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Visitare le isole minori della laguna di Venezia

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Venezia è bella, anzi bellissima. Il suo fascino decadente e retrò la rendono una delle destinazioni più amate dai turisti provenienti da ogni angolo del mondo, anche il più remoto. Eppure in pochi sanno che la sua laguna ha molto da offrire, sia in termini storici che culturali.

Luoghi silenziosi e antichi, a tratti disabitati, che nulla hanno da invidiare alla sorella maggiore. Anzi. Tra abbazie dimenticate, vegetazione lussureggiante, fauna lagunare, storie di capitani e avventurieri e, qualche volta, anche fantasmi, scopriamo insieme le isole minori della laguna di Venezia. Ma attenzione, non tutte queste isole sono facilmente accessibili.

Isola di Santa Cristina


La più grande delle 33 isole minori della laguna di Venezia, Santa Cristina si trova nei pressi di Treporti.
Su quest’isola, nel VII secolo, vennero costruite una chiesa prima ed un monastero poi, dalla famiglia Falier. A quei tempi l’isolotto era conosciuto col nome di San Marco, protettore della Chiesa però, quando nel 1325 da Costantinopoli vennero portati i resti mortali di Santa Cristina, il nome dell’isola cambiò.
Per un lungo periodo, dopo la partenza dell’ultima suora per il convento di Sant’Antonio di Torcello, l’isola rimase disabitata. Dopo diversi anni in cui la proprietà di Santa Cristina passò di mano in mano, nel 1972 un privato la acquistò e cominciò i lavori di recupero. Infine, nel 1986 una società ne prese possesso e iniziò lavori di razionalizzazione delle attività agricole ed orticole che sin dai tempi più remoti erano le uniche attività svolte sull’isola.

L’isola è raggiungibile risalendo il canale di San Felice (profondo circa otto metri) e ancorando nel canale a ovest di Santa Cristina. Dal punto di ancoraggio, si sale su un gommone, dato che lo sbarco è previsto in un punto in cui non c’è acqua a sufficienza per altri tipi di imbarcazione.

Torcello


Abitata a partire dal V secolo, periodo in cui gli abitanti della laguna tentavano di mettersi in salvo dalle orde dei barbari, l’isola è testimone muta e immobile di un antico splendore, dalle costruzioni bizantine agli edifici religiosi che ospita. In origine quest’isola, che oggi è praticamente disabitata, era il fulcro di un fiorente commercio di lana e sale.
Chi si avventura oggi nella sua scoperta incontrerà poche case e tre edifici di pregio storico ed architettonico.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente a circa il 639, è uno splendido esempio di architettura bizantina che fu però ristrutturata intorno all’anno 1000. A fianco della Cattedrale si trova il campanile dell’XI secolo e il battistero. Poco oltre, collegata alla Cattedrale da un portico, si trova la Chiesa di Santa Fosca, a croce greca, datata intorno al XII secolo. L’isola è meta di visite anche per una leggenda che la pervade da secoli, ormai: l’apparizione del diavolo in persona, che si mostrò su di un ponte (nella foto) senza parapetto, ancora oggi percorribile a piedi.

Isola della Certosa


Nonostante la minima distanza da Piazza San Marco, tuttavia quest’isola è rimasta inaccessibile per secoli. Un tempo sede e dimora di un monastero benedettino, dal XIX secolo divenne un avamposto militare, per essere successivamente abbandonata intorno agli anni ’50.
A seguito del suo completo abbandono, la Certosa venne avvolta da un fittissimo intrico di alberi, arbusti e vegetazione di ogni genere, i cui unici abitanti erano conigli, capre e altri animali. Grazie ad un massiccio intervento di riqualificazione, l’isola è tornata ai suoi antichi splendori nei primi anni del 2000, con la costruzione di ormeggi, hotel con ristorante e bar, centro nautico, scuola di vela e altro ancora. Sull’isola, infine, si trova anche un recentissimo distaccamento dell’Istituto Europeo di Design.
Qui è anche possibile pernottare. Il Venice Certosa Hotel 3* è l’ideale per chi vuole combinare visite culturali e relax nella natura. Ma non solo. La struttura mette anche a disposizione dei suoi ospiti un’ampia gamma di attività sportive tra cui scegliere, dalla vela al kayak, alla bicicletta.

Isola di San Servolo


Una delle più affascinati e dalla storia più variegata di tutte le isole della laguna, San Servolo ospitò per circa 600 anni una comunità di monaci e suore che qui trovavano riposo quando la vecchiaia non consentiva più loro il normale svolgimento delle attività, oltre ad alcune strutture adibite a ricovero ospedaliero, sempre a uso esclusivo dei religiosi.

Nel ‘700 si decise di aprire gli ospedali anche a malati laici e, sotto il governo di Napoleone, San Servolo si trasformò prima in ospedale militare e poi in ospedale psichiatrico. Attualmente sull’isola si trova una sede della Venice International University, una fondazione di Ricerche e Studi sul sociale, strutture residenziali per studenti, un enorme hotel per convegni e congressi. Ma i reali poli di attrazione per i turisti sono il Museo del Manicomio di San Servolo, il chiostro e la chiesa del ‘700. Nel museo è possibile scoprire come la medicina trattava i casi di follia, la biblioteca allora in uso, la farmacia, gli alloggi dei malati.
La visita al museo, esclusivamente guidata, deve essere prenotata in anticipo e dura circa un’ora e mezza. Per informazioni e prenotazioni visitare il sito ufficiale.

San Francesco del Deserto


Posta di fronte a Sant’Erasmo, l’isola di San Francesco del Deserto è una delle maggiormente riconoscibili grazie al suo profilo inconfondibile, ricco di cipressi. Qui non c’è spazio per il chiasso, la frenesia, il rumore. L’isola è un’oasi di pace e silenzio, su cui trova dimora, dal XIII secolo, un convento di frati minori che si dedicano alla preghiera e alla contemplazione

Il nome deriva dalla presunta visita di San Francesco sull’isola, avvenuta intorno al 1220. L’appendice “del Deserto” venne aggiunta in seguito quando i monaci lasciarono l’isola, che rapidamente deperì. Vi fecero ritorno solo verso la fine del XV secolo, per restituirle il pregio e le cure amorevoli del passato.
L’isola si può visitare, tutti i giorni, dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17 (tranne il 17 settembre, giorno in cui si celebrano le stimmate di San Francesco, e il 4 ottobre, festa del santo). La visita guidata non ha un costo predefinito, ma si può lasciare un’offerta libera.

San Lazzaro degli Armeni


A poca distanza da Piazza San Marco (circa 20 minuti di vaporetto), questa isola a sud della laguna veneta è la casa madre dell'ordine dei Mekhitaristi. Completamente occupata dal monastero dei monaci armeni, l’isolotto è un’oasi senza tempo di pace e misticismo.
La sua è una storia lunga e travagliata, che passa attraverso secoli di storia, dalla comunità dei monaci Benedettini, a quarantena dei lebbrosi a dimora di malati e poveri. Il monastero, che custodisce al suo interno una biblioteca ricchissima di manoscritti rari e pregevoli e una tipografia, è visitabile tutti i giorni, solo con visite guidate.
Il tour dura circa 2 ore e allieta i turisti con segreti ben custoditi, che vengono svelati passo dopo passo: dalle opere d’arte del Tiepolo ad una scultura di Canova fino a una mummia egizia.

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San Giorgio Maggiore


Solo il Canale della Giudecca separa questa piccola isola da Piazza San Marco.
Su di essa, inconfondibile e imponente, svetta la Basilica di San Giorgio Maggiore, pregevole opera del grande maestro Andrea Palladio. Anche qui i principali abitanti di un tempo (e fino ai giorni nostri) sono stati i monaci. Nello specifico, i monaci benedettini, che vi si insediarono nel X secolo, la bonificarono e vi fecero erigere un enorme monastero. La Basilica venne costruita in seguito, proprio a ridosso del monastero.
L’isola è ben collegata tramite vaporetti che partono da Venezia, sestriere San Marco o dalla Giudecca. All’interno della basilica si possono ammirare capolavori del Tintoretto.

Isola di Sant’Erasmo


Seconda per estensione, dopo Venezia, l’isola di Sant’Erasmo è però ben lontana dall’essere caoticamente affollata di turisti. In posizione strategica tra Murano, Burano e Punta Sabbioni, l’isola è, da sempre, un luogo destinato alla coltivazione di frutta e verdure, che nel passato servivano da rifornimento per le isole vicine.

Collegata alla terraferma da un traghetto e anche da un vaporetto in partenza dalle Fondamenta Nuove di Venezia, i visitatori che decideranno di inserire quest’isola nel loro carnet di viaggio potranno visitare la Torre Massimiliana (nella foto), costruita intorno alla metà del XIX secolo, circondata da un ampio fossato, che fu usata durante la Seconda Guerra Mondiale come base delle truppe tedesche. Oggi, dopo essere stata sottoposta ad un attento intervento di restauro, è sede di mostre d’arte ed eventi culturali. E ancora la Chiesa del Cristo Re, a tre navate, che custodisce al suo interno un’opera della scuola del Tintoretto.

Isola delle Vignole


Vicina di casa di Sant’Erasmo (in primo piano), anche questo angolo della laguna veneta è poco conosciuto, nonostante le enormi potenzialità. Un tempo meta privilegiata di villeggiatura dei veneziani, oggi l’isola è abitata da poche famiglie che si occupano principalmente di agricoltura.
Un giro dell’isola svelerà ai turisti tesori quali la chiesetta di Sant’Eurosia, risalente al VII secolo e, attraversando un ponte che la collega all’isola di Sant’Andrea, il forte omonimo, costruito intorno alla metà del ‘500.

Isola di Mazzorbo


Attaccata all’Isola di Burano, alla quale è collegata tramite un ponte, Mazzorbo sta lentamente conquistandosi una fetta di mercato turistico grazie alla sua incredibile bellezza e ai colori variopinti che la caratterizzano.
La sua è una storia antichissima, risalente al periodo medievale, di cui ne rimane ancora testimonianza nella chiesa di Santa Caterina, costruita verso la fine del XIII secolo, il cui campanile è il più antico di tutta l’area. Per chi ama la tranquillità e le atmosfere di altri tempi, vi consigliamo di prenotare una delle camere del Venissa Wine Resort.
La struttura, un bed & breakfast stiloso, si trova inserita in quella che un tempo era una casa padronale, elegante e di charme. Le camere, tutte con vista sulla laguna, sugli orti e sul vigneto, sono arredate in stile minimal-chic, con arredamenti d’epoca, travi a vista, pavimenti in prezioso parquet ed elementi moderni di design.

Isola di Pellestrina


Per concludere il nostro viaggio nella laguna veneta non può mancare una menzione a Pellestrina, colorata e variopinta quanto un sogno ad occhi aperti.
Sin dall’antichità questa è stata un’isola prettamente a vocazione ittica. È qui, infatti, che si insediò nel corso dei secoli la stragrande maggioranza dei pescatori dell’area.
Per esplorare l’isola, basta armarsi di una bicicletta, mezzo migliore per scoprire tutti gli angoli, anche i più nascosti, di questo piccolo paradiso.

Divisa in tre borghi - Portosecco, San Pietro in Volta e Pellestrina - l’isola è ideale per gustarsi uno spritz in compagnia, per gustare succulenti piatti di pesce fresco, oppure per ammirare una delle tante regate storiche che vengono organizzate ogni anno. Qui, inoltre, si possono acquistare splendidi merletti fatti a mano, creati seguendo scrupolosamente la tradizione tramandata di madre in figlia. Pellestrina si raggiunge comodamente sia in autobus che in vaporetto.

La curiosità


Forse non tutti sanno che ci sono isole e isolotti nella laguna veneta che scompaiono, riappaiono, per poi scomparire di nuovo, da Ammiana a Marcelliana. Queste isole, semplicemente scomparse dalla cartine geografiche, sono però vive e vegete nella memoria dei racconti popolari, in documenti del Medioevo e nell’attenzione sempre presente degli archeologi.

Costanziaca, a nord-est di Torcello, risucchiata dalle acque della laguna, San Marco in Boccalama, Marcelliana a nord della laguna e Olivaria, nei pressi di Ammiana (a nord, vicino all’isola di Santa Cristina). E ancora Abbondia, distrutta nel IX secolo dai rivali dell’allora doge in carica Obelerio Antenorio, Centranica e Baseggia.
Una menzione particolare merita Ammiana, che un tempo era uno dei centri più importanti della laguna veneta. Fondata nel V secolo, sull’isola sorgevano imponenti monasteri. Purtroppo il caso volle che l’isola, nel XV secolo, venisse prima abbandonata e, in seguito, sommersa dall’acqua.

Dove dormire

Un’ottima base di partenza, con un occhio di riguardo al portafogli è l’Hotel Savoia & Jolanda 4*S, affacciato sul Bacino San Marco. Da qui si può partire alla scoperta delle più belle attrazioni di Venezia, ma anche per un tour alla scoperta delle isole minori.

Dove mangiare da veneziani doc

All’Osteria di Santa Marina, a Venezia. Qui la cucina profuma di tradizione ed estro, con abbinamenti particolari, ma sempre riusciti. L’interno è elegante e curato e propone calore e cordialità, due qualità immancabili per ogni pausa golosa che si rispetti. Dal pesce crudo marinato al bollito e “saor” (specialità tipica veneziana), dalla pasta fatta in casa ai piatti gratinati al forno, ogni pietanza è curata e pensata per soddisfare il cliente. I prezzi, attenzione, non sono contenuti (da 50 € in su).

Per gli amanti delle stelle Michelin

A Il Ridotto, nel pieno centro di Venezia, a due passi da Piazza San Marco, l’atmosfera è raffinata e ricercata, come i piatti proposti dallo chef.
Tra le specialità più apprezzate segnaliamo gli spaghetti neri, ricci di mare, peperone candito, cavolo nero, l’astice con erbe e frutti rossi o ancora piccione in due cotture, raviolo con le sue interiora, Ciliegie e foie gras.
Dato il prestigio conferitogli dalla Stella Michelin, non è un ristorante economico. Ma questo è vero solo in parte e per il menu serale. Mangiare a Il Ridotto, a pranzo, è invece decisamente più alla portata.
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