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Mostar (Bosnia Erzegovina), visita alla città e il suo Ponte Vecchio

Mostar, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Mostar dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Non è facile prendere Mostar – con il suo bagaglio traboccante di leggende, tradizioni, arte e cultura – e condensarla nelle pagine di una guida. Ogni parola e ogni immagine risulta riduttiva, incapace di trasmette i sapori e i profumi di una terra magica, che porta le cicatrici di un passato doloroso ma avanza a testa alta verso il futuro, fiera di raccontare le sue origini e le sue passioni. Eppure Mostar merita davvero di essere raccontata, con i suoi 112 mila abitanti e il suo ruolo importante nell’Erzegovina come capitale non ufficiale.

Situata nel Cantone di Erzegovina-Neretvanska, in Bosnia Erzegovina, lungo le rive del fiume Neretva, Mostar è la quarta città del paese ed è dotata di un aeroporto internazionale. A fondarla furono i turchi ottomani nel XV secolo, e nel 1878 venne annessa all’impero austro-ungarico. Negli anni Novanta del secolo scorso la città visse un periodo di guerra particolarmente duro, ma a partire dal 1995 un’attenta opera di ricostruzione ha riportato il centro all’antico splendore, medicando le ferite lasciate dai bombardamenti.

Dopo la rinascita, Mostar è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, per l’intensità della sua storia e per il pregio delle sue architetture, che simboleggiano il dolore e la ritrovata pace. Il cuore antico della città è di per sé un capolavoro artistico, tutto raccolto sui due lati del celebre Stari Most, il Ponte Vecchio che connette una parte della città all’altra. Camminando sopra il corso della Neretva i visitatori possono abbracciare in un colpo d’occhio le architetture ottomane, le meravigliose moschee cinquecentesche, le torri e i bagni turchi, ma anche le semplici botteghe artigiane dei battitori di rame (kujunžije), che da mattina a sera animano le strade col loro chiasso allegro.

Mostar è un mosaico di popoli e culture: vi convivono cattolici, ortodossi, islamici ed ebrei, e questo non fa che accrescerne il fascino e invogliare gli ospiti a passeggiare con occhi curiosi. Tra le attrazioni più famose c’è il già citato Ponte Vecchio realizzato nel 1566 e restaurato completamente nel 2004. Realizzato in età ottomana su progetto dell’architetto turco Hajrudin, il ponte di pietra era stato commissionato dal sultano Solimano il Magnifico e richiese ben nove anni di lavoro. Colpito dai bombardamenti del 1993 e felicemente ricostruito, il ponte è sempre stato il simbolo indiscusso della città e il protagonista di leggende misteriose.

Costituito da un singolo arco di pietra che, in estate, si trova a 21 m d'altezza sull'acqua, il ponte viene utilizzato sin dal 1968 per delle bizzarre gare di tuffi che si svolgono nel mese di luglio e attirano giovani provenienti da tutto il mondo. L’evento si rifà a una tradizione locale secondo la quale i ragazzi del posto, per dimostrare la propria virilità, dovevano affrontare la prova delle gelide acque della Neretva.

A vegliare sul ponte ci sono le torri Herceguša e Tara, sulla sponda sinistra del fiume, e la torre Halebija su quella destra: Tara, a pianta semicircolare, in epoca ottomana fungeva da deposito di munizioni e oggi è sede del Museo del Ponte Vecchio, mentre l’Halebija conteneva le carceri e un corpo di guardia, che serviva anche come punto di osservazione.

Il Ponte Storto (Kriva Ćuprija) del 1558 è meno famoso ma comunque interessante, molto simile allo Stari Most se non per le dimensioni, decisamente più modeste. Anch’esso risalente all’età ottomana, si dice sia stato realizzato come prova per l’imminente costruzione del fratello maggiore. Trascinato via dal fiume nel 2001, a causa di una piena, anche questo ponte è stato recentemente rimesso a nuovo.

Nella stessa epoca venne eretta la Torre dell’Orologio, precisamente fondata nel 1630 proprio a fianco del Museo dell’Erzegovina. A base quadrata, alta 15 metri, secondo la tradizione sarebbe stata realizzata per volere di una potente signora di nome Fatima-Kaduna Saric. Danneggiata, come tanti altri monumenti, nel corso degli ultimi conflitti, la torre è stata fortunatamente ristrutturata nel 1999.

Da vedere anche il Cimitero Monumentale Partigiano del 1965 (il Partizansko Groblje), situato nella parte ovest della città, immerso tra ampi spazi verdi. Creato dall’architetto Bogdan Bogdanović, il cimitero è dedicato ai partigiani della città caduti in guerra e ospita 661 lapidi.

Ma non finiscono qui le bellezze di Mostar, che ospita meravigliose moschee come quella di Karađozbeg, o bellissime chiese tra cui quella di Franjevačka, col campanile più alto della Bosnia-Erzegovina. Da vedere il quartiere Brankovac in stile ottomano, con le case e gli eleganti cortili delle famiglie storiche della città, e la strada Bišćevića sokak con la sua famosa casa turca. Gli amanti della natura troveranno spazi selvaggi in cui dedicarsi alle escursioni, al relax e a tantissime attività sportive, come il Parco Naturale Ruište sulla montagna Prenj e la riserva naturale Diva Grabovica, e chi non si accontentasse della cittadina potrà spingersi nei dintorni alla ricerca di altri luoghi interessanti, come l’antica Blagaj e le sue fortificazioni, la medievale Počitelj, la villa romana di Mogorjelo, i reperti archeologici di Stolac e la amata Međugorje, meta di pellegrinaggi da ogni angolo del mondo.

Il dolce clima mediterraneo dà un tocco in più al paesaggio già splendido, con le sue estati calde e gli inverni miti, mai particolarmente freddi. Infatti le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 2°C a una massima di 8°C, e in luglio e agosto si passa dai 18°C ai 31°C.

Con delle condizioni climatiche così favorevoli il territorio intorno a Mostar è un tripudio di fiori e coltivazioni: il verde nei dintorni è costellato di agrumi, kiwi, fichi, meloni, ciliegie, albicocche, melograni e freschissime pesche. Ovviamente tanta ricchezza si riflette sulla cucina, che è dominata dai sapori naturali e fa largo uso di frutta e verdura, ma anche di miele prelibato e prodotti caseari. Tra i formaggi tipici della zona ci sono il formaggio di Livino e il “formaggio nel sacco”, da gustare con un buon vino del territorio.

Per raggiungere Mostar ci sono diverse possibilità. Chi viene da lontano può prendere l’aereo e atterrare a Sarajevo, Spalato, Dubrovnik o Zagabria, da cui sarà sufficiente prendere un treno o un autobus sino a Mostar. Da Sarajevo bisogna prendere un taxi per raggiungere la stazione degli autobus o la stazione ferroviaria, mentre dall’aeroporto di Spalato c’è un vero e proprio servizio navetta apposito. Anche a Mostar c’è un piccolo aeroporto internazionale con collegamenti regolari verso Zagabria (Croazia) e Istanbul (Turchia) e voli charter verso Međugorje. Chi sceglie il viaggio via mare può contare su una programmazione delle tratte stagionale, che include le linee Ancona-Spalato, Bari-Dubrovnik e Pescara-Spalato.
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