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Lathmar Holi, in India per il Festival induista dei Colori

Ogni anno in India si festeggia in una maniera del tutto particolare l'arrivo della primavera: il Festival dei Colori (Holi) è l'occasione per eliminare ogni barriera sociale e dedicarsi alla celebrazione della Vita, del Bene e dell'Amore che si incontrano in un'esplosione di colori, ben documentata dagli incredibili scatti dei fotografi di tutto il mondo.

La tradizione induista prevede infatti che il Lathmar Holi sia il preludio alla festa di Holi, che quest'anno ricorre il 25 marzo 2024 (la data varia ogni anno a seconda del calendario lunare).
Il calendario degli appuntamenti può cambiare tra le diverse città, concentrandosi comunque nei giorni precedenti la data ufficiale: quest'anno, ad esempio, gli eventi principali vanno dal 19 al 25 marzo 2024 a Barsana, Nandgaon e nei diversi templi di Vrindavan e Mathura (solo una volta sul posto si riescono ad avere informazioni più dettagliate di tutte le celebrazioni, comunque questa pagina riporta alcune formazioni utili).

Storia e tradizioni del Festival Holi

Pur ricordando per certi aspetti il Carnevale per come lo intendiamo in Occidente, il Festival Holi ha radici spirituali più profonde. La celebrazione di Holi è infatti un evento molto antico, risalente a diversi secoli prima di Cristo, forse sorto all'epoca degli Ariani; alcuni testi religiosi del IV secolo a.C. contengono infatti riferimenti a questa festività, un tempo conosciuta come Holika.

Seppure di origine induista, la festa era molto sentita anche dai fedeli di altre religioni, come ad esempio quella musulmana: secondo alcuni studiosi, si trovano precisi riferimenti da parte di alcuni storici musulmani del VII secolo.
Se è vero che la festività è originaria di uno stato del nord del Paese, l'Uttar Pradesh, al confine con il Nepal, è altrettanto evidente come la tradizione si sia rapidamente estesa all'intera India ed ai paesi limitrofi, senza dimenticare gli stati nei quali vivono oggi grandi comunità indiane in tutto il mondo.

Esistono, com'è facile intuire, numerose leggende attorno alle divinità che hanno ispirato questa celebrazione. La leggenda di Holika, ad esempio, racconta di un re-demone chiamato Hiranyakashap che pretendeva l'adorazione esclusiva da parte di tutti gli abitanti del proprio regno. Suo figlio Prahlad, tuttavia, divenne devoto di Narayana e per questo il re chiese che fosse punito; la sorella Holika fu quindi incaricata di sacrificare Prahlad accompagnandolo in braccio su un fuoco ardente, poiché grazie ai suoi poteri, ne sarebbe uscita illesa. Il risultato dell'offerta fu però inaspettato e Hoolika fu ridotta in cenere, mentre il fratello rimase incolume. Da ciò se ne ricava l'insegnamento che chi ama Dio si salverà, mentre chi tortura i devoti sarà ridotto in cenere.

I festeggiamenti di Lathmar Holi assumono maggiore rilevanza nei luoghi che hanno dato i natali al dio Krishna; nella regione di Brajbhoomi, che si sviluppa attorno alle città di Mathura e Vrindavan, le celebrazioni iniziano una settimana prima rispetto alle altre città, e si prolungano per almeno 16 giorni. Vrindavan è divenuta, nel tempo, il luogo prediletto dagli innamorati; qui Krishna viene infatti omaggiato con lotte giocose tra ragazzi e ragazze, mentre nel villaggio di Barsana, a poca distanza da Mathura, il rituale è davvero singolare.

Durante il Lathmar Holi gli uomini di Nangadow si spostano a Barsana (come fece, secondo la tradizione, lo stesso Krishna per raggiungere la propria amata Radha), dove sono attesi dalle donne “arrabbiate” che li cospargono di colore e li colpiscono con bastoni di bambù sulla testa, per vendicare le offese e le prese in giro di Krishna a Radha e alle sue amiche. Gli uomini tentano di evitare la cattura, ma chi viene preso è costretto a vestirsi da donna e a ballare.

La caratteristica sociale di questo evento è il senso di fratellanza e uguaglianza che abbraccia i partecipanti; nei giorni di festa non esistono ricchi né poveri, amici o nemici, egoismo o vanità: le persone sono un tutt'uno, devote e consapevoli, piene di gioia di vivere, amore, generosità e purezza.

In ogni zona dell'India si festeggia la primavera, ma tra tutti i rituali che si svolgono nelle strade e nei templi, il più spettacolare è senza dubbio quello del gulal, la polvere colorata che viene gettata addosso ai partecipanti dando vita ad effetti cromatici impressionanti; in alcune parti del paese gli uomini vengono inondati da getti di acqua colorata, ma il risultato è comunque assicurato: non a caso i fotografi delle grandi agenzie internazionali non perdono mai l'appuntamento con il Festival dei Colori.

Il periodo è inoltre particolarmente indicato per un viaggio in India: proprio il giorno prima di Holi, di solito, si tiene anche il Festival degli Elefanti a Jaipur, nello stato del Rajasthan, al confine con il Pakistan, dove i pachidermi vengono agghindati e decorati con tessuti, gioielli e colori per la sfilata che li vede protagonisti.

A quanti intendessero partecipare alla festa ricordiamo che i colori per dipingersi il volto venduti nei mercati sono spesso di produzione industriale e quindi tossici e irritanti, pertanto raccomandiamo di preferire quelli naturali come i derivati dalla rosa cinese o dalla calendula, tra gli altri. Segnaliamo inoltre, a titolo puramente informativo, che durante le celebrazioni i partecipanti sono soliti fare delle soste per bere una bevanda fredda chiamata thandai che – è doveroso saperlo in anticipo nel caso capitasse di assaggiarla – produce effetti psicotropi poiché preparata con pasta di cannabis.

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 Pubblicato da il 01/02/2024 - - ® Riproduzione vietata

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