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Moliterno (Basilicata): il castello, le chiese e i formaggi tipici

Moliterno, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Moliterno dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Addentrandosi fra le verdi montagne dell’Appennino Lucano ci si imbatte in graziosi e poco conosciuti comuni dalle origini antichissime. Uno di questi è Moliterno, in provincia di Potenza.

Da lontano appare come un gruppo di case bianche arroccate su di un piccolo monte (879 m s.l.m.) sulla cui cima svetta il bellissimo Castello. Magari lo avete visto a vostra insaputa: compare anche tra i paesi toccati dall'itinerario di Basilicata Coast to Coast, il film di Rocco Papaleo.

La storia di Moliterno

La leggenda vuole che Moliterno sia nato in seguito alla distruzione dell’antica Grumentum per opera dei saraceni, i quali portarono i lucani, abitanti del posto, a fuggire e costruire una nuova dimora non lontano dalla loro terra originaria.
La distruzione di Grumentum pare avvenire fra 872 e 975 ed è indubbio che i suoi abitanti tentarono di salvarsi scappando nei paesi vicini. Moliterno forse esiste già all’epoca del massacro, ha origini preromane e con l’arrivo violento dei saraceni aumenta la sua popolazione.

Purtroppo si tratta di sole ipotesi, mancando dati certi a riguardo di tale ricostruzione.
E’ sicuro invece che quando i longobardi si spingono fino le coste più meridionali della penisola, Moliterno esiste già e vede proprio in questo popolo i primi invasori stranieri.
Arrivano poi i normanni che costruiscono il primo castello e vi regnano per più di un secolo, dal 1059 al 1168.

Con le nozze fra Costanza d’Altavilla, ultima erede normanna, ed Enrico VI, a Moliterno si insatura una nuova casata dominante, quella Sveva. Seguono gli anni felici del regno dell’illuminato Federico II che terminano però bruscamente con la sua morte.

L’esercito angioino scende in Italia e il re Carlo uccide Manfredi, ultimo erede svevo. Sono gli anni della casata degli Angiò. In particolare fu il barone Brajda ad ottenere il controllo del feudo di Moliterno, come testimonia la carta di concessione feudale rilasciata dal sovrano francese nel 1269.

Per 108 anni la famiglia Brajda ha la proprietà del castello di Moliterno ma continui scontri interni fra i fedeli di casa sveva e i sostenitori dei nuovi signori segnano questa lunga dominazione.
A queste lotte si aggiungono quelle combattute da Angioini ed Aragonesi, fino a che nel 1442 questi ultimi hanno la meglio e Ferdinando d’Aragona ottiene il Regno di Napoli.
Gli Aragona arrivano quindi anche a Moliterno, con il feudo di Antonio Sanseverino principe di Salerno.
Tuttavia i Sanseverino non si dimostrano feudatari onesti e più volte cospirano contro i loro sovrani. Ripetutamente puniti, ottengono infine il possesso definitivo del feudo che cedono nel 1524 ad Antonio Carafa principe di Stigliano. Seguono poi G. B. Spinelli duca di Caivano e Fabrizio Pignatelli Principe di Marsiconuovo a cui il feudo viene poi espropriato.
Arrivano infine i francesi di Napoleone, i feudi vengono cancellati e nasce il comune di Moliterno.
Con l’opera di unificazione di Garibali, anche il comune lucano entra infine a far parte del Regno d’Italia.
La storia del piccolo comune della provincia potentina coincide quindi con quella del resto del meridione: secoli di dominazione straniera -francese e spagnola- che terminano con la nascita di un nuovo Regno.

Il Castello di Moliterno

L’elemento architettonico più importante è indubbiamente il bellissimo Castello, costruito esattamente nell’estremità più alta dello sperone roccioso su cui si è formato l’interno paese.

Il castello è stato probabilmente eretto fra VIII e IX secolo, in epoca longobarda, come la torre di avvistamento lascia immaginare. Nei secoli successivi ogni nuovo signore apporta delle modifiche, adeguando la costruzione ai gusti e ai sistemi difensivi del suo tempo. È per questo motivo che dell’impianto originario, portato a termine dai normanni, rimane oggi poco, se non appunto la grande torre normanna a pianta quadrangolare.
Attualmente si accede all’edificio attraverso un grande portone ad arco romano, superato il quale si scorge il castello protetto da un imponente muro di cinta, racchiuso fra una torre quadrata ad oriente e una più bassa e circolare ad occidente. Le mura sono collegate alla facciata da una serie di archi, andando a formare un tipico loggiato cinquecentesco. Gli ingressi sono due e si trovano entrambi sulla torre longobarda: uno conduce al cortile interno, l’altro alle stalle.

Il nucleo originario del castello è sicuramente la torre longobarda, alta 25 metri e larga 8. I suoi merli, quasi interamente distrutti, ci ricordano il legame dei suoi feudatari con la chiesa: si tratta infatti di merli squadrati. Al suo interno si contano tre piani, ognuno formato da una sola ed ampia stanza. Era qui che si trovavano le prigioni. Per il resto il castello è quasi completamente distrutto, rimangono solo tristi rovine. Indubbiamente fra esse erano la stanza del principe e degli ospiti, le stalle e i locali di servizio. Una cisterna di acqua piovana e una cappella completavano l’ambiente.
Passato da un padrone all’altro, il castello è giunto infine al comune, il quale da molti anni si sta preoccupando di riconsegnargli il giusto e meritevole aspetto, guastato dal seguirsi di incuria e trascuratezza.

Cosa vedere a Moliterno

Ma prima di arrivare alle porte del Castello i vostri occhi non potranno fare a meno di riempirsi della bellezza del centro storico del paese. Stradine in pietra che si arrampicano sulla roccia, case che si confondono con i massi e antichi palazzi nobiliari perfettamente conservati.
I più importanti sono quattro: Palazzo Parisi, Palazzo Giliberti, Palazzo Lovito e Palazzo Mobilio Giampietro.

Il primo è un’ elegante costruzione ottocentesca, oggi sede di alcuni uffici comunali, il secondo coincide oggi con il Municipio e ha perso quindi l’antica funzione di convento. Non è un caso infatti che costituisca un unico corpo con la Chiesa di Santa Croce. L’edificio sacro ha oggi una facciata semplice e modesta, che in parte si confonde con il resto dell’edificio. Voluta dai francescani ed eretta nel corso del XVII secolo con l’annesso ex convento, custodisce al suo interno ricche decorazioni barocche e un imponente crocifisso gotico dello stesso periodo. Palazzo Lovito, nell’omonima via, è luogo di vanto per i moliternesi in quanto ospitò l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli. Pochi passi più avanti si trova la casa che diede i natali al famoso pittore locale Michele Tedesco, vicino al movimento dei macchiaioli e dedito ad un’attenta lettura dell’animo femminile. Infine, il restante palazzo fu costruito per volere dei padri Domenicani che nel ‘500, negli anni del potere angioino, ottennero grandi ed importanti concessioni e privilegi. Attualmente ristrutturato, conserva dell’antico progetto l’elegante chiostro con volte a crociera e colonne, al cui centro cattura l’attenzione il bel pozzo seicentesco con su incise le parole «Soli Deo». Il palazzo sorge proprio accanto all’umile Chiesa del Rosario. Una facciata semplice e spoglia, introduce attraverso un austero portone ligneo in un ambiente intimo e raccolto. I soffitti riccamente affrescati contrastano con le bianche colonne, creando un interessante effetto di leggerezza. Accanto all’altare, in due nicchie riccamente decorate da dolci puttini, due statue di Santi.

La chiesa più importante del paese è però la Chiesa dell’Assunta, bianca ed imponente. Un tempo era infatti questa la patrona di Moliterno e ad essa era dedicata la chiesa più importante. Con l’avvento dell’ordine dei Domenicani, sempre più potenti in queste terre, insieme a quello della famiglia Carafa, patrono diviene San Domenico di Guzman, festeggiato ogni anno il 4 agosto con sfavillanti celebrazioni.
Un’altra festa particolarmente sentita è quella della Madonna del Vetere, celebrata l’8 settembre ed a cui è dedicata una graziosa cappella, eretta sul monte omonimo, poco fuori dal centro abitato. La cappella ha un aspetto semplice ed era probabilmente in origine un piccolo tempietto dedicata dai grumentini alla Dea Diana. Con l’avvento del cristianesimo l’edificio viene consacrato e convertito al culto di una vergine cristiana, Maria. A causa del progressivo abbandono delle terre in favore della sempre più sviluppata Moliterno, la piccola cappella ha conosciuto momenti difficili. Furono le mogli della famiglia Brajda, Oddina prima e Caterina poi, ad occuparsi del suo restauro. L’aspetto attuale è però dovuto all’ultimo intervento, quello voluto da Don Pietro De Nilo nel corso dell’ottocento e si presenta con un’unica navata con quattro altari in marmo e due tabernacoli, uno dedicato a San Leonardo di Limonges e l’altro a San Michele Arcangelo. Affreschi raffiguranti i Santi Giovanni e Pietro incorniciano quello dedicato a Criso in croce, della Madonna rimangono infine poche tracce.

I musei di Moliterno

Una menzione particolare la meritano i numerosi musei di Moliterno, ben sei e recentemente riuniti in una sistema museale (MAM) che consentirà ai turisti di scoprire in modo armonico ed esaustivo le ricchezze variegate di questo territorio.

MAM è l'acronimo di Musei Aiello Moliterno, ed è proprio grazie alla storica famiglia Aiello che si devono le location della maggior parte dei musei cittadini: di fornte alla Chiesa Madre troviamo il Museo Palazzo Aiello 1786, che offre una raccolta di opere d'arte che spaziano su di una lasso temporale di un paio di secoli. Altre opere d'arte le trovate nel Museo Casa Domenico Aiello, che raccoglie dipinti dei più importanti autori lucani dell'800, mentre presso il Museo Via Rosario Contemporanea trovate una mostra permanente d'arte moderna, a cui vengono affiancate anche delle mostre contemporanee.

Presso il Palazzo Aiello 1825, nel centro storico del borgo, troviamo il Museo del Novecento Lucano, allesito nei primi due piani, mentre al terzo e quarto piano del palazzo trova spazio il Museo della Ceramica del '900. Chiude il percorso del sistema museale la Biblioteca Lucana Angela Aiello: tre secoli di storia dei libri vengono raccontati all'interno di una costruzione in stile liberty, e da non perdere ci sono anche la sala delle Mappe e quella dei Terremoti.

Maggiori informazioni sui musei di Moliterno, indirizzi date d'apertura, orari e prezzi le trovate qui, sul sito ufficiale dei musei.

Eventi, sagre e manifestazioni

Accanto a queste importanti feste sacre vi è la Sagra del Formaggio, un evento particolarmente sentito dai moliternesi. Il toponimo di Moliterno, secondo una delle tante interpretazioni, deriverebbe infatti da «mulcternum» ovvero «luogo dove si fa il latte». Ciò fa pensare che quella casearia sia una da sempre una delle principali e più antiche forme di guadagno per i moliternesi ed infatti a partire dal ‘700 il suo formaggio caprino diventa celebre e richiesto in tutto il mondo. La manifestazione ha luogo nel centro storico ed in tutti i centri chiave della produzione casearia e ripropone interessanti scorci storici oltre alle gustose prelibatezze gastronomiche a base di pecorino locale, il Pecorino Canestrato IGP.
Tuttavia altri sono i prodotti tipici che vale la pena provare durante la visita del comune, di notevole qualità sono i funghi e la cacciagione e molto apprezzate dai moliternesi sono le lumache. Fermandovi in una delle trattorie locali è possibile assaggiare i ferricelli, i trisciddi (gnocchi aperti conditi con sugo di carne), minestrone con pecorino e pastorale, a base di carne di pecora. Fra i secondi si trovano il capretto e le lumache in umido, da accompagnare con il delizioso pane di patate. Per concludere perché non provare il sanguinaccio?

Moliterno è un borgo antico, in cui il tempo sembra davvero essersi fermato. Guarda dall’alto la valle sottostante, nel cuore dell’Appennino Lucano, in un territorio selvatico e incontaminato. È certamente una tappa importante per gli amanti della storia e dei borghi sconosciuti, in cui il turismo è presente ma non invadente, un luogo che regala emozioni anche agli amanti della natura. Non sono pochi i sentieri che permettono di scoprire i dolci versanti degli Appennini Lucani, a pochi chilometri da qui brilla l’azzurro del Lago di Pietra del Pertusillo, raggiungibile passando in prossimità degli scavi del Parco Archeologico di Grumento Nova. Insomma, un luogo speciale in cui natura e storia si completano suggestivamente.

Come arrivare a Moliterno

In automobile da Potenza il viaggio richiede poco più di un’ora. Occorre prendere l’E847 inserendosi in SS598. Proseguire fino alla SS103 che porta a Moliterno.
Il treno non porta a destinazione, tuttavia da Potenza esiste una linea che collega la città con Moliterno.


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