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Burgos: visita alla città e ai suoi monumenti

Burgos, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Burgos dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Sebbene la visita della città possa cominciare in vari modi, forse il luogo più indicato per avere una visione d'insieme è la collina del Castello, oggi adibito a parco e sede di culture passate, come attesta la sua fortificazione fatta erigere per volontà di Diego Rodríguez Porcelos, fondatore della prima cittadina (sec. IX).

Dal Belvedere, la contemplazione dell'intera cittadina di Burgos è un privilegio: davanti agli occhi del visitatore si staglia il centro storico, sulla sua destra il Monastero de las Huelgas e sulla sinistra la Certosa, in cui tesori e paesaggi si fondono in un tutt'uno. II quartiere di San Esteban (Santo Stefano) giace ai piedi del Belvedere: dopo una lieve discesa, la strada del castello condurrà il visitatore a via Alvar Fáñez ove potrà ammirare un tratto della cinta muraria nonché l'Arco di San Esteban, in stile mudéjar (stile in cui gli elementi romanici e gotici si sono fusi con l'arte araba) risalente al sec. XIV. Imboccando la via omonima in direzione sud, si giungerà alla chiesa gotica di San Esteban, del sec. XIV, a tre navate e tre absidi, la volta a crociera, il chiostro e la sala capitolare nonché un'infinità di elementi tipici del gotico fiorito e del Rinascimento. Vi ha sede uno dei migliori musei europei nel suo genere: il Museo del Retablo, frutto della saggia decisione della Diocesi di Burgos di provvedere alla raccolta e alla cura di retablos sparsi in vari centri.

Uscendo, si consiglia di imboccare via Cabestreros fino ad incrociare via Fernán González, vera arteria del pellegrino, al cui angolo, l'altezzosa chiesa di San Nicolàs (San Niccolò), attribuita a Simón de Colonia (sec. XV), racchiude un bellissimo retablo, esempio di gotico fiorito, scolpito da Francisco de Colonia nel sec. XVI in omaggio a San Niccolò di Bari. Con frontespizio ogivale e pianta quadrata a tre navate, vi sono esposti dipinti fiamminghi del sec. XV e un Giudizio Universale del secolo successivo. Sostando sulla porta, si potrà ammirare un'impareggiabile veduta della piazza di Santa María e della Cattedrale, il tesoro di gran lunga di maggior pregio di Burgos, dichiarata Patrimonio Mondiale dall'UNESCO nel 1984, e la cui contemplazione stimola l'anima e provoca emozioni profonde. La sua storia ha inizio nel 1221, allorquando si pose la prima pietra sul sito della vecchia cattedrale romanica, grazie all'impegno di cui diede prova il vescovo Mauricio e Fernando III.

Lungo la stessa via, sulla destra, la Porta gotica della Coronería, del sec. XIII, reca un'effigie di Cristo giudice affiancato dalla Vergine e da San Giovanni. Sulla sinistra, l'attiguo palazzo de Castilfalé, odierno archivio comunale, fatto erigere dalla famiglia di commercianti dei Guana, fa sfoggio di un frontespizio con arco a tutto sesto del sec. XVI. Muovendosi attorno al tempio, prorompe la Puerta de la Pellejería, opera di Francisco de Colonia (1516). Alcuni passi più in là si trova il luogo più adatto per ammirare in tutta la sua bellezza decorativa esterna la Capilla del Condestable, testata dell'edificio e la suggestiva combinazione delle sue guglie a filigrana che unitamente a quelle delle torri e del transetto, rappresentano l'espressione meglio riuscita della cattedrale.

Le vie Llana de Afuera e Diego Porcelos, che costeggia la facciata del chiostro, condurranno fino alla piazza del re Fernando che dà accesso alla Puerta del Sarmental, del sec. XIII, sovrastata dal Cristo dottore e quattro evangelisti nonché dalle immagini del vescovo Mauricio sulla colonnina. Al di sopra, spicca un rosone. Si consiglia di sostare in questo punto della piazza per poter contemplare il tamburo della cupola di Vallejo del sec. XV, un luogo quanto meno affascinante. Il punto di arrivo dell'itinerario esterno è la Puerta Real o del Perdón, sulla facciata principale antistante la piazza di Santa María. In alto, un bellissimo rosone fa da cornice alla stella salomonica su cui sono sovrapposte le sculture di otto re della Castiglia, dominati dalla statua di Santa María che reca l'iscrizione: "Pulcra est et Decora". Su ambedue i lati svettano le torri con le guglie di Juan de Colonia del sec. XV.

II visitatore, dopo essersi intriso dell'atmosfera creata dal gioco volumetrico esterno, varcherà la Puerta Real per ritrovarsi così all'interno di un edificio gotico a pianta latina, dotato di una navata trasversale e tre longitudinali, di un deambulatorio e 19 cappelle oltre alla Sacrestia e al Chiostro, in cui tutti gli stili del gotico occidentale si succedono gli uni agli altri in una babele decorativa quanto mai suggestiva. I suoi occhi dovranno posarsi, innanzitutto, sulla figura popolare dotata di meccanismo a orologeria detta del "Papamoscas", emblema della cattedrale.

Sulla destra, iniziano a sfilare le cappelle a guisa di fuoco architettonico, i cui tesori giustificano ampiamente una sosta lenta. Poiché dietro a ogni tomba, retablo, cancello o scultura palpita il cuore degli abitanti di Burgos, il visitatore dovrà dar prova di un grande rispetto per l'arte lungo tutto l'itinerario. La cappella più celebre è quella detta del Connestabile, "cattedrale nella cattedrale", con le tombe di Pedro Fernández de Velasco e della consorte, Mencía de Mendoza, Connestabili di Castiglia. Eretta da Simón de Colonia nel sec. XV, la sua volta traforata irradia fantasia. Per i monumenti funerari, si fanno i nomi di tre possibili autori: Berruguete, Juan de Lugano e Bigarny. Quest'ultimo, unitamente a Diego de Siloé è, senza alcun dubbio, l'autore del retablo Mayor. Altri retablos laterali, che si attribuiscono ai medesimi artisti, cui si aggiunge Gil de Siloé, scolpiti in omaggio a Santa Ana e San Pedro, completano questo locale di grande pregio assieme al cancello di Cristóbal de Andino (sec. XVI).

Un'altra meraviglia è la Scala dorata, eretta all'estremità sinistra del transetto per superare il dislivello tra via Fernán González e la cattedrale, e ornata di sontuosi passamano dorati del maestro Hilario e la splendida statua di Diego de Siloé del sec. XVI. Dall'altra parte del transetto, la raffigurazione dell'entrata di Cristo a Gerusalemme, rivela il virtuosismo delle opere di Gil de Siloé sulle porte del Chiostro del sec. XV. Nella testata, la Sacrestia fa sfoggio di una decorazione variegata mentre sul coro si possono ammirare i meravigliosi stalli, massima espressione di Bigarny del sec. XV, con la tomba del vescovo Mauricio in legno, rame e smalti (sec. XIII) varcato il cancello di Celina (sec. XVII). II transetto costituisce il punto di massimo interesse della visita. La lanterna è l'opera definitiva di Juan de Vallejo che seguì al crollo del vecchio tamburo della cupola di Juan de Colonia: si tratta di una volta che dà vita a una stella a otto punte filigranate. Sul pavimento sottostante si trova la tomba del Cid Campeador e della moglie Jimena.

Infine, nella cappella Mayor vi è un retablo di notevoli dimensioni, dedicato a Santa María e attribuito a Rodrigo e Martín de la Haya (sec. XVI) suddiviso in quattro corpi. Vi è la possibilità di visitare il chiostro, la navata centrale e il museo della cattedrale accompagnati da una guida.

Fonte: Ufficio Spagnolo del Turismo
Milano 02/72004617 - Roma 06/6783106
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