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Tour dell'Ogliastra, cosa vedere tra le spiagge e i villaggi dell'entroterra

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Una piccolissima striscia di Terra, abbracciata da imponenti montagne e da un mare cristallino, l'Ogliastra, sulla costa est della Sardegna, è un luogo magico che pare nascondere segreti non ancora svelati. Sembra infatti che tra le sue acque di un azzurro cobalto, tra i suoi monti accarezzati dal vento e sormontati da una rigogliosa vegetazione mediterranea, sia nascosto l'elisir di lunga vita che rende i suoi abitanti tra i più longevi al mondo, vantando primati insuperabili.

Numeri che non possono lasciarci indifferenti se per anni abbiamo anche noi cercato bellezza, giovinezza e immortalità. Gli studiosi, tanti, che sono arrivati per anni nel territorio in cerca di una spiegazione scientifica del fenomeno, parlano di fattori genetici, di un gioco fortunato di cromosomi che, in una terra che è stata poco a contatto con l'esterno, hanno creato un mix di fattori straordinariamente vincente.

L'Ogliastra però è anche terra di misteri e leggende, e i suoi abitanti, poco inclini alla scienza, sono pronti a giurare che esista qui un magico fazzoletto di terra dove, chi lo calpesta in particolari giorni dell’anno, riceve il dono della longevità. Forse il vero segreto si nasconde semplicemente nella sua natura: quella di una terra isolata e selvaggia, un connubio di tradizioni, di lingua, di cibo e territorio così diversi dal resto dell'Isola.

L'Ogliastra è ancora la Sardegna autentica di ovili e nuraghi, dove il tempo scorre lento ed i ritmi sono ancora umani. È una terra arcaica, incagliata dalla morsa di un'isola indulgente, accarezzata dal mare; un po' timida e introversa, nascosta dalle acque di un azzurro intenso e puntellinata da monti incerti che si piegano alle forti carezze del vento e che vestono a festa ogni giorno dell'anno, ammantati da una fiorente e verdeggiante vegetazione.
L'Ogliastra è la Sardegna del vivere e del mangiare bene, è la Sardegna che ancora, caparbia, vive del suo passato e che mantiene ancora viva la sua cultura, una cultura operosa e fiorente, così come operosa e rigogliosa è questa striscia di terra meravigliosa.

Se volete visitare l'Ogliastra siate pronti a vivere un viaggio coraggioso in una terra lontana, raggiungibile dal mare, che si staglia in cunicoli e grotte, in boschi dall'aria salubre e monti lussureggianti e che fa del suo isolamento la forza della sua longevità e della sua natura incontaminata il suo benessere primario.
Siate pronti ad abbandonare ogni reticenza nei confronti di una regione che delle volte sembra infima, messa lì quasi per caso ad abbellire le acque del nostro Mare Mediterraneo, eppure la bellezza dei paesaggi, la salubrità dell'aria e i sapori inconfondibili della sua terra creano una combinazione di rara poesia, un connubio perfetto. Preparatevi, insomma, ad un viaggio tra una natura amica ed ospitale che regala qui i frutti più belli.

L'accesso all'Ogliastra via mare è il grazioso villaggio di Arbatax, nel comune di Tortolì, un vivace approdo il cui faro naturale sono gli scogli rossi, giganti di roccia e salsedine, scalfiti dalle acque e dal vento e che sembrano creati dalla sabbia più soffice e colorata. Al dì là della linea costiera c’è però la vera anima di questa terra inviolata, sottratta all’assalto del cemento, risparmiata dal quel turismo morboso e volgare che potrebbe minacciare i suoi luoghi.
Proseguite in direzione delle montagne, volgendo lo sguardo di volta in volta verso quel mare limpido e benevolo che si allontana da voi, diventando ai vostri occhi solamente un piccolo punto luccicante nell'orizzonte.

La prima tappa è Ilbono, un gioviale paesino di poche anime, che si ritaglia un piccolo spazio tra verdi vallate e colline osservanti la costa. Qui potrete gustare una delle varietà più pregiate di olio extra vergine d'oliva, per il quale il paese ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. È da questa preponderante presenza di ulivi che l'Ogliastra, forse, assume il suo nome.

A poca distanza da Ilbono, imperdibili sono le vie acciottolate della vezzosa cittadina di Lanusei, incastonata tra i monti ma affacciata sul mare più blu. Qui fermatevi a mangiare i “Culurgiones”, una pasta dal nome un po' buffo, dall'origine incerta che qualcuno fa risalire ai bizantini o a quel crogiolo di razze che in Sardegna si sono susseguite. La pratica dei culurgiones è un rituale sacro, un momento di comunione tra donne dove gli uomini non sono ammessi.

Solo le mani sapienti di una donna ogliastrina sanno lavorare e stendere la pasta in quel modo, rendendola soffice e spessa al punto giusto, affinché si sciolga in bocca e il suo matrimonio di sapori sia facilmente percepibile.
Sono le donne a mantenere vivo il segreto di una lavorazione così perfetta, che viene dalla terra e che dalla terra più selvaggia riprende i suoi sapori. Ogni donna, di ogni pasta e di ogni impasto, custodisce il suo segreto gelosamente; ognuna ci mette un po' del suo, donandogli quel tocco e quel sapore in più, tanto che ogni volta il culurgione creato sarà una piccola opera d'arte, ogni volta ed in ogni luogo, un piccolo e saporito capolavoro.

Quasi mai vedrete donne di diversi paesi lavorare insieme, sarebbe come decifrare un codice segreto tenuto nascosto per anni. I cerchi di pasta che avvolgono l'impasto di formaggio e patate, vengono chiusi pizzicando con le dita i bordi, fino a creare una forma oblunga a mezzaluna, incorniciata da una corona a forma di spiga.
Quelle donne ricamano la pasta, accarezzando i suoi lembi fragili in modo alternato, altalenante e ritmico. È come se le loro mani richiamassero sulla pasta delle note, come se, accarezzando delicatamente un lato della pasta e poi l altro, suonassero le corde di una viola. In questo modo creano un incrocio di pasta, una sinfonia così soffice da sciogliersi in bocca. Per chiudere i culurgiones ci vuole la stessa maestria e la stessa delicatezza di un abile suonatore che stuzzica appena appena le corde della sua viola per creare una melodia soft ma comunque potente e vincente.

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Se non sarete troppo sazi, allora potrete proseguire la vostra avventura in direzione Arzana, per scoprire, tra vallate e strade in pendenza, le necropoli a domus de janas (strutture sepolcrali scavate nella roccia) e diversi complessi nuragici.
Poco lontano raggiungiamo Villagrande Strisaili, un piccolo borgo sormontato da cime imponenti e fiorenti, esteso in una cornice panoramica da lasciare il fiato, mentre si accascia su un piccolo altopiano di lecci. Questa è una tappa obbligatoria per chi ricerchi in questa fetta di terra magica i segreti della longevità: a Villagrande infatti si registra la più elevata concentrazione al mondo di ultraottantenni, ultranovantenni e ultracentenari rapportata alla popolazione locale.

Perché non provare qui il tipico vino Cannonau o il Casu Axedu (formaggio acido) locale?
La cornice dei monti del Gennargentu e le floride acque del lago poco lontano, hanno permesso qui di tramandare intatta la genuinità e la bontà degli antichi sapori che hanno contribuito in maniera perfetta a mantenere la popolazione sana ed in forze.

L'Ogliastra è una manciata di paesini piccolissimi, dai nomi variegati, sparpagliati in modo disordinato e collegati da vie impervie e scoscese, in un gioco di strade che si alterna cadenzato e che assecondano l'ordine onirico della natura che qui è madre preziosa.
Ognuno di questi paesi, ammantato nel suo forte orgoglio patriottico, pioniere di misteri e segreti, custodisce forti tradizioni interne, ed un dialetto che qui, più che altrove nell'isola, si scioglie in mille e più sfaccettature.

Quelli ogliastrini sono paesi silenziosi, dai ritmi lenti, quasi fuori dal tempo, come se esistessero lì per caso; paesi animati da figure di donne piccole e tenerissime, avvolte nei loro abiti tradizionali di gonne larghe e vaporose, e tremendamente curiose ed ospitali nei confronti dei turisti; un mondo di donne testarde e fiere, quello ogliastrino, un mondo di donne allegre e spensierate, operose e vitali e che trovano la loro forza vivificatrice nelle acque del mare e nell'aria salubre delle montagne.

Spesso anche qui, quella madre natura tenera amica dei sardi, si è mostrata arcigna e meschina, quasi invidiosa della bellezza perfetta di questa terra di misteri; così si è scagliata su di lei, lasciando strascichi di distruzione e abbandono, incurante del fatto che rischiava di distruggere questa dolce perla del sud. Il piccolo paese fantasma di Gairo Vecchio, tra le vallate e le strade in salita delle montagne d'Ogliastra, si ammanta di mistero e malinconia, con case e chiesette in miniatura abbandonate ormai da decenni, segno della forza del tempo che si è abbattuta su di lui.

Proseguendo ancora in direzione nord si incontra Baunei, incastonato su una montagna fertile che si lascia cadere esausta su spiagge di lapilli bianchi e cale luccicanti, dal colore intenso, al riparo dal vento di maestrale. A strapiombo, quasi in bilico sul mare, si riposa su altipiani calcarei che dal Supramonte continuano sino alla costa.
Poco distante ci inoltriamo nella cornice paesaggistica tra le più belle dell'isola, con il vivace paesello di Urzulei, dove il forte isolamento ha regalato qui sfumature ancora più intense di colore, ma anche nell'enogastronomia e nel ritmo allegro del loro sardo. Qui troviamo il canyon più grande d'Europa, abitato, secondo un'antica leggenda, da una spaventosa creatura femminile.

Non senza qualche fatica, raggiungiamo poi Ulassai, un amabile borgo incastonato tra bianche montagne di rocce calcaree e nelle cui viscere si nascondono le imperdibili grotte di Su Marmuri, con stalagmiti e le stalattiti filiformi che giocano tra loro, pendendo come ornamenti preziosi dalle volte della grotta. Una sosta obbligatoria poco lontana è Jerzu, il centro più importante della valle percorsa dal rio Pardu, la cui fama è legata soprattutto alla produzione del vino Cannonau, dal sapore forte ed intenso.

L'ultima tappa immancabile di questo itinerario è Perdasdefogu, uno dei centri più isolati dell'intera isola, immerso in una cornice disabitata, dove il cielo limpido e la natura amica sono compagni preziosi. Un connubio di fattori diversi, che sono marche chiare del “vivere bene” del territorio, rendono questo piccolo lembo di Sardegna la patria indiscussa della longevità, dove alcuni anni fa la famiglia Melis, composta da 9 fratelli, risultava essere quella con la più alta età media al mondo con ben 818 anni complessivi.

Dopo questo viaggio rimarrete affascinati e quasi increduli che esista una Sardegna di non solo mare e turismo sfrenato; qui vi riappacificherete con la natura e scoprirete l'autenticità di sapori vivacemente antichi e di ritmi tranquilli al riparo da traffico e rumore. Se non avrete ancora deciso di trasferirvici, avrete sicuramente voglia di tornare qui un giorno, a cercare anche voi dove si nasconde l'elisir di lunga vita.

Se ti interessa l'argomento leggi anche il nostro articolo sulle spiagge più belle dell'Ogliastra.

 Pubblicato da il 05/05/2020 - - ® Riproduzione vietata

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