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Apre l'iceberg della Fondazione Louis Vuitton a Parigi, con museo e auditorium

Parigi, si sa, è la capitale mondiale della moda. Sulle passerelle della metropoli francese hanno sfilato tutti i più maggiori stilisti del pianeta, senza contare i tanti marchi che hanno effettivamente sede in città.

Tra questi il più noto è senza dubbio Louis Vuitton, l’azienda leader nel campo degli accessori e della pelletteria fondata nel lontano 1854 dall’omonimo imprenditore francese. I successi ottenuti sia in termini economici che di diffusione del brand non hanno evidentemente appagato i vertici della società che, nel 2001, hanno finanziato un’ingente operazione da oltre 140 milioni di euro finalizzata alla realizzazione di un nuovo polo commerciale, direzionale e artistico: la Louis Vuitton Foundation.

L’edificio, immerso nel verde dei giardini del Bois du Boulogne, nel 16° arrondissement della capitale francese, ha un obiettivo chiaro e ambizioso: diventare l’architettura contemporanea simbolo della città. Per tentare di raggiungere lo scopo, il progetto è stato affidato all’estroso architetto canadese Frank Gehry, padre della corrente decostruttivista, autore tra l’altro del Guggenheim Museum di Bilbao. Ad avallare ogni decisione è stato invece Bernard Arnault, presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton Moët Hennessy (LVMH), la compagnia nata nel 1987 dalla fusione tra i due colossi del lusso transalpini.

Il cantiere, aperto ufficialmente nel 2006, è durato 8 lunghi anni a causa di problemi e rallentamenti imprevisti ma ha da poco visto la fine. L’inaugurazione del complesso è avvenuta qualche settimana fa in occasione della Paris Fashion Week (23 settembre – 1 ottobre 2014), durante la quale ha ospitato le sfilate della nuova collezione dello stilista Nicolas Ghesquière, anche se l’apertura al pubblico è prevista per lunedì 27 ottobre. L’attesa è febbrile. Parigi non vede l’ora di svelare al mondo il suo enorme “veliero” di oltre 11.000 mq di superficie costruito utilizzando tecnologie e materiali avveniristici, tra cui quasi 3.600 pannelli di legno, acciaio e vetro.

All’interno dell’organico involucro di vetro troveranno posto funzioni differenti: un auditorium al piano interrato in grado di ospitare 350 persone a sedere, un "museo" con 11 gallerie dedicate all’arte moderna e una miriade di spazi adibiti ad accogliere le opere della collezione permanente. Quest’ultima sarà svelata al mondo in tre fasi a partire dal giorno dell’apertura fino settembre 2015, quando finalmente la Louis Vuitton Foundation raggiungerà il suo pieno potenziale. Il complesso, inoltre, vivrà 365 giorni all’anno grazie ad un ricco calendario di eventi e manifestazioni, imperniate non necessariamente intorno alla moda.

L’iceberg, come ama chiamarlo lo stesso Frank Gehry, sarà gestito in maniera esclusiva per i prossimi 55 anni da Arnault e della Fondazione Louis Vuitton, ma una volta trascorso questo periodo la proprietà passerà nelle mani del Comune di Parigi, smanioso di disporre di un simile gioiello. Azzardare un paragone con la Tour Eiffel, che ricordiamo ha da poco compiuto 127 anni, pare quanto mai azzardato, quasi blasfemo. Quel che è certo è la continua voglia di rinnovarsi di Parigi, il desiderio costante di arricchire la propria offerta artistica espandendo i propri orizzonti turistici, affermandosi ogni anno di più come indiscussa capitale culturale d’Europa.

Sito ufficiale
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 Pubblicato da il 25/10/2014 - - ® Riproduzione vietata

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