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I carnevali pił famosi d'Italia, ecco gli eventi pił belli

Il Carnevale 2024 è cominciato. Già dal mese di gennaio il vortice colorato di maschere, stelle filanti e coriandoli, ha iniziato a travolgere ogni parte d’Italia e continuerà almeno fino al martedì grasso (13 febbraio 2024), con qualche incursione nel periodo della Quaresima.

Le manifestazioni più antiche risalgono addirittura al 1300, in un’epoca in cui la cartapesta era ancora sconosciuta. Molte sono oggi le manifestazioni che la propongono, debitamente lavorata e compattata per comporre mastodontici carri allegorici.
Le sfilate più suggestive e tradizionali sono però ancora affidate alle singole maschere chiamate, in alcuni casi, a interpretare rievocazioni storiche che si contornano inevitabilmente di un alone di fiaba, mentre da altre parti, personaggi più o meno buffi, giocano a chi infligge gli scherzi peggiori in attesa della Quaresima. L’origine della parola Carnevale è da cercare proprio in relazione al successivo periodo di morigeratezza, dalla contrazione della frase Carnem Levare, che significa “privarsi della carne”.

Di seguito proponiamo una carrellata dei principali carnevali in Italia, da nord a sud dello stivale, da visitare e da scoprire tra storia e sfilate.

Carnevali storici della Coumba Freida


Il nostro viaggio inizia in Valle d’Aosta, precisamente nella valle del San Bernardo, dove gli spifferi gelidi le hanno valso nel tempo il soprannome di Coumba Freida.
I comuni della valle dedicano in genere un fine settimana al Carnevale, come succede per il Carnevale di Saint-Rhemy-En-Bosses che rievoca il passaggio dei soldati al seguito di Napoleone nel maggio del 1800. Le landzette, bizzarre e per certi aspetti inquietanti maschere di questo carnevale, sono formate da costumi colorati e cappelli che ricordano proprio le uniformi napoleoniche.
Si tratta di abiti costosi, confezionati interamente a mano, adorni di perline e paillette e di specchietti che riflettono la luce e allontanano così le forze maligne. Il volto delle landzette è coperto da una maschera che un tempo era di legno: in mano tengono crine di una coda di cavallo e in vita hanno una cintura munita di un campanello. Questi ultimi elementi vengono interpretati dagli antropologi come strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi.

Scopri qui tutti i carnevali più belli della Valle d'Aosta.

Carnevale Asburgico di Madonna di Campiglio


Madonna di Campiglio, località sciistica, regina delle stagioni invernali, si trasforma nella capitale asburgica dalle magiche atmosfere principesche.
Ogni anno, nella settimana di Carnevale la coppia imperiale formata da Francesco Giuseppe e dalla consorte Sissi, con un seguito di dame e cavalieri, guidano la macchina del tempo che riporta la località alla fine dell’ Ottocento. Numerosi sono gli eventi che arricchiscono il Carnevale: dal corteo inaugurale di apertura con 200 figuranti, allo spettacolo delle sfilate, alle rappresentazioni teatrali, ai momenti dedicati agli approfondimenti storici e a quelli per i bambini.

Si inizia il lunedì, con l’arrivo dell’Imperatore Francesco Giuseppe e della principessa Sissi, uno sfarzoso corteo di carrozze accolto da trombettisti esultanti. Per le vie e le piazze del paese dame, cavalieri, ussari e dragoni a cavallo pronti a inchinarsi e sventolare le bandiere reali tra le esplosioni di giubilo del pubblico in attesa.
A dare l’avvio allo spettacolo è Rendenello, mascotte e personaggio centrale della storia. La manifestazione si chiude con il tradizionale Gran Ballo dell’Imperatore.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Madonna di Campiglio.

Storico Carnevale di Ivrea


Si tratta di un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale. Pare che la sua origine risalga al Medioevo quando un barone che affamava la città di Ivrea venne scacciato dalla ribellione innescata dalla figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo jus primae noctis e accese la rivolta popolare. Da qui la famosa battaglia delle arance combattuta dal popolo, rappresentato dagli aranceri, che a piedi e senza protezione si oppone, tirando le arance, al potere del tirannoo, rappresentato da tiratori su carri trainati da cavalli, preservati da maschere e protezioni simili ad antiche armature.
In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori scendono in strada, a partire dal giovedì grasso, indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.

L'avvio del Carnevale con la prima uscita di Pifferi e Tamburi e con l’investitura ufficiale del Generale avviene sempre il 6 gennaio.
I giorni topici sono quelli dell'ultimo weekend di carnevale: al sabato sera si tengono le marce del Corteo storico mentre il primo dei tre giorni di Battaglia delle arance è previsto per la domenica, a partire dal primo pomeriggio, lungo il percorso che coinvolge Piazza Ottinetti, Piazza di Città, Borghetto, Rondolino e Piazza Freguglia. Si replica nei due giorni successivi: il lunedì e il martedì grasso.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Ivrea.

Carnevale Ambrosiano di Milano


È il carnevale che inizia quanto gli altri finiscono. Secondo la tradizione infatti Sant’Ambrogio, patrono di Milano, era impegnato in un pellegrinaggio e chiese alla popolazione di aspettare il suo ritorno per iniziare le liturgie quaresimali.
Per questo il Carnevale a Milano non termina il martedì grasso ma il sabato seguente, come il rito delle Ceneri si celebra la prima domenica di Quaresima. Protagonista del carnevale milanese è la maschera di Meneghino, un servo spiritoso e buono che si burla dei difetti dei nobili. Nel 1848 durante le Cinque Giornate di Milano fu scelto dai cittadini di Milano come simbolo di eroismo. La festa di Sant'Ambrogio è all’insegna di balli e canti.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale Ambrosiano di Milano.

Carnevale di Venezia


A Venezia l'appuntamento è nelle ultime tre settimane di carnevale, il periodo di uno dei più esclusivi carnevali del mondo. Il clou è nella "settimana grassa”, dal giovedì al martedì grasso. Negli ultimi anni il Carnevale ha cambiato un po' il suo classico programma, abbandonando appuntamenti classici come il Volo dell'Angelo o lo Svolo del Leon, ma continunado invece la tradizione di altri eventi iconici come la Festa Veneziana sull'Acqua o la presentazione e l'elezione delle 12 Marie del Carnevale, il Ballo del Doge e le altre feste private e balli in maschera.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo sul Carnevale di Venezia.

Il Carnevale di Cento, Carnevale d’Europa


Le prime tracce del Carnevale di Cento sono testimoniate dall’affresco del pittore centese Gian Francesco Barbieri chiamato “Il Guercino” realizzato nel 1615.
Nella tela viene rappresentato "il Berlingaccio", una maschera locale, in una festa nel palazzo comunale offerta al popolo nel giovedì grasso dal Magistrato cittadino. Da quel momento la tradizione del Carnevale prende il via.
Negli anni 1980 la festa viene trasformata in un fenomeno di costume conclamato a partire dal 1993 quando viene firmato il gemellaggio con il famoso Carnevale di Rio de Janeiro. La fama della manifestazione diventa europea ed internazionale. I carri allegorici costruiti dalle Associazione carnevalesche sono dei veri monumenti alti anche 20 metri con una larghezza di 6 metri, movimentati da congegni meccanici e idraulici.

Caratteristica del Carnevale di Cento è il “gettito”, il lancio dai carri in parata sul pubblico di oggetti e gadget molto ambiti tra cui palloni di ogni misura e giganteschi pupazzi di peluche.
Maschera tipica del Carnevale di Cento è Tasi, personaggio centese dell’800, amante del buon vino. Tasi apre la sfilata di carri allegorici vestito in frac e con la fedelissima volpe stretta sul braccio; nell’ultima giornata di carnevale si svolge il rogo di Tasi, il tradizionale rito propiziatorio in cui una maschera di cartapesta raffigurante Tasi viene bruciata, subito dopo aver recitato il suo velenoso testamento, dove mette alla berlina vizi e virtù di alcuni personaggi centesi. In genere sono cinque sono le domenica di festa previste.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Cento.

Carnevale di Viareggio


La prima sfilata di carrozze addobbate a festa nella storica Via Regia, nel cuore della città vecchia, è datata 1873.
L’idea di una sfilata per festeggiare il Carnevale sbocciò tra i giovani della Viareggio bene di allora che frequentavano il caffè del Casinò. Era il 24 febbraio 1873, giorno del Martedì Grasso.
La fama del Corso Mascherato di Viareggio è cresciuta di pari passo con la crescita delle dimensioni dei carri allegorici. Sul finire del secolo comparvero in sfilata i carri trionfali, monumenti costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori locali ed allestiti da carpentieri e fabbri che in Darsena lavoravano nei cantieri navali.
Neppure la prima guerra mondiale riuscì a distruggere la manifestazione che si fermò, ma poi riprese. Oggi i grandi carri allegorici sono realizzati in cartapesta o, meglio, la carta a calco inventata dal pittore e costruttore viareggino Antonio D'Arliano nel 1925. Questo materiale ha permesso di realizzare opere sempre più grandi, ma allo stesso tempo leggere. Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco, la maschera simbolo di Viareggio.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Viareggio.

Carnevale di Fano


Quello di Fano è il più antico d’Italia. Il primo documento noto nel quale vengono descritti i festeggiamenti risale al 1347.
Le radici affondano, secondo la leggenda, nell’episodio della riconciliazione tra le due più importanti famiglie fanesi di allora: i Del Cassero e i Da’ Carignano. Dall’epoca il carnevale è andato gradualmente caratterizzandosi in modo specifico, tanto che nel 1872 si decise di creare un comitato organizzativo che opera ancora oggi dopo secoli. Il punto di forza è il “getto”, una vera e propria pioggia di caramelle e cioccolatini che dai carri cade sulla folla.

Mascotte del Carnevale è il pupo, detto “Vulon”, una maschera che rappresenta sotto forma di caricatura i personaggi più in vista della città, insieme alla “Musica Arabita”, banda musicale nata nel 1923, che utilizza strumenti di uso comune quali barattoli di latta, caffettiere, brocche per suonare.
I grandi corsi mascherati sono in genere programmati per le tre domeniche che precedono il martedì grasso.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Fano.

Carnevale di Putignano


Il Carnevale di Putignano è uno dei più antichi d'Europa. Tanti sono i riti ancora conservati come la Festa dell’Orso, celebrata ogni anno, il 2 febbraio, giorno della Candelora e l’ Estrema Unzione di Carnevale, da sempre abbinato al successivo Funerale di Carnevale.
L’Estrema Unzione entra in scena ogni anno alla vigilia del martedì grasso, ultimo giorno di carnevale. Un corteo mascherato con paramenti sacerdotali e vestiti clericali si sposta per le vie del paese fino a notte inoltrata per impartire una benedizione, declamando una esilarante biografia in vernacolo del Carnevale morente.
La festa termina al ritmo dei 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni issata in piazza, ma prima si svolge l’ultimo corso mascherato e si celebra il Funerale di Carnevale, che propone un corteo funebre al seguito del caro estinto, rappresentato da un maiale in cartapesta, preso a simbolo del periodo di eccessi e rottura delle regole. Il maiale, al termine dell’itinerario, viene bruciato nella piazza del centro storico.
Le sfilate dei carri si svolgono nei tre weekend che precedono il clou carnevalesco, nella giornata del martedì grasso e il sabato successivo.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Putignano.

Carnevale di Acireale


Il Carnevale di Acireale vanta un’antica tradizione, tanto che se ne parla già alla fine del ’500. A quei tempi aveva ancora il carattere di una manifestazione spontanea e la partecipazione di popolo era pressoché totale. Nel 1600 ad Acireale era usanza duellare a suon di uova marce e agrumi per le strade, consuetudine che venne vietata nel 1612, per evitare feriti e danni, ma l'usanza sopravvisse a Ivrea.
Le maschere in cartapesta entrano in scena solo negli anni '30 del XX secolo, trasformate poi in carri allegorici trainati dai buoi, contornati da personaggi e gruppi satirici in movimento.

Un tocco di eleganza e di vivacità viene introdotto dalle macchine infiorate. Nel 1948 il Carnevale entra nel novero delle più rinomate manifestazioni a livello internazionale divenendo il “più bello della Sicilia”.
La maschera siciliana per antonomasia è Peppe Nappa, che impersona le vesti di un servo sciocco. L’apertura del Carnevale avviene di solito tre weekend prima del periodo canonico. I carri allegorici sfileranno le domeniche, ed anche il giovedì grasso le le giornate del lunedì e martedì grasso.
Del Carnevale di Acireale c’è anche la versione estiva serale, ad agosto.

Maggiori informazioni, date e dettagli nel nostro articolo dedicato al Carnevale di Acireale.

Altri carnevali

Se ti interessa conoscere la storia e le tradizioni degli altri carnevali:
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 Pubblicato da il 06/02/2024 - - ® Riproduzione vietata

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