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Sulle tracce di Gaudí, tour a Barcellona tra le sue opere meno conosciute

Era la sera del 7 giugno 1926 quando alcuni viandanti si avvicinarono al luogo dell’incidente, nel centro di Barcellona. Un corpo, imbrattato di sangue, giaceva al suolo accanto alle rotaie del tram. Era stato investito.
Il ferito era un uomo anziano con un’abbondante barba bianca e dei vestiti usurati. “Forse è un mendicante” pensarono i soccorritori. Addosso non portava nessun documento identificativo, gli trovarono solo nelle tasche della giacca un pugno d’uva passa, arachidi e un libro: si trattava dei vangeli. Si racconta che, poco prima d’essere trasferito all’ospedale dei poveri, alle insistenti domande degli infermieri, riuscì a balbettare il proprio nome ma pare che nessuno riuscì a capire.

Due giorni dopo moriva nel poco accogliente letto di ferro di una camerata d’ospedale un signore di 74 anni. Non lasciava alcun parente e il suo nome era Antoni Gaudí. Moriva così colui che aveva donato fama, fascino e mistero alla capitale catalana. Moriva così il genio, una fonte inesauribile di creatività che mai, durante la sua semplice vita vissuta, si stancò di trasmettere e applicare.

Gaudí cominciò sin da piccolo a esplorare i mondi incantati della fantasia e qualunque momento era quello giusto per informarsi e studiare. Si dice in giro che un giorno il padrone della fabbrica di filati e tessuti dove lavorava lo sorprese leggere di nascosto in un angolino e, invece di rimproverarlo, gli chiese cosa stava leggendo. “E’un libro di aritmetica”, balbettò il piccolo un po’ impaurito. L’industriale non si arrabbiò: al contrario, il giorno successivo gli regalò alcuni libri di geometria e matematica e contattò subito i famigliari del ragazzino consigliandogli di farlo studiare. Non era cosa da tutti i giorni vedere un bimbo con un libro in mano, soprattutto se proveniente da una famiglia di artigiani. E così fu.

La cosa incredibile è che i primi anni di studio di Antoni Gaudí non furono sorprendentemente memorabili. Erano parecchie le materie in cui non si applicava; accumulò varie note di demerito ma nonostante tutto la sua spiccata personalità creativa e le sue inclinazioni per il disegno e l’arte del restauro compensavano il resto.
Si laureò in architettura. Fu leggendario il momento in cui, durante la discussione del progetto finale, un componenete della commissione disse: “non so se stiamo dando la laurea a un genio o a un pazzo”. Non servì molto tempo per capire che era del primo caso di cui si stava parlando.

Itinerario a Barcellona tra le opere meno conosciute di Gaudí


A distanza di quasi un secolo dalla sua morte le sue opere sono diventate simboli indiscussi di Barcellona e famose nel mondo, tanto che i turisti arrivano da ogni angolo della terra per vederle.
Tra le più apprezzate, visitate e straordinariamente folli troviamo la Casa Batllò, la Casa Milà, la Sagrada Familia e il Parco Güell ma, come potrete ben immaginare, non sono le uniche.
Vi portiamo allora in giro per la città per scoprire alcune tra le opere meno conosciute di Gaudí a Barcellona.

Palau Güel


Cominciamo da una zona centralissima, a pochi passi da las Ramblas, dove si trova il Palau Güell (Carrer Nou de la Rambla, 3-5), altro indiscusso esempio d’architettura domestica e modernista gaudiniana. Fu la residenza della famiglia Güell prima di trasferirsi definitivamente al Parco Güell. L’edificio, dai forti richiami gotici, è caratterizzato da vari piani che culminano maestosamente con la terrazza principale nella quale una grande varietà di camini, regnano sovrani.
La facciata presenta due entrate giganti in ferro battuto e un uccello con le ali spiegate che vi darà in benvenuto, mentre all’interno, saranno i giochi di luce naturale e un nuovo concetto di spazio a stupirvi.
Orari, prezzi e maggiori informazioni sul sito ufficiale.

Il lampione in Plaza Real


Sempre in zona Ramblas, nella battutissima Plaza Real, troverete una delle prime opere disegnate dal maestro Gaudí: un massiccio e spigoloso lampione in ferro battutto che ospita un serpente attorcigliato fino all’estremità superiore. Sicuramente merita una foto ricordo.

Casa Calvet


Siete affamati, ma non vi va di mescolarvi tra la folla e cercate un posticino intimo, tranquillo ed esclusivo? Casa Calvet (Carrer de Casp, 48) è quello che fa per voi. Stiamo sempre parlando di un edificio ideato dal genio Gaudí costruito per un ricco imprenditore tessile che si è oggi convertito in un ristorante di lusso e alta qualità. Un pasto in quest’angolo magico della città si trasformerà in un’esperienza ricca di sapori dove il passato si fonde con l’attualità, il cibo e il modernismo si mescolano sotto un unico concetto: l’unicità.

Pabellones Güell


Nel quartiere residenziale di Pedralbes è situata un’altra delle molteplici residenze della ricca famiglia Güell i quali, come avrete ben notato, erano innamorati delle fantasie architettoniche di Gaudí, a cui commissionarono parecchi lavori. Qui, poco fuori dal centro storico (Av. de Pedralbes 7), decisero di realizzare una serie di padiglioni collegati tra loro - i Pabellones Güell - nei quali ritirarsi ogni tanto.
Ne risulta un complesso rigorosamente in stile modernista, con mattoncini a vista, decorazioni in ceramica e un giardinetto nel quale fare feste estive con gli amici. L’elemento che stupisce di più, in quanto a dimensioni, originalità e stile è sicuramente il dragone in ferro della cancellata principale: è immenso, alato e con una dentatura perfetta. Se non vi va di entrare, il dragone lo potete contemplare anche da fuori, senza pagare. Merita davvero!

Torre Bellesguard


Persino sulla terrazza della Torre Bellesguard (Carrer de Bellesguard, 16) vicino al Tibidabo, giace vigile e sereno un dragone pacifico. La Torre, grazie alla sua posizione srategica e al meraviglioso panorama che offriva – e che offre tutt’ora – fu denominato Bellesguard (in catalano) che significa Bellavista (ma anche Buon rifugio).
Gaudì ci mise mano solo agli inizi del '900 quando una ricca vedova, molto probabilmente già amica sua, gli assegnò i lavori di ristrutturazione. L’architetto mantenne, dove fu possibile, tutti gli elementi rimasti intatti della vecchia residenza ma aggiunse più vitalità, colore, vetrate per far entrare più luce naturale, spade, fiori e animali mitologici. Riuscì così a donare alla torre un’aura magica.
Orari, prezzi, biglietti e maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale.
Guarda tutte le foto.

Cripta Gaudí


Poco fuori Barcellona, nel paesino di Santa Coloma, a una ventina di minuti in treno si trova la Cripta Gaudí. Non è molto conosciuta e questo vi permetterà di visitarla e fotografarla in santa pace senza essere spinti qua e là da turisti impazziti. È un gioiellino modernista nel quale il maestro sperimentò tutte quelle innovazioni che anni più tardi applicò nella costruzione della Sagrada Familia. Guarda tutte le foto.

Casa Vicens


La Casa Vicens (Carrer de les Carolines, 18-24) è la prima casa realizzata da Gaudí: una sontuosa residenza che presenta Gaudí tutti gli elementi costruttivi, simbolici e decorativi che ricorreranno nelle opere successive.
È tutto un tripudio di fiorellini arancioni su un prato verde speranza, mattoncini e tanto rosso. Alcuni anni fa era in vendita ed è stata acquistata nel 2014 da una banca privata di Andorra, che ha avviato un progetto di restauro per recuperarne e valorizzarne la bellezza e il patrimonio storico, assieme a un progetto museologico che permetta al pubblico di fruirne con esposizioni (permanenti e termporane) e attività culturali. Orari, prezzi e maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale.

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 Pubblicato da il 17/03/2021 - - ® Riproduzione vietata

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