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Eruzione tra vulcano Bardarbunga e Askja in Islanda, trasporto aereo a rischio

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E' ufficiale: in Islanda una nuova eruzione vulcanica è in atto da questa notte: si trova praticamente al centro dell'isola e anche lui possiede un nome un po' particolare: parliamo del vulcano islandese che fa parlare di se in questi giorni, e che potrebbe far ripiombare l'Europa nel caos, se erutterà in modo deciso nei prossimi giorni, come fece un altro vulcano, l'Eyjafjallajokull nel 2010.

Si chiama Bardarbunga (Bárðarbunga) ed è uno stratovulcano di tipo subglaciale. In pratica si tratta di un edificio vulcanico completamente ricoperto dai ghiacci, e in questo caso dal più grande ghiacciaio di tutta l'Islanda, il Vatnajökull. Si tratta della seconda montagna più alta dell'isola, che supera di 9 metri queta 2.000, contro i 2.110 m del Hvannadalshnúkur il picco più elevato islandese.

Le prime notizie indicano che fuoriuscita di lava stia avvenendo a circa metà strada tra il Bardarbunga e un altro temibile vulcano l'Askja, famoso per altri grandi eruzioni del passato. Vedremo se l'attività rimarrà ad essere effusiva, oppure come si teme possa avere anche una componente esplosiva, molto temuta. I voli per ora sono sospesi sulla verticale del vulcano.

A metà di questo mese di agosto gli scienziati avevano lanciato un grido d'allarme: l'incremento dell'attività sismica sotto al ghiacciaio del Vatnajökull segnalava la possibilità di una ripresa cell'attività nella area del vulcano Bardarbunga, considerati tra i più “cattivelli” della regione, quelli che nel lontano 1477 eruppero nella più grande eruzione vulcanica di sempre di tutta l'isola.

In realtà l'allarme sembrava rientrato dopo qualche giorno: pur perdurando l'attività sismica, gli altri indicatori geofisici avevano suggerito agli scienziati di ridurre il livello di attenzione da rosso ad arancione, segno che una eruzione non sembrava più imminente.

Ieri però un sorvolo sul ghiacciaio, finalmente libero dalle nubi, aveva rivelato che la situazione era ancora piuttosto fluida, e forse il pericolo è ancora piuttosto elevato! Le fotografie avevano rivelato sul ghiacciaio la presenza di crepe e depressioni, segno che sotto la coltre di ghiaccio qualcosa di “grosso” sta succedendo. A preoccupare gli esperti una frattura lunga 5,6 km, dalla forma arcuata, che poteva segnalare la formazione di un embrione di caldera. Altre depressioni come doline e fratture minori sono cumunque presenti sull ghiacciaio.
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Parlare di embrione di caldera fa venire la pelle d'oca, dato che le caldere non sono altro che le depressioni che si formano quando crolla un intero edificio vulcanico. C'è da dire che le variazioni di paesaggio non sono un segnale "definitivo" che un'eruzione è iniziata, ma è indubbio che le grandi crepe nel ghiaccio e gli altri segnali sono stati avvistati nella stessa zona dove l'attività sismica è dilagato nelle ultime due settimane, ed oggi la conferma delle prime fuoriuscite di lava.

Anche i sismologi avevano espresso nuove preoccupazioni per una possibile eruzione, in particolare per il fatto che i terremoti sembrano crescere di intesità e frequenza. Solo nella giornata di ieri si sono registrate almeno due scosse sopra alal magnitudo 5, proprio sotto al vulcano. Mentre sono circa 500 le scosse telluriche che hanno colpito l'area a partire dalla mezzanotte!

Gli esperti di trasporti aerei stanno guardando con attenzione la situazione. Il vulcano si trova ilungo il percorso di volo di una importante rotta aerea, che va dal Regno Unito verso il Nord America, e il proseguo dell'eruzione potrebbe causare veramente il caos nei cieli. Al momento il livello di allerta aviazione dell'Islanda è stato riportato a livello rosso.

Come vi avevamo ricordato, nel 2010, il vulcano Eyjafjallajokul, a sud-ovest del Bardarbunga, eruttò con forza, causando oltre una settimana di caos dell'aviazione internazionale. Circa 100.000 voli furono cancellati per evitare possibili danni ai motori a reazione dei velivoli. Dieci milioni di passeggeri furono dirottati, e anche bloccati, negli aeroporti di tutto il mondo.
Incrociamo le dita, sperando che il Bardarbunga ritorni al suo sonno tranquillo, da cui non si svegliava da lontano 1864...ma allora l'aereo non era ancora stato inventato...
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