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Castelpetroso (Molise): il borgo e il Santuario della Madonna addolorata

Castelpetroso, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Castelpetroso dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il comune molisano di Castelpetroso si colloca in provincia di Isernia, sulla vetta di un colle a un’altitudine di 872 metri s.l.m fra le valli di Bojano e Carpinone.

La maggior parte dei 1.681 abitanti si è insediata nel tempo nelle cinque frazioni di cui il comune si compone, vale a dire Indiprete (conta 900 abitanti e varie attività che rappresentano l’economia del paese), Guasto, Pastena, Casale e Camere, in quanto il nucleo centrale di Castelpetroso corrisponde a un borgo medievale in cui le pochissime case ospitano appena una decina di persone.

L’antico Colle Petroso divenne Castrum Petrosum per via del castello edificato intorno all’anno 1000 in un sito ricco di pietre, poi infeudato per qualche secolo passando da re Carlo I d’Angiò a Giovanni D’Angelo e da Carlo II d’Angiò ad Andrea D’Isernia fino all’ultima famiglia che lo possedette, i De Rossi. Il castello è oggi uno dei punti di riferimento della località e sorge su una vera e propria fortezza naturale.

D’ispirazione normanna data la forma quadrata, la struttura venne costruita dai Longobardi, poi assorbita da un vortice di vendite, cessioni e plurimi passaggi di mano fino ad acquisire definitivamente un posto di primo piano nella comunità di Castelpetroso, tanto che attualmente ospita un museo della civiltà contadina, molto importante specialmente per le generazioni future, in grado di ripercorrere la storia agreste degli antenati fino alle radici.

L’esposizione museale si presenta assai ricca: arredamenti interni di case, botteghe artigiane, attrezzi e utensili agricoli, vestiari, lettere, medaglie, fotografie, quadri e oggettistica di vario genere vanno a comporre un patrimonio indispensabile per tramandare l’antica cultura del fare ai giovani autoctoni, patrimonio di cui Castelpetroso va assolutamente fiero.

Il castello custodisce inoltre un artistico presepe molisano d’impronta cinquecentesca in cui tutto, ma proprio tutto (indumenti, paesaggio, oggetti) richiama al folclore regionale. Si è parlato di artigianato, un aspetto ancora vivo e vegeto: se le lavorazioni del vimini e della pietra appartengono ormai al passato, quella del legno permane e influisce positivamente nella produzione di serramenti, mobili e arredi di diversa natura.

La bellezza di un comune come Castelpetroso è incentivata soprattutto da un’architettura ecclesiastica che si rivela feconda di edifici di pregio, tra i quali si distingue il Santuario di Maria Santissima Addolorata. La costruzione della basilica minore (titolo acquisito in seguito alla visita di papa Francesco il 5 luglio 2014), iniziata nel 1890, si deve all’apparizione della Vergine Maria solo due anni prima, nel 1988, che si manifestò alle due pastorelle Serafina e Bibiana. La gestazione edile ebbe termine soltanto nel 1950, complici le lacune economiche e le devastazioni arrecate dalle due guerre mondiali.

La Chiesa è dotata di facciata compresa fra due torri campanarie a pianta quadrata, trisezionata con cuspide triangolare e quadrifora centrale; in basso figura un trittico di portali strombati decorati con lunette musive ritraenti Gesù in croce fra Maria e Giovanni, l’Annunciazione e l’Incoronazione di Maria. Questo portento architettonico conta sette cappelle laterali e una superficie complessiva di 10.000 metri quadrati con una capacità di altrettanti fedeli che possono occupare i locali interni decorati da pregevoli opere del Trivisonno che hanno come oggetto figurato i sette dolori della Madonna e mosaici di vario tipo.

L’emblema religioso di Castelpetroso è accompagnato da una pletore di altre chiese che fanno capo alla Parrocchiale duecentesca dedicata a San Martino Vescovo: la chiesa di San Giuseppe s’erge ai piedi del colle di Castelpetroso ed in prossimità di essa trova posto un monumento di Padre Pio giovane; la chiesa di San Rocco si deve alla grande devozione dei molisani per questo santo, nominato nel corso del Concilio di Costanza “Patrono contro la peste”; da menzionare anche la chiesa di San Nicola di Bari, la chiesa della Maddalena, la Cappella di Sant’Antonio, la Madonna della Libera, Santa Maria della Mercede e le tre cappelle rurali Madonna del Soccorso, Madonna del Carmine e Santa Barbara.

I momenti di aggregazione nelle varie frazioni sono tanti e preservano lo spirito delle antiche feste locali, anch’esse di contadino retaggio, che culminavano tutte con il suono di un organetto, il Du Bot, antichissimo strumento musicale: a lui è dedicato il Festival del Du Bot, che si svolge a Guasto ogni seconda domenica di settembre con relativa sagra atta a esaltare la gastronomia autoctona.

Il primo venerdì di agosto è di scena in borgata Pastena la sagra delle “Taccuzzelle e fagioli”, piatto tipico a base di acqua, farina e fagioli delle pendici del Monte Patalecchia.
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