano Shaikh Faruqi Sirhindi, una sorta di seconda Mecca per i sunniti indiani, che vi giungono a frotte in occasione dell’Urs, la festa in commemorazione del santo che cade tra luglio e agosto.

Nei pressi del confine indo-pakistano si trova Anandpur Sahib, il sito più sacro per i sikh dopo il Golden Temple che annovera diversi gurdwara storici e sorge a ridosso delle Nana Devi Hills. Luogo di pellegrinaggio da oltre 300 anni, Anandpur Sahib fu fondata dal nono guru Tegh Bahadur nel 1664, prima che l’imperatore moghul Aurangzeb lo facesse decapitare per aver rifiutato di convertirsi all’islam. Simile a una fortezza, il Kesgarh Sahib è il gurdwara più grande, dove sono esposte svariate armi sacre, alcune delle quali tenute in mano dalle guardie; un gurdwara più piccolo, il Sis Ganj, segna il punto in cui la testa del guru Tegh Bahadur fu cremata dopo essere stata riportata indietro da Delhi. A circa 500 metri dal centro si trova l’Anangarh Sahib, dove una gradinata sale fino a un forte sul tetto da cui si può notare la forma a cinque petali del Khalsa Heritage Complex.

Il periodo migliore per visitare il Punjab è quello compreso tra ottobre e marzo, quando la temperatura è mite e le precipitazioni quasi assenti. Da evitare invece la stagione più calda dell’anno, quella che va da aprile a giugno, quando le massime superano stabilmente i 40 gradi e il tasso di umidità comincia a salire, e quella delle piogge, da luglio a settembre, quando tutto lo stato è flagellato da precipitazioni molto abbondanti accompagnate da un’afa davvero opprimente.

Attualmente l’unico aeroporto internazionale del Punjab è l’Amritsar International Airport, anche noto come Raja Sansi International Airport, collegato a tutte le maggiori metropoli indiane, oltre che all’Uzbekistan e al Turkmenistan; nei prossimi anni è previsto l’ampliamento del Chandigarh Airport, presso il quale verrà ultimato un nuovo terminal internazionale. Autobus a lunga percorrenza permettono ai turisti di muoversi dal Punjab verso numerose destinazioni indiane, ma anche di valicare il confine indo-pakistano presso il villaggio di Attari, mentre la rete ferroviaria è meno sviluppata e non consente che spostamenti piuttosto lenti e difficoltosi.
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 Pubblicato da - 21 Dicembre 2010 - © Riproduzione vietata

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