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Tour tra le cisterne d'acqua decorate di New York City: The Water Tanks Project

Se siete stati a New York City probabilmente le avrete già notate mentre eravate intenti a visitare altre attrazioni. In caso contrario, forse vi saranno comunque già familiari per averle viste almeno negli inseguimenti sui tetti della Grande Mela durante qualche film poliziesco.

Stiamo parlando delle water towers, o water tanks, le grandi cisterne d'acqua poste sul tetto di molti palazzi newyorkesi.

I serbatoi d'acqua sui tetti della Grande Mela

Dalla fine del XIX secolo, con la costruzione dei primi grattacieli, il problema di fornire l'acqua a tutti i piani degli edifici iniziò a porsi in maniera piuttosto seria: fino ad allora i palazzi avevano sempre avuto altezze contenute e sfruttando il principio dei vasi comunicanti il problema veniva abilmente risolto. Con la comparsa di grattacieli altissimi, questo stratagemma non poteva essere più applicato a tutti i casi, e anche l'ausilio di pompe idrauliche costantemente in funzione avrebbe richiesto un enorme dispendio energetico. La soluzione venne così dall'idea di dotare ogni edificio di una cisterna – un tank – che rifornisse d'acqua anche gli appartamenti al 30° piano, sfruttando semplicemente la forza di gravità con un sistema a caduta. In questo modo basta quindi, oggi come allora, una pompa che riempia al bisogno la cisterna, per poter sfruttare la sola gravità fino a quando la cisterna non si sia svuotata.

Molte cisterne sono veri e propri oggetti storici, e a dire il vero questo ha comportato spesso anche problemi alla salute dei cittadini visti i pochissimi controlli igienici che vengono effettuati; solo da qualche anno i proprietari devono dimostrare agli eventuali inquilini di avere provveduto alla pulizia e alla manutenzione del loro tank. Nonostante la nuova regolamentazione, capita ancora che si verifichino infezioni batteriche dovute ad acqua contaminata in città.

Parlando con alcune donne etiopi durante un viaggio nel paese africano del 2007, alla filmmaker Mary Jordan venne chiesto di portare all'attenzione del mondo il problema della mancanza dell'acqua nel loro paese. In Etiopia, come in altri stati del continente, la gente nei villaggi è spesso costretta a camminare per ore ogni giorno per riuscire ad avere accesso all'acqua.
La regista, di ritorno a New York, ebbe così l'idea di utilizzare questi simboli dell'abbondanza idrica occidentale – le water tanks, appunto – per una campagna di sensibilizzazione sul problema delle risorse idriche nel mondo.

Da allora oltre 100 artisti, alcuni già affermati ed altri giovani emergenti, hanno aderito alla campagna Water above all; è così che i tetti della città, in particolare quelli di Manhattan, hanno cominciato a cambiare aspetto con azioni che hanno trasformato i tanks in vere e proprie opere d'arte.
Parallelamente feste, eventi, social network, incontri e programmi educativi organizzati dai curatori del progetto hanno lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della crisi idrica nel mondo. Molti sponsor hanno contribuito all'esito dell'iniziativa, che sta riscuotendo un enorme successo nella Grande Mela e che nelle intenzioni degli ideatori sarà presto esportata anche in altre città.

Itinerario tra le water tanks di New York


Si calcola che a New York City vi siano circa 17.000 cisterne, molte delle quali costruite dalla ditta Rosenwach Tank Company. La maggior parte è fatta di legno, sia per ragioni economiche che di isolamento termico, ma ne esistono anche alcune in acciaio, decisamente più costose: i prezzi variano dai 30.000$ di quelle in Cedro della California ai 120.000$ dei tank in acciaio. Ve ne sono di varie misure, ma in genere hanno in media una capacità di 10.000 galloni (oltre 37.000 litri).
Ovviamente, nonostante le grandi dimensioni, non è sempre facile vedere queste cisterne. A volte sono nascoste, altre volte coperte da un edificio o semplicemente troppo in alto per essere viste. Di seguito proponiamo un itinerario tra quelle visibili e rese celebri dalle opere del Water Tank Project a partire dal 2014.

Partiamo dalla zona più a sud di Manhattan, nei pressi del ponte di Brooklyn: la tela intitolata Gush, dell'artista Marilyn Minter, ricopre il tank situato sul tetto dell'edificio al 264, Water Street. Poco distante, il disegno di Tessa Traeger è stato montato sul tank al 110, Fulton Street, nel Financial District. In entrambi i casi, la fermata della metropolitana più vicina è quella di Fulton Street.
L'opera del tedesco Olaf Tajek si trova invece sul tank posto al 2, East Broadway (angolo Catherine street) nel quartiere del Lower East Side (metro: East Broadway). Qualche isolato più a nord, a Little Italy, il tank di Dustin Yellin svetta sopra un palazzo al 197, Grand Street (metro: Grand Street).
Nel quartiere di SoHo, ecco l'opera dell'italiano Lorenzo Petrantoni: è visibile sul tetto dell'edificio al 393, West Broadway (metro: Spring Street).

Ci spostiamo ancora più a nord, nella zona di Union Square: le tele di Bruce Weber e Jordie Forniés ricoprono le cisterne rispettivamente al civico 4, Union Square South e al 123, East 15th Street. In entrambi i casi la fermata della metropolitana più vicina è quella di 14th Street Union Square Station. Bisogna percorrere altri sette isolati verso nord per ammirare “Bacteria”, l'opera della georgiana Eteri Chkadua al 928, Broadway (metro: 23rd Street). Spostandosi invece nella zona occidentale di Manhattan, nel quartiere di Chelsea, tre tele ricoprono altrettanti tanks a brevissima distanza l'uno dall'altro, tutti situati su edifici posti a un isolato dalla riva dello Hudson river: sono quelle di Laurie Simmons al 525, West 28th Street, l'opera del pittore astratto Odili Donald Odita al 282, 11th Avenue e quella dell'olandese Sigrid Calon al 530, West 25th Street. La fermata della metropolitana più vicina per la visita è quella di 34th St-Hudson Yards.

Ovviamente i tank che abbiamo segnalato sono solo quelli toccati dal Water Tank Project fino ad oggi, ma altri dovrebbero essere interessati prossimamente. Molti altri, sparsi per la città, sono invece già diventati la tela improvvisata di qualche artista di strada solitario, ma tantissimi sono quelli che, seppure anonimi, portano con sé un fascino quasi antico, tutto particolare. Se fate un giro a New York, quindi, non dimenticate di volgere lo sguardo all'insù.

L'opera di Tom Fruin

Una menzione particolare, seppur non sia una classica cisterna in legno, va all'opera dell'artista Tom Fruin, ammirabile al 20 di Jay Street a DUMBO, Brooklyn. Un patchwork di plexiglas e acciaio affacciato sul Manhattan Bridge celebra l'iconico arredo urbano della Grande Mela e la vitalità del quartiere.
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