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I siti Maya più importanti e belli da vedere in Centroamerica

È vero che la civiltà Maya ha lasciato le sue più importanti testimonianze nel sud del Messico, paese in cui si è sviluppata a partire circa dal 2000 a.C. per oltre tre millenni fino alla tragedia della Conquista spagnola, ma è altrettanto vero che da qui si è ampliata fino a coinvolgere altre località, ora separate da confini e identificate da nomi diversi. Gli appassionati di storia non possono trascurare questo particolare per tracciare il sentiero destinato a ripercorrere i fasti di quell'antica civiltà. Il suo ricordo, mai sopito e ancora così suggestivo, viene alimentato dai siti rinvenuti nel corso del tempo. Ci riferiamo, per la precisione, agli stati del Guatemala, Belize, El Salvador e Honduras.

Dei siti messicani - non solo dei Maya, ma anche degli Aztechi, Toltechi e di molte altre popolazioni - parliamo più approfonditamente nel nostro articolo dedicato ai siti archeologici più belli del Messico, mentre qui proponiamo una lista dei siti Maya più belli del Centroamerica, da scoprire viaggiando sulle tracce delle civiltà del passato.

Belize: Lamanai, El Caracol e gli altri

Nel 1974, quindi in tempi relativamente recenti, ha rivisto la luce dopo secoli di oscurità la città di Lamanai (foto di copertina), situata in Belize, nel distretto di Orange Walk.
Protetto dalla foresta pluviale che ancora nasconde in parte il Tempio del Giaguaro, il sito ha occupato, negli anni compresi fra il 500 a.C. ed il 1675 d.C., una notevole importanza nell'economia della civiltà Maya, soprattutto nel periodo pre-classico. Gli scavi, portati avanti con lena fino al 2004, si sono concentrati sui resti delle imponenti piramidi che caratterizzano l'area e offrono una sbiadita testimonianza di quello che doveva essere la città nel periodo di massimo splendore.
Quando David M. Pendergast del Royal Ontario Museum riuscì a intuirne la portata ebbe la sensazione di restituire all'umanità un tesoro dalla portata inestimabile. Il significato di Lamanai, Lama'an'ain in lingua Maya, significa coccodrillo sommerso. La sua origine si deve alla posizione della città, situata accanto all'importante via commerciale del Rio Nuevo. I percorsi guidati conducono verso i templi ed il museo che custodisce esempi di manufatti.

Nel distretto di Cayo, sempre in Belize si trova un altro sito archeologico di estrema importanza. Parliamo di El Caracol, chiocciola in spagnolo, chiamata così dalla quantità di lumache trovate dalla spedizione che nel 1937 seguì le indicazioni della boscaiola, Rosa Mai, che individuò per prima l'area.
Il tempio di Caana è soltanto uno dei 35.000 edifici nascosti nella giungla alcuni dei quali raggiungono 40 metri di altezza. Il centro della città era vastissimo, tanto da occupare 142 chilometri di estensione e classificarlo come il più importante, a livello politico, dei siti Maya del paese.
A fare compagnia al tempio sono altre due siti, quello di Xunantunich, donna di pietra, il cui nome derivada una leggenda legata alla presenza fra le rovine di una donna dall'abito bianco e gli occhi rossi come il fuoco, e quello di El Castillo, secondo per altezza solo al tempio di Caana.

I siti Maya in Guatemala: Tikal, El Mirador, Aguateca e non solo


In Guatemala, nel dipartimento di Petén, si concentrano alcune delle città Maya più importanti. L'elenco comprende El Mirador, Tikal, Yaxhá, Uaxactún, El Ceibal, Aguateca, Dos Pilar, Ixcún e Cancuen. E poi ancora Quirigua, Takalik Abaj, Kaminaljuyu, Iximché, Zaculeu, Mista Viejo o Guaytán.
Tikal è la città più estesa rinvenuta fino ad ora. La sua scoperta risale al 1848 quando gli esploratori si trovarono di fronte i maestosi templi che, nel periodo di massima fioritura, fra il 200 ed il 900 d.C. ammontavano a circa 200. Il suo fascino, unito a quello di El Mirador, ancora oggi protetto dalla fitta vegetazione estesa sui 25 km sui quali si sviluppa, ha ispirato almeno un paio di produzioni cinematografiche, da Star Wars, quando George Lucas decise di ambientare a Tikal la base dei ribelli nel primo capitolo della saga, ad Apocalypto di Mel Gibson ispirato da El Mirador. Il nome maya di Tikal è il "paese con molti alberi", Cuauhtemallan.

Fra gli alberi di El Mirador, invece, si elevano i 72 metri di altezza della piramide La Danta. C'è anche Yaxhá, con i suoi templi, edifici e osservatori astronomici oltre alle testimonianze legate ad una intensa attività religiosa, considerato uno dei segreti meglio conservati dell'antica civiltà che lo ha progettato e voluto.

Il viaggio continua fra siti fioriti in epoche diverse ma dallo splendore identico. L'elenco comprende Topoté, capitale politica, Uaxactún - la vecchia Siaan Ka'an, "nata dal cielo"- che detiene il primato di città abitata più a lungo, dal 900 a.C. al 900 d.C., El Ceibal, scoperto alla fine del XIX secolo e scavato solo parzialmente, il cui nome è legato agli alberi, le ceibas, che accompagnano le rovine Maya.
Ancora, troviamo Aguateca, collocata all'apice dei 90 metri di scogliera usata come struttura difensiva dagli abitanti, Dos Pilas, il cui nome richiama gli specchi d'acqua vicini al sito reso noto solo nel 1980 per proteggerlo dai predatori, Ixkún e Cancuen, nota come la "città perduta", sede di uno dei palazzi più imponenti fino ad ora scoperti, composto da 200 stanze e costruito nell'VIII secolo d.C.

La civiltà Maya in Honduras: Copán


L'Honduras possiede un numero minore di siti archeologici rispetto ai paesi vicini. Le testimonianze che ancora conserva sono tuttavia determinanti per offrire altri informazioni sulla civiltà Maya: la città di Copán, considerata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, è stata una delle più importanti capitali durante il periodo Classico, compreso fra il IV e il X secolo. Il sito si divide in due sezioni: la più estesa che include le tombe e quella che comprende i tre musei portati alla luce dagli scavi.

El Salvador: Tazumal, Joya de Cerén e Cihuatán


Sono tre i siti archeologici Maya più importanti di El Salvador. Uno di questi, Tazumal, è uno dei più antichi in assoluto e ha offerto agli esploratori (e offre tuttora ai visitatori) il magnifico spettacolo della piramide alta 24 metri risalente al periodo classico e post-classico.
L'evento distruttivo che apparentemente cancellò la civiltà di Pompei per "conservarla" a vantaggio delle generazioni successive accomuna l'antica città romana a quella Maya di Joya de Cerén, sepolta da lava e cenere nel 600 d.C. Dal 1993 è Patrimonio dell'Umanità Unesco.
Infine, il profilo del vulcano di Guazapa, simile a quello di una donna addormentata, ha dato origine al nome di Cihuatán, "luogo delle donne", nei pressi di Aguilares. Il sito, ancora sconosciuto ai più, è caratterizzato dalla presenza di due grandi edifici religiosi dedicati al cerimoniale, situati rispettivamente a est e a ovest della città.
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 Pubblicato da il 12/03/2024 - - ® Riproduzione vietata

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