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Managua, la Capitale del Nicaragua: cosa vedere e sapere

Managua, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Managua dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

  • Cattedrale
  • Acoustic Shell
La capitale del Nicaragua, nonché il suo centro nevralgico, è Managua, una metropoli di oltre 1.000.000 di abitanti situata sulle sponde argentate dello Xolotlan, il vasto Lago de Managua, nella parte centro-occidentale del paese. Pur apparendo come una distesa urbana poco interessante scandita da anonimi viali alberati e sgangherati monoliti moderni, questa afosa e sismica “figlia della guerra” poi divenuta “città della pace” è molto amata dai suoi abitanti, al punto che il profilo dei suoi vulcani ed il suo fascino cosmopolita hanno ispirato innumerevoli poesie. Per capirne il motivo, basta salire sulla Loma de Tiscapa e raggiungere la famosa sagoma di Sandino, da dove si staglia l’incredibile panorama che dall’antico lago vulcanico spazia fino al Volcan Momotombo, per non parlare della vistosa cattedrale.

Sorta più di 6.000 anni fa come villaggio di pescatori, Managua è una capitale regionale ed un importante centro di commerci da almeno duemila anni. Quando l’esploratore spagnolo Fernandez de Oviedo vi giunse nel 1528, calcolò che la popolazione ammontasse a circa 40.000 abitanti, molti dei quali fuggirono nelle Sierritas, le basse montagne a sud, poco dopo l’arrivo degli spagnoli. La cittadina, priva di scuole e ospedali fin a metà del XVIII secolo, rimase nell’ombra fino al 1852, quando l’interminabile guerra civile tra Granada e Leòn fu risolta stabilendovi la capitale. L’intelligente compromesso avrebbe funzionato meglio se prima si fosse consultato un geologo, dato che Managua sorge sopra una vasta rete di faglie sotterranee in continuo movimento; non avendolo fatto, la città fu distrutta una prima volta alla fine del XIX secolo, quando gli edifici vennero letteralmente inghiottite dal terreno che si apriva sotto le fondamenta, poi nel 1931, nel 1968 ed il 23 dicembre 1972, giorno in cui morirono più di 11.000 persone nel crollo di oltre 53.000 edifici.

Fatta eccezione per la cosiddetta Zona Monumental, Managua non possiede molti luoghi di interesse turistico. Tuttavia, la prima tappa della visita alla città può essere il Parque Historico Nacional Loma de Tiscapa, il parco storico nazionale contrassegnato dal vero e proprio simbolo del centro: la statua di Sandino, eretta frettolosamente dal governo del FSLN prima di ritirarsi dopo la sconfitta elettorale del 1990 e visibile praticamente da qualunque punto del centro. Successivamente si può intraprendere la salita dal Crowne Plaza, un percorso lungo il quale si incontrerà il Monumento Roosevelt, costruito nel 1939 ed oggi dedicato alla memoria dei caduti della rivoluzione. Una volta giunti sulla cima della collina, si noterà il delizioso laghetto vulcanico del Volcan Tiscapa, che offre meravigliosi panorami sulla città, e si potrà partecipare alla Canopy Tiscapa, un tour breve ma divertente che si snoda per 1,2 chilometri su tre piattaforme, per una durata complessiva di 25 minuti. Da vedere anche i giardini Arboretum Nacional, un po’ scomodi da raggiungere in quanto situati in Av Bolivar a metà strada tra il Barrio Martha Quezada e la Plaza Monumental, ma che ospitano più di 200 specie suddivise secondo le cinque principali zone ecologiche del Nicaragua.

Spostandosi in centro, per la precisione nella Zona Monumental, si ammirerà una piacevole collezione di monumenti, graziosi parchi, musei e uffici governativi, quasi tutti precedenti all’ultimo grande terremoto e posteriori alla rivoluzione. La Fuente Audiovisual, fatta costruire dall’ex presidente Aleman con il denaro pubblico, offre uno spettacolo di suoni e luci tipo Las Vegas, con fontane danzanti, walzer viennesi e cumbias, musica da ballo colombiana, quasi tutte le sere alle 18 ed alle 21. Il guscio vuoto della Cattedrale Vecchia, distrutta dal terremoto del 1972 e, nonostante i buoni propositi, mai ricostruita, continua ad essere la metafora più significativa di Managua, con la sua bellezza austera che fa da contraltare all’interno completamente vuoto e chiuso al pubblico. Il Palacio Nacional de la Cultura, eretto nel 1935 e adiacente alla cattedrale, ospita il Museo Nacional, dove i reperti più antichi, risalenti a 500 milioni di anni fa, illustrano ai visitatori la formazione dei laghi e dei vulcani, fino a giungere ad esposizioni incentrare sulle sculture precolombiane e ad una delle collezioni di ceramica migliori del paese.

Di fronte al museo sorge la nuovissima Casa Presidencial, che ospita gli uffici, ma non la residenza, dell’attuale presidente. Immediatamente a sud della piazza c’è l’ex Grand Hotel, ora occupato dal Centro Cultural Managua, mentre al centro della Zona Monumental si estende Plaza de la Republica, inaugurata nel 1899 dall’eroe nazionale e generale antiamericano José Santos Zalaya e spesso chiamata anche Parco José Dolores Estrada. Sul lato di Plaza de la Republica verso il lago sorge il Monumento a Ruben Dario, realizzato nel 1933 e recentemente ristrutturato dopo che era stato rovinato e coperto di graffiti, al quale è stato intitolato anche il vicino Teatro Nacional Ruben Dario.

Nessun visitatore manca di trascorrere qualche ora assorto sulle rive del bel Lago de Managua, più propriamente chiamato Xolotlan, dal 1927 uno degli specchi d’acqua più frequentati del Centro America. I governi stranieri stanno aiutando il Nicaragua a ripulirlo, ma nel frattempo le famiglie del posto ci vengono la domenica e i nottambuli le sere del fine settimana, non per nuotare ma per approfittare del bizzarro insieme di chioschi e traballanti giostre del parco a tema posto sulla sua sponda occidentale. L’Acoustic Shell, progettato dall’artista americano Glen Howard e ultimato nel luglio del 2005, è un luogo magnifico da cui assistere alle pittoresche celebrazioni dell’anniversario della rivoluzione, mentre altri monumenti celebri di questa zona sono la statua dell’eroe della liberazione del Sudamerica Simon Bolivar, donata dal governo venezuelano nel 1997, la Plaza de la Cultura de Guatemala, invasa dalle erbacce, e la sproporzionata e palesemente politicizzata Estatua al Soldado, ovvero il Milite Ignoto della Guerriglia, posta sul lato occidentale di Av Bolivar, dalla parte opposta rispetto al Centro Cultural Managua.

Ad un isolato di distanza si incontra un’altra statua, in questo caso commissionata dai liberali, che celebra invece l’Operaio Nicaraguense, raffigurato da una coppia in bronzo dalla postura un po’ curva che sembra aver urgente bisogno di una vacanza. Da qui si scorge il faro del Parque de la Paz, luce simbolica di un paese un tempo dilaniato dalle guerre, che rappresenta uno dei monumenti più affascinanti di Managua. Il laghetto su cui rifletteva è stato prosciugato e raramente il faro fa luce, ma per volontà dell’ex presidentessa Violeta Barrios de Chamorro, al suo interno sono state murate le armi utilizzate durante lo svolgimento della guerra civile.

In aggiunta alle entusiastiche celebrazioni delle ricorrenze internazionali, Managua vanta anche una serie di feste esclusive. Tra le più curiose spicca il Gran Premio Annuale dei Taxi, che si tiene l’ultima settimana di marzo, durante il quale i taxisti modificano la marmitta del loro automezzo, mettono il casco, allacciano la cintura di sicurezza e sfrecciano a batterie di cinque per volta fino alla Cattedrale Vecchia lungo le vie del centro chiuse al traffico cittadino; il vincitore ottiene in premio un taxi nuovo. Da non perdere anche la Festa della Rivoluzione, celebrata il 19 luglio, quando più di 100.000 persone si danno appuntamento in strada sventolando bandiere rosse e nere, e la Festa di Santo Domingo de Guzman, che si protrae dall’1 al 10 agosto con manifestazioni sportive, gare di cavalli ed una processione di diablitos che trasportano la statua del santo fino al suo santuario nelle Sierritas de Managua.

Il periodo migliore per visitare Managua è il cosiddetto “verano”, ovvero l’estate, la stagione secca, che si protrae da novembre a maggio con temperature che oscillano in media tra 31 e 22 gradi e precipitazioni pressoché assenti. Da evitare, invece, l’”invierno”, la stagione delle piogge, che va da maggio a novembre, un periodo in cui le temperature sono comunque alte e paragonabili a quelle del resto dell’anno, ma le piogge risultano frequenti e di forte intensità, con più di 300 mm in ciascun mese per un totale annuo che arriva mediamente a sfiorare i 2.000 mm di pioggia. L’intera costa caraibica si prepara alla stagione degli uragani da giugno a novembre e affronta le tempeste più violente in ottobre e novembre.

Il Managua International Airport, che dista 11 chilometri dalla città ed è raggiungibile con taxi speciali piuttosto costosi, è un aeroporto piccolo nel quale è facile orientarsi, collegato quotidianamente a diverse metropoli del Nord e Sud America. I trasporti nazionali hanno come snodo il centro di Managua, che possiede quattro capolinea di autobus e furgoni che consentono di muoversi in tutto il paese, ma in alternativa si può noleggiare un’automobile. Per muoversi in città si può contare su autobus piuttosto affollati e non troppo sicuri a causa dei borseggiatori e sui taxi.
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 Pubblicato da - 27 Aprile 2011 - © Riproduzione vietata

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